Regalo fratello Guido + cognata Monica: fatto Regalo nipotino Luca: fatto Regalo nonna Tina: fatto Regalo Papà Pippo: fatto Regalo Zia Bianca: fatto Regalo Zia Gabriella: fatto Regalo suocera Clara: fatto Regalo cognati Guido e Bruna: fatto Regalo nipotina Elena: fatto Regalo nipotina Giulia: fatto …
Essendo una personcina previdente, metà di quei regali li avevo comprati già da settembre. E se ne son sempre stati lì, accuratamente fasciati, con tanto di bigliettino. E ora non ricordo assolutamente cosa diavolo siano. Sì vabbé, uno so che è un vestito, l’altro un giaccone, poi un paio di borse…Ma come siano precisamente fatti , non lo rammento più. Amen, l’apertura del pacchetto sarà una sorpresa anche per me ;-)
Perché li compro con tanto anticipo? Innanzitutto perché – essendo sempre al galòp – sono stufa di ulteriori corse nell’ultimo periodo; e poi perché da anni ho capito che scegliere un dono per una persona amata deve essere una folgorazione; vedere un oggetto, e immediatamente pensare “E’ perfetto per X o Y. Glielo darò a Natale”. Ché tanto Natale arriva sempre, eh?
E poi ho notato che in questo modo, si spende anche in modo più intelligente; e di questi tempi è importante. Diluire nel tempo l’acquisto dei doni, non comprandoli tutti in gruppo, significa non dilapidare una tredicesima in un lampo. Scegliere con più calma significa fare meno errori e non incappare negli inevitabili aumenti natalizi. E soprattutto evitare sprechi di tempo, pazienza e tranquillità: nulla è più stressante di negozi e magazzini strapieni, almeno per me.
Dicono che “i soldi non facciano la felicità”, ma è provato che aiutino a sopportare meglio la tristezza; Fogazzaro diceva “le banconote asciugano le lacrime meglio del fazzoletto”.
Essere “senza un soldo” non è certo piacevole: per i tedeschi “uomo senza quattrini è morto che cammina”, per i russi “borsa vuota rende trasparenti”, invisibili, quasi senza dignità.
Si ha un bel dire che vi sono cose più importanti, come la salute o l’amore; ma gli spagnoli ribattono che “denaro allunga la vita” e i francesi dicono “amour fait beaucoup, mais l’argent fait tout”, amore fa molto, i soldi tutto. Persino la salvezza dell’anima. “No penny, no paternoster” recita un antico proverbio inglese ora parodiato da una nota pubblicità. E anche i sardi dicono “senza dinari non si cantat missa”: insomma, non si fa proprio niente.
Non aveva certo torto Maugham affermando “il denaro è il sesto senso: senza di esso gli altri cinque non servono a molto”; mettendo da parte ogni ipocrisia moralistica, tutti in generale ammettiamo la sincerità del detto “borsa piena, cuor contento”.
Qualche grana i soldi la danno ugualmente, bisogna maneggiarli con prudenza perché “i denari vengono di passo e se ne vanno al galoppo”; attenzione alle “mani bucate” e allo “spendere e spandere” e agli investimenti errati (ma d’altronde “denaro sepolto non fa guadagno”); vagliare chi viene “a batter cassa” (“all’amico non prestar denaro; o perdi il denaro o perdi l’amico”) tenendo a mente che di solito “chi ha denari da recuperare, molti chilometri ha da fare”.
In realtà oggi è più facile recuperar crediti dagli amici che dallo Stato che ci deve riborsare balzelli eccessivi o errati, e i chilometri si fanno “a soldi perduti”, vagando eternamente e indarno da un ufficio pubblico all’altro con gran spreco d’energia, alla faccia del detto “il tempo è danaro”.
Guadagnare soldi dovrebbe costare fatica; “guadagnarsi il pane col sudore della fronte” in fondo significa pure dare un valore alla nostra dignità di uomini. “Denaro fatto senza stento se va come il vento” , dicevano…
Ma poiché si dice anche che “il denaro ignobile, nobilita”, nessuno stupore se si scopre per l’ennesima volta che ci sono quelli -e non ovviamente individui “da quattro soldi”- che riescono, senza versare una stilla di sudore, a “bussare quattrini” ricevendo “soldi a pioggia” in cambio di favori seguendo il motto “dare denaro, vedere cammello”.
Ormai in pochi si scandalizzano: già i latini dicevano “aurum lex sequitur”, prima il denaro poi la legge, e “dove c’è danaro tace Catone e divien sordo Cicerone”.
Ciò dimostra come purtroppo sia sempre più valido il detto di Petronio “pecunia regina mundi”, che tradotto “in soldoni” significa “il denaro è il vero padrone del mondo”.
E l’imperatore Vespasiano, al figlio Tito che lo criticava per aver imposto una tassa sugli orinatoi pubblici, cacciandogli sotto il naso una manciata di monete gli rispose: “non olet”, non hanno odore, anche se provengono dalle latrine.
Ma Vespasiano si riferiva a fogne vere, non a metafore politico-economiche.
Conoscete altri proverbi o modi di dire – anche dialettali – che abbiano come protagonista il denaro?
Alianorah: Nessun detto ma due titoli “Il colore dei soldi” (film di Scorsese) e “L’odore dei soldi” (libro di Vetri e Travaglio).
Caravaggio: Proverbio siciliano: cu’havi dinari,sputa sintenzi, cui picca teni,avi,caru= chi ha denaro,sputa sentenze, chi ne ha poco se lo tiene caro.
MimosaFiorita: Chi ccia’ quattrini nun va mmai carcerato. Lu sparagnu vale cchiu de lu guadagnu = il risparmio vale piu’ del guadagno. Pe desideriu de sordi, ogni sputazza pare carlinu = per desiderio di soldi, ogni sputo sembra una moneta. Sordi fanno sordi, pitucchi fanno pitucchi= soldi fanno soldi, pidocchi fanno pidocchi. Li sordi dell’avaro, se li magna lo sciampagnone= i soldi dell’avaro se li gode lo sciupone.
Baol: ricordo una battuta che c’era sul libro “Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano”: “I ricchi ed i poveri nella vita hanno diritto allo stesso quantitativo di ghiaccio: i ricchi in estate ed i poveri in inverno”
Tittieco: Proverbio romano: I soldi son come la sabbia,una soffiata e volano! Proverbio marchigiano: I soldi degli avari vanno a finire agli spreconi.
Boh: Mia nonna Enrica, che era ricca, la chiamavano la dote che cammina. O anche il milione che cammina (perché teneva i soldi in petto). Diceva: i soldi non fanno tutto, ma molto.
Luca: dinee i fan dinee (genovese) i soldi fanno (altri) soldi ricordo una sera ad un cena di quelle importanti dove un grande “prete” aveva invitato tutti pezzi grossi per farsi fare una donazione per la sua comunità, c’erano banchieri imprenditori tutta gente che conta, e nel suo simpatico discorso terminò con un “tre sono le cose importanti per l’uomo la salute del corpo la salute dello spirito, pausa e la salute del portafoglio” e solo al terzo scatto automatico l’applauso
Clando: Di espressione zeneize: “I sodi do paesan, son in mostra comme e balle do can” (I soldi del paesano sono in mostra come le palle del cane). Beata semplicità.
Princy: A Genova si dice, ricordando l’attore Gilberto Govi, “la salute senza soldi è una mezza malattia”
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