Perché si dice: Vecchio Bacucco, Vecchio Come il Cucco

Vecchio bacucco non è certo un’espressione gentile, visto che significa “anziano un po’ rincitrullito”.

Le origini di “bacucco” sono due.

La prima lo fa derivare  da Hăbaqqūq (Abacuc), ottavo dei profeti minori della Bibbia vissuto prima del 606 a.C.

Lamentandosi
con Dio per l’ingiustizia del mondo e l’oppressione dei deboli, Abacuc gridò: “Fino a quando durerà questa tirannia?”.

E Dio rispose: “Abbi fede e pazienza: giustizia certo verrà e non tarderà”.

E Abacuc ebbe tanta fede e tanta pazienza, per tanti anni e con tanta violenta passione che alla fine, divenuto vecchissimo, rimbambì del tutto.

Per altri invece “bacucco” deriva dal latino tardobacucei”, che significa “riparo” di frasche o altro, ma sempre in senso di riparo provvisorio.

I francesi chiamano bache una tenda grossolana atta a riparare dalla pioggia; gli arabi definiscono bakok un panno da avvolgersi in testa, e anche nell’italiano antico “bacucco” definiva un panno messo in testa in modo da nascondere anche il volto.

Che cosa c’entri l’ Abacuc-vecchio col bacucco-riparo non è chiaro; forse perché spesso gli anziani come Abacuc si “imbacuccano” per ripararsi dal freddo: da qui l’altra espressione “Vecchio imbacuccato”.

Esiste anche Vecchio come il cucco, e anche qui le origini sono due.

O sempre da Abacuc (storpiamento del nome), o dal cucco, nome popolare del cuculo, che le leggende vogliono viva moltissimo e che sia in grado di predire la durata della vita altrui.

Ma questa è un’altra storia.

© Mitì Vigliero

La Saggezza dell’Accettarsi Sempre

“Lasciati invecchiare: non combattere il tempo con la malizia. Signore settantenni con la pelle più stirata di una qualsiasi quindicenne, e tuttavia avvizzite. Con i capelli più biondi delle bellezze svedesi, e tuttavia opachi. Senza un solo filo bianco, senza una sola ruga: notoriamente vecchie. Non ingannerai nessuno, secondo quel versetto che diceva,

per quanto tu dimagrisca come un’acciuga
per quanto cancelli ogni tua ruga
dalla vecchiaia non hai fuga.

Non dico di lasciarti morire, incurvarti, camminare con passo claudicante, esibire il bastone, credere che ogni filo bianco sia un trofeo e avere una faccia da morta; dico di non simulare l’impossibile.

Accetta che un viso si ha a vent’anni e un altro a quaranta e un altro a sessanta. In questioni di età, è impossibile incaponirsi, per quanto ci si provi.

Col tempo, solo col tempo, uno arriva ad avere il suo viso, quello che la sua espressione e il suo carattere gli plasmano. Il sorriso, la concentrazione, la rabbia, l’allegria, lasciano la loro traccia sul volto.

La vecchiaia che si accetta è naturale ed è piacevole in quelle che sono capaci di affrontarla senza travestimenti. Colei che si nasconde e dissimula nel vano tentativo di far tornare indietro il tempo, rappresenta un fallimento, dà una parvenza di maschera che ispira sfiducia.

Hai avuto il tempo di sapere più cose, vale a dire di essere più intelligente: è questo ciò che ti rende più attraente delle adolescenti.”

dal Trattato di culinaria per donne tristi di Héctor Abad Faciolince, Sellerio, 2000.

E voi, cosa ne pensate? (Vale anche per i maschietti, eh? ;-)

Update: Anche oggi, come sempre, dichiaro che la parte più bella, intelligente e interessante di questo blog è nei commenti; è meraviglioso leggervi e riflettere con voi, Tesorimiei!