Il Tempo e la Fretta: Proverbi e Modi di Dire

In questa vita frenetica si perde spesso il senso del tempo; nessuno ha più tempo da perdere, persino i sentimenti come l’amore e l’amicizia sono presi in considerazione spesso solo nei ritagli di tempo e la bella arte di ingannare il tempo nei momenti d’ozio è quasi dimenticata, così come il rammentare che in realtà non è la gente che ammazza il tempo, ma il tempo che ammazza la gente.

Il tempo stringe! pare esser divenuto il nostro motto di vita; perché il tempo vola, il tempo fugge e come la vita   non s’arresta un’ora: ma soprattutto il tempo è denaro.

Perciò bisogna agire perennemente senza por tempo al mezzo, dato che son tempi buitempi duri occorre sempre produrre idee e cose che non lascino il tempo che trovano e che soprattutto siano innovative e non ricordino per nulla quelle che ormai han fatto il loro tempo.

Noi possiamo fare mille progetti, ma da cosa nasce cosa, però è il tempo che la governa; e purtroppo non è soltanto una lotta contro il tempo quella che quotidianamente conduciamo, barcamenandoci in fretta e furia fra orari e scadenze, ma anche una battaglia spesso persa in anticipo verso quelli che fanno il bello e il cattivo tempo in ogni ambiente, sentendosi onnipotenti come Giove Pluvio quando ci impongono tempestando ordini e volontà spesso capricciose o interessate ai fatti loro più che ai nostri.

Nessuno pare ricordare più che il tempo è relativo; cinque minuti passati sotto il trapano del dentista sembrano due ore, e due ore passate insieme alla persona amata sembrano durare cinque minuti.

Tutto, più che eterno, ora ci pare estremamente fugace; chi ha tempo non aspetti tempo, bisogna cogliere l’attimo, perché il momento fuggito più non torna.

Si ha un bel dire che col tempo la lumaca arriva dove vuole; la verità è che si ha sempre l’impressione che tutte le ore feriscono e l’ultima uccida.
Dato che il tempo cammina con le scarpe di lana non si sentono i suoi passi e il tempo perduto mai non si riacquista; ha una tale forza, il tempo, che consuma le pietre, figuriamoci gli uomini fatti di fragili ossa e ciccia.

E pensare che quando eravamo meno civilizzati, al tempo dei tempi, nell’Ecclesiaste (3, 1-8) venne scritto uno dei brani più belli al riguardo:

Per tutto c’è un momento e un tempo per ogni azione sotto il sole. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sbarbare il piantato. C’è un tempo per uccidere e un tempo per curare, un tempo per demolire e un tempo per costruire. C’è un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare. C’è un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per separarsi. C’è un tempo per guadagnare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttare via. C’è un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. C’è un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

Insomma, dato che ogni cosa ha il suo tempo, ricordiamoci sempre di fermarci a tirare ogni tanto il fiato, senza sentirci assolutamente in colpa.

(Da che pulpito, eh? ;-)

©Mitì Vigliero

Come acqua di fontana

Son giorni in cui mi sento un po’ come l’acqua di questa fontana.

Uno scorrere fluido, ma ininterrotto, che mai si ferma o quieta.

Faccio mille cose, una collegata all’altra; come quando si infilano perle in filo per farne una collana. 
Il  filo è lunghissimo, le perle innumerevoli: una collana infinita.

Intanto le ore passano, le giornate mi scivolano addosso velocissime senza che mi accorga materialmente del trascorrere del tempo.

E subentrano i sensi di colpa per risposte non date, lettere non scritte, telefonate non fatte; a chi aspetta da me una cosa di queste chiedo perdono, e di avere ancora un po’ di pazienza.

Il galòp mi rende afasica sia nella voce che nella scrittura, soprattutto in rete; e quando, nei rari momenti di calma mi collego ad essa, mi sento travolta da troppe parole pronunciate contemporaneamente.

Qualcuna la colgo, e mi piace. Ma immediatamente la “perdo”, trascinata via da altre rumorose ed invadenti che, come già dissi, nulla mi comunicano se non un fastidioso senso di perdita di tempo.

Così riprendo altrove il mio continuo scorrere e l’infilar perle nella collana, in attesa di poterle mettere finalmente il moschettone di chiusura.
Per ricominciarne subito un’altra nuova.

Talento e Fama

Ricordate la notizia riguardante Joshua Bell, celebre violinista che – travestito da musicista di strada – suonò per 43 minuti nella stazione di Washington non solo senza essere assolutamente riconosciuto da nessuno , ma soprattutto senza riuscire a catturare, con la sua bravura riconosciuta a livello mondiale, l’attenzione dei passanti?

Antonio Sofi ha scritto tre bei post a proposito, riflettendo sul nostro saper riconoscere il talento , sulla fiducia che diamo alle persone, sulla conseguente importanza che queste potranno avere nella società grazie alla stima, ammirazione, credibilità di cui sono oggetto collettivo.  

Ho dato il mio piccolo contributo nei commenti, raccontando questo:

“Per le mie solite ricerche, sto sfogliando l’annata completa 1869 dell’Emporio pittoresco, un celebre settimanale antenato dei vari Gente, Oggi, EspressoPanorama ecc.

Si parla di attualità, moda, politica, arte, esattamente come se ne parla ora; il linguaggio è ovviamente “arcaico”, ma i contenuti non variano.
Negli articoli vengono citati i personaggi dell’epoca – politici, scrittori, editori, cantanti ecc – nomi che per noi sono “storia” ma allora erano quotidianità: Carlo Cattaneo, Alphonse de Lamartine, Dumas, Alessandro Manzoni, Pio IX, attrici, ballerine, tenori,  come noi oggi leggiamo di politici, papa Benedetto, giornalisti, veline, cantanti e scrittori vari…

Ma la cosa che fa più effetto è leggere cose simili:

”La forza del destino di Giuseppe Verdi è stata presentata il 7 febbraio al Teatro della Scala arricchita dall’autore di una sinfonia, d’un terzetto e d’un corale; sobrio e modesto il successo fra il pubblico

Al San Carlo di Napoli ha debuttato Isabella, la nuova opera del grandissimo Enrico Fusci. La prima sera l’autore fu chiamato 19 volte al proscenio e la seconda 25. Si mostra sempre più fondata la fama immortale del Maestro Fusci.”

Continua l’ininterrotto successo del romanzo Storia d’un boccone di pane di Luigi Macè, che in quanto a vendite e critiche assaissimo positive ha superato di gran lunga il troppo sopravvalutato L’Uomo che ride di Victor Hugo.”

Com’è che si dice?

La vera gloria non è distribuita dagli umani, ma dal Tempo
Insomma, come sempre saranno i posteri a decidere.  ”

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Avete esempi di personaggi  del Novecento che sono stati osannati perché considerati per un periodo talentuosissimi e ottimi, di conseguenza famosissimi nel loro campo (politica, arte, sport, spettacolo, letteratura, musica ecc.), e che oggi invece sono praticamente scomparsi o per lo meno assai “ridimensionati”?

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Beppe: I Jalisse, quando vinsero Sanremo con Fiumi di parole! Subito dopo imperversarono ovunque, su giornali e televisioni. Sapevamo tutto di loro. Poi dopo un anno, di colpo sono spariti. Caduti nell’oblìo più totale.

Antar: Vorrei poterne citare molti che purtroppo invece sono ancora lì e non posso quindi citare…Quelli dimenticabili li ho ,fortunatamente, dimenticati [pure i Jalisse, per dire].

ZiaPaperina: Proprio a questo proposito segnalo questa interessante discussione svolta su Wikipedia: Richieste di pareri/Criteri di enciclopedicità per i personaggi dello spettacolo

Glossy: Io mi ricordo il tennista Cristiano Caratti, salutato come colui che avrebbe risollevato le sorti delle italiche racchette… ma forse me lo ricordo solo io :-D

Luca: Io che sono un pò bastian contrario ti segnalo appunto l’inverso.. personaggi dati per finiti solo per un episodio leggi qui gran premio del belgio spa 2000

Roger: E che dire di tal Pacione prode attaccante meteora juventina et nazionale….

Chamfort: In politica, a parte tutti quelli che per meno di una legislatura ebbero la “fama” come ministri e legislatori più o meno raziocinanti, mi viene in mente Mariotto Segni. Ricordo anni fa, presentato e sostenuto dappertutto come giovane brillante nume dei riformatori referendari e di un nuovo partito invincibile…Ora, nonostante ci sia ancora, non ce ne ricordiamo quasi più la faccia……