Se quattro anni fa qualcuno m’avesse predetto “Da ora in poi la tua vita sarà fatta soprattutto di Case”, l’avrei preso per matto.
E invece è accaduto.
Tutto iniziato con quella in cui vivo, che ho avuto la bella idea di ampliare e ristrutturare con me dentro, vivendo 8 mesi d’inferno tra calcinacci e muratori folli.
Non era ancora finita, che ho dovuto occuparmi di quella di Mamma, disabitata da cinque anni e quindi venduta.
Svuotarla completamente è stata una ginnastica dell’anima fisicamente e spiritualmente massacrante, durata più di 5 mesi.
E ora mi aspetta un’altra Casa, forse la più difficile.
Se gli altri erano appartamenti, questa è una Casa un po’ più grande.
La Casa dei quadrisavoli, quella che racchiude nelle fondamenta le nostre radici.
Una Casa dove ho trascorso da quando son nata ogni estate della mia infanzia/adolescenza. Una Casa amatissima, che però per quasi due lustri mi è stata lontana, rivivendo solo come scenografia di un romanzo.
Una Casa che ora ha tanto bisogno d’amore, di cure, di attenzioni, di pulizia, di risate, di ritornare a essere quel Nido sereno che era.
E così mi ritufferò nel solito vortice di Truppe Cammellate (e conseguenti, inevitabili miei sčiupùn de futta), di scatoloni, di allergie, di colpi della strega, di traslochi, di ricordi, di magoni, di progetti.
Sarà un galòp infinito.
Ma bellissimo.
(Colonna sonora QUI)