Toccaferro In Pillole: Credenze e Superstizioni sui Papi

stemma papato

Oltre le ormai conosciutissime e stracitate Profezie di San Malachia, esistono molte credenze e superstizioni legate ai Papi.

Ad esempio, si dice che nella basilica di San Giovanni in Laterano esista una pietra che preannunzia la morte dei pontefici sudando e scricchiolando; secondo la leggenda, si tratta della pietra del sepolcro di Papa Silvestro II detto Il Papa Mago.

Si crede che le sue ossa, quando un papa sta per morire o si trova in grave pericolo, inizino ad urtarsi con immensa violenza facendo un baccano tale che viene percepito persino all’esterno.
L’assurda credenza è nata per colpa di un’errata traduzione di parte della scritta che si trova sulla tomba: Iste locus Silvestris membra sepulti venturo Domino conferet ad sonitum, questo luogo all’arrivo del Signore renderà al suono (delle trombe del Giudizio Universale) i resti sepolti di Silvestro. Ma quel conferet ad sonitum venne correlato al corpo di Silvestro e tradotto con “emetterà un suono” (e per fortuna non aggiunsero “di tromba”).

Un’altra antica superstizione riguardante i Pontefici è quella secondo la quale il periodo di pontificato di un Papa non dovrebbe mai e poi mai superare quello di San Pietro (25 anni); se ciò accadesse, nel giro di pochi anni Roma e il Vaticano verrebbero travolti da enormi sconvolgimenti.

Che sciocchezza.

Pio IX
regnò 32 anni senza che accadesse nulla di particolare alla Chiesa Romana e alla Città Eterna…a parte la fine del potere temporale dei Papi (e del Papa Re) grazie alla progressiva Unità d’Italia che nel 1859 tolse loro l’Emilia Romagna, nel 1860 l’Umbria e le Marche e nel 1870 Roma stessa.

E anche il pontificato di Giovanni Paolo II durò più di quello di San Pietro; per l’esattezza 26 anni, 5 mesi e 17 giorni

Ma vi sembra forse che dopo di lui sia accaduto qualcosa di strano in Vaticano e nel Governo Romano? 

© Mitì Vigliero

Vedi anche: Credenze e superstizioni sui Papi

Campane Romane

 Nella chiesa di Santa Maria dell’Aracoeli, sopra le volte barocche delle cappelle della navata sinistra, esiste un lungo corridoio dove – a un certo punto – si trovano due corde unite al centro da una specie di panchetto di legno; un’altalena, insomma.

E cosa ci fa lì?

Presto detto.
Le corde sono quelle delle campane e quando è il momento di suonarle a distesa, i frati si siedono lì sopra e si lasciano dondolare allegramente: perfetta applicazione del detto francescano “servire Dio in letizia”.

E sempre a proposito di campane, lo sapevate che secondo i vecchi romani quelle di alcune chiese parlano?

Basta saperne intendere il suono.

Ad esempio, quella di Santa Maria Maggiore annuncia:
Avemo fatto li faciòli, avemo fatto li faciòli!

Quella di San Giovanni in Laterano domanda:
Con che? Con che? Con che?

E la campanella di Santa Croce in Gerusalemme risponde:
Co’ le cotichelle, co’ le cotichelle, co’ le cotichelle!

©Mitì Vigliero