Dedicato ad Andrea Beggi
Le auto “fuoristrada”, spartane, rumorose a abbastanza scomode, ma tanto di moda fra gli anni ’80-’90 (poi sostituite dai più salottieri suv) usate anche in città per andare a comprare il pane e le sigarette percorrendo esattamente 500 m. su strade asfaltatissime, si chiamano generalmente “jeep”.
E ora vi racconto il perché.
Dovete sapere che nel 1936 il disegnatore americano E.C. Segar, creatore di Braccio di Ferro, introdusse nel suo celebre fumetto un nuovo personaggio chiamato Eugene the Jeep (in italiano il Gip).
Il Gip era un piccolo e misterioso animaletto dal mantello verde-senape, che come unico verso faceva “jeep jeep jeep“, poteva andare velocissimo in ogni luogo camminando persino su pareti verticali e aveva addirittura la capacità di rendersi invisibile.
Cambiamo ambiente.
Il 27 giugno del 1940 l’Esercito Americano bandì un concorso fra 135 imprese meccaniche affinché creassero un veicolo in grado di sostituire il cavallo come mezzo di mobilità sul territorio di guerra.
Doveva essere un modello GP (acronimo di General Purpose, multiuso); avrebbe dovuto avere 4 ruote motrici, non più di 3 metri di lunghezza ed essere in grado di sopportare un carico di 272 kg.
Tempo massimo di presentazione dei prototipi: 49 giorni.
Le imprese che sfidarono il brevissimo periodo di tempo richiesto per la consegna delle vetture furono solo tre: la Ford con un veicolo chiamato Ford GP Pygmy, la American Bantam Car Co. Inc. col suo Bantam 40 BRC e la Willys-Overland con il Quad.
Dopo varie peripezie, il bando fu vinto dalla Willys-Overland.
Il giorno della presentazione, Irving Haussman detto Red, collaudatore della Willys-Overland, ai giornalisti presenti descrisse il Quad chiamandolo affettuosamente Jeep, perché era in grado di andare ovunque, arrampicarsi sulle più erte stradine sterrate di montagna, aveva un colore (kaki) capace di mimetizzarsi ed era anche veloce.
E molto probabilmente – anche se il serissimo Words Of The Fighting Forces di Clinton A. Sanders (1942) non ne fa cenno – allo Stato Maggiore americano il nome del buffo personaggio di Segar, pur così poco marziale e quindi inadatto ad una virile vettura militare, andò benissimo, anche perché si pronunciava in modo quasi identico al richiesto modello GP.