Non mi riferisco a quelli nobiliari o di studio, ma ai titoli delle cosiddette opere d’ingegno; canzoni, opere, commedie, libri.
Parliamo di questi ultimi (anche perché solo di questi ho esperienza diretta ;-)
Innanzi tutto dovete sapere che la cosa più difficile dello scrivere un libro non è tanto scriverlo, quanto intitolarlo.
Il titolo è fondamentale: deve essere facile da ricordarsi, semplice a comprendersi, stuzzicante, divertente, curioso, illuminante.
Quando scrissi per la Rizzoli Lo Stupidario della Maturitàebbi il merito (o il demerito, fate vobis) di consacrare un termine che non solo diede vita ad un’interminale sequela di altri Stupidari riguardanti i più vari argomenti, ma di ”ufficializzare” una parola entrata poi a tutti gli effetti nel linguaggio comune (…E mannaggia, potevo brevettarla in esclusiva eh? ;-D).
Ma Stupidario l’avevo chiamato sin da quando era solo un immenso fascicolo di appunti miei privati, raccolti in anni e anni.
E così è stato per tutti i miei altri libri; prima l’idea, poi il titolo, infine la stesura.
Tranne per uno.
Quando nel ‘93 consegnai alla Mondadori un perfetto manoscritto di 190 pagine riguardante le scuse umane, non avevo in mente nessun titolo in particolare, e per trovarlo feci più fatica che scriverlo.
Prima pensai a : Tutte scuse!, Caduti in pretesto, L’Inventascuse, l’Acchiappascuse e il Cercascuse.
Mio fratello propose Scusami, ma…; mio padre Italiani che si scusano o Le scuse degli italiani che si scusano, mentre vicini di casa molto intellettuali mi consigliavano titoli grondanti cultura classica quali Profasìsomai (”Accampare scuse”), De excusatione, opera omnia e Apologia (”La Difesa”), che sarebbe stato perfetto se non ci avesse già pensato quel grafomane di Platone.
Amici poeti mi proposero di inventare un titolo che non c’entrasse nulla con l’argomento, ma che fosse altamente aulico come, ad esempio, Le bianche farfalle dell’Oklahoma.
Mia madre invece, adducendo il fatto che i pretesti e le scuse quasi sempre altro non sono che semplici menzogne, frottole, fandonie, bubbole, fanfaluche, insomma balle o palle che dir si voglia, mi suggerì Il Raccattapalle.
Nel frattempo io sfornavo Il Prontuario dei pretesti, Il Vademecum della giustificazione, L’Enciclopedia della discolpa, Il Galateo delle scuse, T’insegno a scusarti, L’ABC della scusa.
Alla fine scrissi tutti i titoli su dei bigliettini, li infilai in un cappello e feci pescare a caso dall’editor. E nella prefazione abbi l’ottima scusa di raccontare questa storia concludendo: ”Quindi se questo titolo non piacerà, sappiate che non è stata colpa mia, ma del Fato.”
Oggi vorrei discorrere con voi di altri titoli: quelli dei Blog.
Come e perché avete deciso il titolo del vostro blog? Ve ne siete mai pentiti? Lo cambiereste oggi? E se voleste aprirne un altro nuovo di zecca, come lo intitolereste? Quest’ultima domanda vale anche per chi il blog non ce l’ha…(ancora) ;-*
Maxime: (Pensieri In ecCesso) Come e perché: nel 2004 avevo pensato di creare un multiblog dove altri blogger già “affermati” potessero pubblicare le idee che avevano avuto durante la “seduta” quotidiana sulla tazza del cesso. Un mio amico, quando ha sentito la mia idea, mi ha proposto quel titolo. Alla fine però il blog l’ho scritto da solo. Pentito? Lo cambierei? Assolutamente no, anche se inevitabilmente quel titolo e quella vignetta hanno di fatto limitato la mia “autorevolezza”, rendendomi poco credibile e chiudendomi le porte delle social-tartine 2.0, dei badge viola e dei telefonini gratis. :P
Larvotto: Per me è stata una bellissima vacanza di tanti anni fa a Montecarlo, una vacanza che ha significato la fine di un.. ehm… “periodo bruttarello” ed ha aperto le porte ad una nuova visione della vita. Da quel giorno ho iniziato ad usare in rete il nick “larvotto”, che è il nome della spiaggia di Montecarlo. Quando nel 2003 ho aperto il mio blog su splinder ho semplicemente usato lo stesso nick.
Alianorah: Il titolo del mio blog (Alianorah, l’altra gallina) nasce dalla passione per il fumetto Lupo Alberto. Il simpatico lupo, da sempre fidanzato con la gallina Marta, durante una sua improbabile avventura, finisce in Libano e qui conosce Alianorah, un’ingenua ed esotica gallina con cui ha una romantica storia d’amore. La realtà tornerà a prendere il sopravvento quando arriveranno due amici di Alberto che lo preleveranno dalla spiaggia di Beirut e lo riporteranno a casa. Ma lui non dimenticherà mai la dolce Alianorah. Ecco, Alianorah è…qualcosa di esotico, di diverso, di indimenticabile. Quel segreto che si custodisce per sempre nel cuore anche quando la routine fagocita i sogni e stritola i desideri. Io non ci sono mai riuscita per nessuno, ma…la quotidianità questo mio sogno non l’ha ancora distrutto e ho voluto racchiuderlo nel titolo del mio blog.
Giovanna: (Caramelle non ne voglio più!) Semplicemente è stata la prima cosa che mi è venuta in mente quando provavo se era davvero così facile aprire un blog! certo poteva essere “E se domani” o “grande grande grande”… comunque una canzone di Mina perché l’adoro. Non mi sono mai pentita di quel nome , anzi con il tempo mi è diventato sempre più congeniale.”Parole parole parole” sarà (forse) il mio prossimo blog…
Skip: Skip è il mio cane, da cui deriva il mio nick e il nome del mio blog. Da qualche anno ho lasciato tracce disordinate delle mie caotiche idee facendo zapping in vari blog e forum a mò di un cane graffitaro , che scappa senza museruola né guinzaglio, a volte meticcio, a volte di razza, d’attacco , da difesa o semplicemente da compagnia, a seconda dei casi, finché non ho deciso di avere uno spazio, una sorta di albero sul quale appollaiarmi per condividere opinioni, riflessioni ed emozioni in modo più o meno ironico o serio.
Birra: il mio Birra Analcolica è nato in un periodo in cui, inquieta e agitata come sono, mi son dovuta fermare, per cose belle, i bambini, però per il mio carattere è stata una cosa un po’ sofferta, come un’auto che va ad elettricità invece che a benzina, come tirarsi su con un caffè decaffeinato o festeggiare con una birra analcolica. Oggi sicuramente non lo chiamerei così ma oggi, forse, non lo aprirei nemmeno un blog, come tradisce la trascuratezza che riservo al mio.
Maurizio: Mi chiamavo Sonny&Me e mi piaceva tanto. In un momento di follia chiusi il blog e mi ritrovo, ora, con un improbabile “Ai margini”. Penso che anche questo blog abbia le ore contate.
Mademoiselleanne: Il mio blog si chiamava CitofonareVeru e il motivo è molto semplice: Veru è il modo in cui mi chiamano amici/parenti/colleghi ed è il diminutivo del mio nome . Il Citofonare è venuto spontaneo quando, all’ennesima mia richiesta di “aiuto”, sono state poche le persone che sono accorse mentre quando è servito io sono sempre corsa ad aiutare tutti: quindi citofonate a veru, che tanto è sempre disponibile per tutti…che storia complicata:)
Linda: In Limine, è una locuzione latina che significa sulla soglia, ed è il titolo della prima poesia di Ossi di Seppia di Montale. Io mi sento costantemente sulla soglia, tra il passato e il futuro ed anch’io stavo iniziando un nuovo percorso. Il sottotitolo è Aspettarsi l’inaspettabile … non è forse così la vita ?? Tutt’ora non trovo titolo migliore e più adatto a me stessa.
Mimosafiorita: Il blog non ce l’ho, ma se nel remoto caso dovessi aprirne uno, lo chiamarei ” giallo mimosa” gia’, ci sono sempre le mimose di mezzo, le adoro, se fossero commestibili me le mangerei,mi appagano tutti e cinque i sensi. Eppppoi non e’ cosi semplice competere con te, sei unicamente e praticamente insostituibile.
Nessuno: (No luogo) Quando scoprii i blog e decisi di aprirne uno, scelsi un template che aveva come immagine una scogliera con un faro. Un luogo che mi sarebbe piaciuto abitare ma un luogo privo di tutto. Un non luogo appunto. Da lì il nome del blog. In un non luogo non può che abitare “nessuno”. Nessuno è poi il primo nickname di cui la letteratura ci racconta quindi mi pareva perfetto. Quindici giorni dopo la scogliera era sparita perché per l’entusiasmo ho comprato un dominio e l’immagine del logo è diventata l’insegna di una metropolitana (credo parigina).
Lilas: (Le quartier des lilas) Il mio è semplice, è il titolo di un film di René Claire ! Era inserito nel Programma del primo Cineforum della mia vita. Avevo 15 anni e abitavo a Lecco. Ricordo solo due film di quell’ evento, ” Il posto delle fragole” e “Il quartiere dei Lillà” ( che poi in originale francese suonerebbe ” La porte des Lilas”, ma come assonanza ho preferito “le quartier”…;-) Ricordo, però, la sensazione di sentirmi “grande” che provavo andando a piedi da casa mia, vicino all’ Adda, dopo il Ponte Nuovo, al cinema Impero, dove si svolgeva il Cineforum ( questo oggetto misterioso, che mi affascinò immediatamente!!!) ;-) In seconda battuta, uno dei miei “ragazzi” di gioventù, Pierre, era di Grénobsle e abitava, guarda un po’…in Rue de Lilas!! Ricordo la soddisfazione con cui scrivevo il suo indirizzo, sulle numerose lettere che ci scambiammo per quell’ anno e mezzo di….relazione a distanza! ;-) ( Allora niente Internet e niente mail eh eh eh, ma buste e indirizzi di casa!! ;-P No, non lo cambierei mai! Ormai su Google arrivo prima io, del film di René cLaire….assurdo!! :-DDDD
Regi: (Disegnata per bene – Pensieri di marzapane) L’ho raccontato in uno dei primi post. Il mio blog l’ha aperto per me la Pulsa, come regalo di compleanno. L’ha anche battezzato a metà , perchè secondo lei sono una donnina di marzapane. Disegnataperbene l’ho messo io esagerando con l’autostima. Mi piace perchè si può interpretare in diversi modi.
Pimpirulin: Il mio e’ nato da un errore. Dovevo lasciare un commento sul blog di un amico, ma era necessaria l’iscrizione. Ho iniziato la procedura mentre stavo facendo altre cose e, clicca di qua, clicca di la’…ho creato un blog! Ho scelto il nome della protagonista di Colazione da Tiffany, film che adoro. Non ho mai sopportato quell’errore nell’indirizzo e, utimamente nemmeno il titolo, “Miss Golightly racconta”, mi piaceva piu’. Proprio la settimana scorsa ho cambiato il titolo (per la grafica ci sto lavorando). Quello nuovo, “Mezza mela” mi sembra si adatti meglio a quello che scrivo. Ho cambiato anche il nick: dal troppo inflazionato “Miss Golightly” a “Pimpirulin” come il protagonista di una vecchia filastrocca che la nonna mi recitava quando ero piccola e che voleva proprio una mezza mela.
Tittieco: Il mio blog l’ho aperto sotto insistenza del nipote (guru del computer,almeno per me). Il titolo del blog pero’ l’ho deciso io e come ho già spiegato in uno dei miei post l’ho intitolato Tittieco per il semplice motivo che questo è un vezzeggiativo(Titti) con il quale a Genova vengono chiamate dagli adulti la maggior parte delle bambine. Per adesso non mi sono pentita di averlo intitolato in questo modo e quello nuovo lo intitolerei: Il tavolo tondo.
Guido: Io Guido, il mio blog: IoGuido (che poi guido, anche). Se mi chiamavo Sandro: IoSandro. Lapalissiano? IoLapalissiano! A me piace il sottotitolo: I luoghi comuni mi fan sentire meno solo. Lapalissiano? IoLapalissiano (bis).
Mareadiluce: (Canto alla Luna) Scegliere il nome da dare al mio blog è stato semplice e veloce. Dopo notti insonni a guardar la luna, a legger poesie, racconti, romanzi, scrivucchiare.. beh, si è praticamente scelto da solo. Le ore notturne raccolgono attimi intensi; si è soli con il proprio cuore e i propri ricordi, con le speranze e i dispiaceri. Sono le ore in cui vivo di più, dove l’unica compagnia è rappresentata dalla delicata luce che entra dalla finestra.
Roger: io non ho un blog, ma se ne avessi uno lo chiamerei NON HO UN BLOG
Ed: (Unpercento) Lo chiamai così per via del libro di Sergio Maistrello “Come si fa un blog” in cui lessi che circa l’1% di chi apre un blog ha circa cinquant’anni. Dal momento che il suddetto libro è del 2004, oggi forse potrei chiamarlo “Quattropercento”, ma i Jane’s Addiction non hanno fatto una canzone con questo titolo. Già perché un po’ mi ha ispirato la loro 1%: “..the gang and the government no different that makes me 1%”
AnniKa: La scelta più ovvia, AnniKa, non era disponibile. Annika se l’era preso una che non aggiornava il blog da mesi, però che farci?, lei era arrivata prima di me, lei poteva farne quel che le pareva, del suo blog. Allora mi son ricordata di una conversazione – chissà poi su cosa – avuta il giorno prima con un amico: lui sosteneva che questo qualcosa fosse strepitoso, io che fosse semplicemente stupido. Il tutto è finito in una risata, con un “è strepitupido!” detto quasi all’unisono. Proprio così. col punto esclamativo in fondo. Strepitupido! Oltre che un nome, è diventato anche un manifesto letterario, per il mio blog, come se avessi la pretesa di poter essere strepitosa (una ci prova sempre) e stupida (questo con innegabile successo) allo stesso tempo. Ogni tanto ci penso, a un blog nuovo con un nome nuovo, ma la verità è che sono parecchio affezionata al mio Strepitupido!, ormai, e che in fondo sentirmi chiedere “ma tu sei quella di strepiStupido?”, ma tu sei quella di strepitupiTo?” mi fa sorridere. E sorridere – ho imparato – mi salva la vita.
Michele: Senape? Non diziamo Siocchezze! era l’estate del millenovecentononmiricordo, e con una mia amica ci divertivamo a fare le voci dei personaggi di alice nel paese delle meraviglie. io facevo il cappellaio matto.
Sancla: il mio attualmente porta il mio nick come nome, prima si chiamava “simplemente” /semplicemente) che dava un’idea delle mie origini e al tempo stesso veniva contraddetto dalla mia mania i complicare i discorsi, insomma un po’ di autoironia…
Rick: PocaCola.com Perchè è facile da ricordare e ricorda uno dei marchi più famosi al mondo. Se dovessi cambiarlo sceglierei placidosignore.com o al limite ( ma proprio al limite) manteblog.com . Cazpita manteblog.com è ancora libero !.. ’spetta che me lo registro.
Luca: io mi arrangio ho deciso di aprire il blog scoprendo quello del mio amico Diego alias Dottorstranoweb…il titolo è come il biglietto da visita deve dire in due parole chi sei…io sono uno che si arrangia che se una cosa non la sa fare vuole provare a farla e di solito ci do tanto finchè non ci riesco e chissà che non diventi poi una passione… dovessi cambiare il titolo? forse autodidatta.com…galop galop ora vado che devo tornare al salone nautico
Shaindel: Il titolo del mio blog, gnappetta, è il nomignolo che mi avevano dato i primi amici italiani che ho avuto.. Quando ero davanti allo schermo e il sig. WP mi chiedeva il nome del mio blog, gnappetta è stata la scelta perché era un’unica parola, semplice e poi mi piaceva.. È stato un anno bellissimo, ho conosciuto tante persone tramite quel blog, compreso il mio fidanzato attuale, ma ormai Gnappetta è un capitolo chiuso della mia vita. Il mio nuovo blog ha semplicemente il mio nome, shaindel, ma devo ancora ritrovare la voglia di scriverci :-(
Doris: Il titolo del mio blog “spunti di viaggio” (creato da pochissimo tra l’altro) nasce dalla mia passione per i viaggi,sia che essi siano reali o che nascano dalla fantasia, e dall’idea di tenere un diario su ciò che vedo in giro per il mondo, non solo prendendo appunti su ciò che vedo ma prendendo spunto per capire meglio ciò che mi sta intorno… anche se essendo alle prime armi non è così facile trasferire ciò che vorrei su “carta virtuale”!! Il nome Doris invece richiama una delle Oceanine, e mi sembrava appropriato, visto che il mio vero nome in greco significa “ceatura marina” e ciò che studio all’università è il mare!!
Federico Fasce: Dunque. Kurai è il mio nickname più o meno dal periodo del mio lavoro come game designer. Kurai significa buio, in giapponese. Ma non l’ho scelto tanto per il suo significato (se è per quello, scritto con un altro ideogramma, vuol dire anche incompetente, così mi ricordo di non montarmi troppo la testa, ché ho ancora tanto da imparare) quanto per il suono che mi piaceva molto. Ormai si è un po’ svuotato però, dall’idea originaria. E comunque i miei blog non si sono mai intitolati semplicemente Kurai, dato che quello è un nickname. Vabbeh, la fo breve: ora il mio blog si chiama insert coin, perché richiama la mia passione e il mio lavoro in ambito videoludico e perché mi ricorda le macchine a gettone che hanno iniziato tutto questo. E dato che l’idea è di guardare il mondo dal punto di vista di un game designer, ecco, insomma, eccolo lì. Insert Coin. Ma non è che bisogna pagare, per leggere :)
Livefast: l’ho chiamato cloridrato di sviluppina per provocare senza dare troppo nell’occhio. chi doveva capire ha capito. no, non lo cambierei. trovo sia una delle mie creazioni meno soggette all’usura. se dovessi aprirne uno adesso lo chiamerei… credo “ohne Titel” oppure “Manzo” o forse “G-Power”. (se vi piacciono usateli pure, non ho *nessuna intenzione* di aprire un altro blog).
Krishel: Il mio blog come ben sai si chiama Krishel’s house ossia la casa di Krishel. Mi autocito: “Perchè la casa? Ho sempre avuto un sogno che temo rimarrà tale: una casa messa a disposizione di amici, una sorta di porto di mare in cui tutti sono bene accolti ovviamente nel rispetto delle norme della buona educazione e del vivere civile. Ho voluto trasferire questa idea al mio blog. Non è un semplice blog, è la casa dei miei pensieri.”. Più avanti ho costruito un altro blog, meno conosciuto e pubblicizzato, più nascosto che ho chiamato Shadow Land. La terra delle ombre. Mi rifaccio alla teoria di Jung dell’ombra ossia tutto quello che non si mostra alla gente per paura, quieto vivere, convenienza e altro ancora. Nella Shadow Land sono meno mediata della casa. E’ uno spaccato apertissimo su quello che mi passa e a volte non sono pensieri positivi, tutt’altro. Come chiamerei il mio blog se dovessi aprirlo ora? forse Sister of night, come l’omonima canzone dei Depeche Mode oppure Krishel’s eyes parafrasando un telefilm che va in onda la sera tardi su canale cinque. Ma tranquilla i due che ho mi richiedono abbastanza tempo tanto che non credo ne creerò mai un terzo.
Odiamore: Ho scelto “odiamore” perché, nel momento in cui ho aperto il blog (giugno 2007), oscillavo tra quei due sentimenti. Non che sia cambiato molto, da quel giorno. Ora come allora, come ho scritto nel forse piu’ eloquente sottotitolo, è sempre molto “difficile convivere con l’ambivalenza”…
Dania: “Malafemmena” è per me una qualifica (oltre che un forte legame con le mie origini) :). Non mi pento né di aver intitolato così il blog né di essere come la protagonista della celebre canzone di Totò. Se dovessi aprirne uno nuovo, lo intitolerei: The Artist Formerly Known As Malafemmena :D
Radiowaves: In origine fu Radiodays. Volevo comunicare la passione per la radio ma anche un senso di leggerezza, di allegria, di quella che ci dà la musica che ci accompagna ogni giorno e che ascolto ogni volta che posso. Quando decisi di passare a un dominio di proprietà l’estensione .it era già occupata, così cercai un nome che non rinnegasse le origini e che suonasse simile al primo.
Cristella: Il blog è stato un regalo di mia figlia Dora. Insieme abbiamo cercato un nome giusto, che fosse breve e facile da ricordare. Era maggio 2007. Se su Google cliccavi Cristella (il nome del mio “alter ego” in una delle favole che ho scritto, una regina, tanto per non darsi delle arie…) veniva un noto veterinario milanese e un politico del sud Italia. Ora ci sono io al primo posto, eh eh!
Farfintadiesseresani: All’inizio è stato Gaber, ovviamente. Il pensiero della sua arguzia e del velluto della sua voce. Tra le tante canzoni, ho scelto “Far finta di essere sani”. Rende bene l’idea di un tentativo di razionalizzare, di mettere ordine nelle tante suggestioni che la vitaccia ci fa incontrare, nella certezza un po’ sfigata e un po’ ragionevolmente umile che alla fin fine ci si autoinganna sempre un po’ quando si crede di avere afferrato un senso, di essersi finalmente capiti. L’alternativa sarebbe stata “L’illogica allegria”. Bello uguale e forse persino di più. Me lo tengo da parte per quando metterò online un podcast. :D
#6: Numero 6 è il nick che ho usato e uso su usenet (scusate l’eccesso di “us”), tratto ovviamente da The Prisoner . Al momento di aprire il blog ho pensato a qualcosa che lo ricordasse, che fosse il “posto” di Numero 6, e il paesino del Galles dove è ambientato si chiama, nella realtà, Portmeirion. Molti capitano sul mio blog cercando le famose ceramiche che sono vanto del suddetto paesino. Non ho mai scritto un post sulla ceramica.
Pietro Izzo: Tra la fine degli anni 90 e l’inizio degli anni 00 ci avevo un sito che aveva il mio nome, pietroizzo, che poi tra l’altro è anche il mio nick perché non ho mai creduto molto nel fatto di usare pseudonimi, ho sempre pensato bene (o male) di metterci la faccia e il nome. Va beh. Comunque quando nel 2003 ho iniziato a bloggare ho pensato di chiamare il blog CasaIzzo per via di un’assonanza ideale tra le cose che raccontavo e le immense vicende di Casa Vianello (le prime serie, non le ultime che fan tristezza). Poi va da sé che negli anni si è parlato anche d’altro e non soltanto di beghe familiari. Da cui l’aggiunta nel 2008 del sottotitolo “cultura generale digitale”. Non sai quanti arrivano sul blog cercando “domande di cultura generale”…! Poi sai, il mio cognome si presta bene ai giochi di parole, per cui c’è il Tumblr MinimalIzzo, il programma CanalIzzo e via dicendo… :-D
Matteo Bordone: In “Una vita al massimo” di Tony Scott a un certo punto entrano in un bagno e c’è uno che dorme nell vasca. E uno gli dice tipo “Hey, Freddy Nietzsche, sveglia!” Lo trovavo divertente. E poi Nietzsche è un titolista da blog ante litteram.
Lester: American Beauty è uno dei miei film preferiti. L’ho scelto come titolo soprattutto perché faceva riferimento alla bellezza: vedevo che tanti usavano il loro blog per denunciare ciò che c’era di brutto e di sbagliato, cosa degnissima ed importante, ma io preferivo invece parlare di ciò che di bello ed interessante vedevo attorno a me. Lester è ovviamente Burnahm, il protagonista del film, interpretato da Kevin Spacey.
John: Lo intitolai John’s blog perchè volevo citare il “Captain’s log” di Star Trek, il diario del capitano. Non lo cambierei mai però se aprissi uno nuovo sarebbe in incognito oppure “Quello che non ho mia avuto il coraggio di scrivere!”
.mau : le Notiziole di .mau. nacquero nel 2001, quando mi trasferii a Milano. L’idea iniziale era di dire che cosa mi capitava, e quindi dare notizie non eccessivamente importanti, ergo notiziole; quanto a .mau., era la mia firma in rete già da quasi dieci anni. Perché mai dovrei cambiare il nome? ci sono affezionato :-)
Xarabas: Il nome “Ilpaesechenonc’è” nasce dall’isola che non c’è, ma anche da un paesino (in cui abitavo) che andava perdendo la sua identità per diventare l’ennesima scheggia di Roma, la lontana città. Volevo scrivere cose locali (e l’ho fatto), poi è diventato per le mie passioni un punto in cui narrare cose che ritengo interessanti per l’arte e per lo sport (rugby). Pentito mai, anzi mi spiace non riuscirlo ad aggiornare più frequentemente. Un’altro nome per un nuovo blog? Forse Trocadero, oppure, “5 metri dalla meta è meta” o ancora, semplicemente, “If I Weren’t upon the stage”…
L’uomo blogettile: “Blogettile” è nato oggi. Il titolo nasce dalla parola uomo proiettile, titolo di un film di Silvano Agosti. Un film sull’uomo che spreca il suo tempo. Un blog senza avere un pc a casa e non saperlo usare un granchè. Chissà quanto durerà.
Anna righeblu: Il nome del primo, “Righeblu”, nasce dal tentativo di creare un blog (dovevo riproporlo ad alcuni colleghi in qualità di tutor), e dal fatto che in quel momento lo sguardo è andato sulla coertina, a righe blu, di un raccoglitore ad anelli. Il nome era disponibile, ma non avevo idea dei temi da affrontare, doveva essere solo un tentativo per provare il funzionamento. Ad un certo punto ho aperto anche “ideeweekend e vacanze”, solo per provare un template diverso, con l’intenzione di chiudere il primo… Ancora non trovo il coraggio.
Sergio: Bè, posso aggiungere anche la mia spiegazione? Il mio blog si chiama “Ecletticamente” o, se preferite, “EcletticaMente” Ho solo scelto la parola che meglio si addiceva ad un blog che non aveva voglia di scegliere sull’argomento da trattare. Questo dopo molto tempo passato tenendo semplicemente il mio nome come “titolo” del sito. Mi sembrava una bella parola… e peraltro unica.
Phoebe: Io ho scelto “La stanza di Phoebe” perchè volevo un posto mio dove chiudere metaforicamente la porta come una camera da letto. Phoebe invece, deriva dal soprannome dell’epoca (2003), periodo in cui i miei amici mi assimilavano alla protagonista di Friends non fisicamente ma per la svampitezza. Il nome che scelsi quella mattina di maggio mi piace ancora,però rifarei il template se solo fossi capace! Se ne dovessi aprire uno ora… mmm… non so, non so proprio. Non ne riesco a gestire a modo nemmeno uno!
Alberto: Trabucco è il nome del killer interpretato da Walter Matthau in Buddy Buddy. Non so perchè ci sono così affezionato, probabilmente perchè è spietato ma inetto. Un’altro blog, lo chiamerei Codadipaglia.
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