
I Librai fanno uno dei mestieri più belli del mondo e a me sono molto simpatici.
Anch’io credo di essere simpatica a loro, forse non tanto per il fatto che scrivo libri, ma soprattutto perché compro i libri altrui.
A vagonate.
C’è chi deposita i soldi in banca e chi in libreria; io preferisco le librerie alle banche, ed è per questo che i librai mi vogliono bene.
Le librerie dei Librai sono frequentate sia dai Lettori che dagli Scrittori: i primi amano trascorrere il tempo libero perlustrando librerie alla ricerca di novità da leggere. I secondi amano trascorrere il tempo libero scrivendo e poi perlustrando le librerie alla ricerca dei loro libri.
Quando uno Scrittore (di solito alle prime armi, poi smette perché si rassegna) passa davanti a una libreria, la prima cosa che fa è ispezionarne con occhio di falco le vetrine onde controllare se il suo ultimo parto cartaceo, mettiamo dal titolo La danza del lombrico , sia esposto.
Se non lo vede, prova un grande dolore; però stoicamente fa finta di nulla e prosegue nell’ispezione, entrando con aria noncurante nel negozio.
I casi sono tre:
1) Trova immediatamente il suo libro in bella mostra.
Allora, petto in fuori e pancia in dentro, si avvicina al Libraio con espressione cordialissima, gli tende la mano, si presenta come l’autore de La danza del lombrico e gli fa tanti complimenti per la sua splendida libreria.
2) Dopo un’ora di spasmodica ricerca, lo Scrittore finalmente scopre il suo libro seppellito da altri.
Perciò lo diseppellisce e lo mette in cima a tutti, possibilmente in piedi.
Successivamente va dal Libraio e, senza presentarsi, indicando La danza del lombrico chiede con estrema noncuranza:
-“Si vende quel libro lì?”
Domanda cretina che lo smaschera immediatamente perché nessun Lettore si sognerebbe di entrare in una libreria per informarsi sulle vendite dei libri.
Il Lettore al massimo può chiedere: “Di cosa parla quel libro lì?” e casca male perché i Librai migliori sono quelli che non leggono affatto i libri che vendono. Potrebbero rimanerne contaminati e perdere la loro obiettività.
In ogni caso il Libraio d.o.c. è quello che a una domanda del genere non risponde “Boh?”, bensì:
-“Guardi, è stupendo. Va via come il pane”.
E questa risposta convince sia il Lettore che lo Scrittore.
3) Lo Scrittore non trova il suo libro.
E s’inquieta.
Molto.
Così, con sguardo incupito dal rancore, ma tentando di mantenersi calmo, incede lentamente verso il Libraio e con voce gelida gli sibila:
-“Mi scusi, avete La danza del lombrico?”
Il Libraio d.o.c. risponde:
-“Mi spiace, ma ho venduto dieci minuti fa l’ultima copia”
oppure
-“Si è esaurito subito e ho dovuto riordinarlo”
Ciò soddisfa molto lo Scrittore e un po’ meno il Lettore, che aveva davvero tutte le intenzioni di acquistarlo.
Qualcuno può anche sentirsi rispondere:
-“Danza del lombrico? Mai sentito.”
In questo caso lo Scrittore tenta discretamente il suicidio, mentre il Lettore si limita ad andare in un’altra libreria.
O a comprare un altro libro.