Elemento considerato da sempre preziosissimo, tanto che veniva dato come stipendio (salario) ai magistrati e i soldati romani.
Per questo gli antichi romani l’offrivano agli ospiti in segno di amicizia: lasciarlo cadere significava infrangere quel sacro vincolo, e perciò era un gesto che menava gramo.
E quando una città era stata vinta e rasa al suolo, i vincitori facevano spargere sul suo terreno molto sale per renderlo sterile; quindi anche qui il sale versato portava disgrazia.
Anche oggi quando si rovescia la saliera non è considerato beneaugurante; per evitare la jattura, occorre prendere un pizzico del sale sparso e gettarlo dietro la spalla sinistra.
Però il sale in se stesso ha un valore altamente positivo e benefico, perché è elemento incorruttibile.
Durante i battesimi si posa sulle labbra dei neonati un pizzichino di sale, per infonder loro la sapienza; infatti per definire una persona poco sveglia si dice che “ha poco sale in zucca”.
Il sale porta bene agli esaminandi; basta tenerne un paio di granelli nascosti in tasca il giorno dell’esame.
E da sempre si pensa che protegga dal malocchio: ad esempio (credenza siciliana) ponendo sotto il letto, all’altezza della testa, una tazza piena di sale.
E se una cuoca sala troppo una pietanza, significa che è innamorata.
In tempi storici lontani, ma neanche troppo, in cui la fede nella Religione superava quella nella Medicina, si sviluppò il culto dei Santi Taumaturghi, dotati ciascuno di precise specializzazioni, ai quali rivolgersi chiedendo aiuto in caso di malattia.
Di solito la loro competenzain una determinata patologia nasceva, secondo un omeopatico ragionamento popolare, dal tipo di martirio al quale erano stati sottoposti.
Così San Bartolomeo, scorticato vivo, venne e viene invocato per ogni problema dermatologico; Sant’Agata, alla quale vennero strappate le mammelle, in caso di mastiti e tumori al seno;Sant’Erasmo, al quale vennero asportati gli intestini, aiuta nei dolori addominali e San Sebastiano, ucciso a colpi di freccia, nelle ferite.
Problemi oculistici? Ci pensaSanta Lucia, che la leggenda vuole martirizzata con l’enucleazione dei bulbi oculari.
San Lorenzo invece si occupa di ustioni e dolori lombari, visto che venne graticolato sdraiato sulla schiena.
San’Antonio Abate libera dall’Herpes Zoster (Fuoco di Sant’Antonio) perché in vita ne soffrì ed imparò a curarlo fondando dei veri ospedali, mentre San Rocco, morto nel 1327 assistendo gli appestati, guarisce non solo le pestilenze ma ogni malattia che produca piaghe.
Nella chiesa a lui dedicata che si trova a Villa Santo Stefano in Ciociaria, una sua reliquia è racchiusa in una piccola statuina che lo raffigura, detta “San Rucchittu”.
Quando un malato grave non può recarsi in chiesa per chieder direttamente la grazia, la statuina viene portata a casa sua, come ultimo disperato tentativo di guarigione. Da qui il detto popolare “Ci hau purtatu Sa’ Roccu”, usato per definire lugubremente un malato allo stadio terminale.
Vi sono poi quelli eletti specialisti di determinati morbi grazie alla prima grazia che concessero quand’eran già Santi, o a episodi miracolosi che valsero loro il titolo. Sant’Angelo ad esempio cura il latte materno; a Morolo (Frosinone) esiste una grotta a lui dedicata, un tempo meta di puerpere con pocolatte: per farlo aumentare grattavano dalle pareti un po’ di calcinacci e li inghiottivano dentro un’ostia (sic).
San Pietro Eremita invece è specializzato in ortodonzia; sino alla metà del ‘900, quando un abitante di Trevi (di cui il Santo è patrono) aveva mal di denti, si recava sulla sua tomba, intingeva un dito nell’oliodella lampada votiva lì sempre accesa e con quello si toccava il dente dolorante.
Per il mal di gola rivolgersi invece a San Biagio, mangiando il 3 febbraio a colazione un pezzetto di panettone appositamente conservato da Natale, mentre per la raucedine si raccomanda San Bernardino da Siena, gran predicatore dal pulpito in tempi in cui non esistevano i microfoni.
Per l’otite c’è San Calimero; per polmoniti e bronchitiSan Mauro, mentre per le numerose malattie infantili gli specialisti son ben tre: San Romano Abate, San Filippo eSanta Felicita.
Contro la pazzia c’è San Francesco di Sales, contro gli avvelenamentiSan Benedetto, contro gli annegamentiSan Placido. Sant’Acario di Noyon protegge dalla follia, dall’isteria, dai mariti violentemente gelosi e dai padri maneschi (in generale è il patrono dei “caratteri difficili”, sic).
E infineSan Pasquale Baylon – che leggenda vuole sia stato l’inventore del rinvigorente zabaglione – viene mobilitato per risolvere la sterilità e l’impotenza maschile; non per nulla a Napoli, su un muro della chiesa a lui dedicata a Chiaia, c’è una lapide che recita: “Edificata da Carlo Re III in rendimento di grazie per aver ottenuto prole maschile“.
Per chi non l’ha vista, ecco la mia parte nella trasmissione, divisa in 3 video. E anche questa è dedicata alle tutte le Mamme Tesoremie, future e non.
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: