Gastronomica Sensualità: le Parole Voraci, palleggiate dalla Cucina all’Eros.

Riflettendo ieri con voi sulle magnifiche parole di Elsa Morante: La frase d’amore più vera, l’unica è: “hai mangiato? – ho pensato quanto siano simili, grazie al loro linguaggio, il cibo e l’amore.

In fondo Gola e Lussuria sono molto legati, sia nelle parole che negli atteggiamenti.
A volte si mangia con un misto di erotismo e piacere: quando assaggiamo qualcosa che ci piace spesso reagiamo estasiasti socchiudendo gli occhi e mugolando “Mmmmh, che buono!”.

Entrambi, la Gola e la Lussuria, sono definiti “peccati della carne“ e la parola “carnalità” deriva dal latino dell’Ecclesiaste carnalitas, “concupiscenza, sensualità“, sì, ma derivato sempre da caro carnis, “carne“, componente fondamentale sia del corpo umano che dei menù nonché – proprio per questo? – proibita nei cristiani giorni di penitenza in cui si deve mangiare di magro.
Infatti anche “astinenza” si usa allo stesso modo nel doppio senso di “tenersi lontano” da cibi e piaceri.

E pensate all’uso dei termini più comuni: “fame”, ad esempio.

Dire alla persona amata “Ho fame di te“.

Oppure ai verbi che usiamo normalmente riferendoci al cibo: succhiare, leccare, mordere, inghiottire, lambire, suggere…(occhio che vi leggo i pensieri! ;-)

E lo stesso “mangiare“: “Ti mangerei di baci“.

Sono indubbiamente parole “voraci“, da vorax voracis, a sua volta derivato da vorare: divorare“.

“Voraci“ come un bacio, appunto…

©Mitì Vigliero