Galòp

Visto che sono al galòp per motivi poco piacevoli, perché per una volta non raccontate voi a me qualcosa di bello?

Che so, come sono andate le vostre vacanze e la vostra estate, i luoghi che avete visto, i cibi più o meno buoni e diversi che avete assaggiato, momenti buffi o teneri, persone o cose particolari incontrate, le vostre foto più belle…
Mi fareste un enorme regalo a tenermi la mente occupata in pensieri sereni, sapete?
:-*

E una volta girata?

Cosa vedremo? Che accadrà?  


(foto Txan Cardona)

Mimosafiorita: Appena girata, vedro’ un immenso prato con tutti i toni del verde, in contrasto con il rosso dei papaveri, e accadra’ che correro’ ad allungarmi su quel prato con un bel libro, alternando lunghe pause per far vagare la mente.

Beppe: Due rampe di scale a chiocciola; una sale, l’altra scende. Dovremo decidere quale fare.

Marchino: Una scala che scende al mare. Oppure girando la chiave si mette in moto un grandioso carillon, con al centro una stella e dieci pianeti che vorticano intorno e sul terzo pianeta, quello azzurro e piccino, con una luna al seguito…

Antar: L’interno di un armadio. Profumato di polvere e lavanda

ZiaPaperina: Un solaio, pieno mobili e bauli. Accadrà che pesseremo ore a guardare in quei bauli, alla caccia di ricordi (almeno io lo farei di sicuro!!)

Roger: la camera ancora da pulire dell albergo (nientepopòdimenoche un cinque stelle…forse erano comete) prenotato per le vacanze…sic…GRRRRR…e i CABBASISI…girarono, girarono, girarono…

Luca: troveremo la cantina del nonno, con quegli odori, quei rumori, con tutte le bottiglie lavate pronte ad accogliere il vino nuovo della prossima vendemmia il sacco del mangime per le galline (u brennu) aperto e quell’angolo là in fondo con uno strano mucchietto di sabbia, la dove erano nascoste le bottiglie “pregiate”… e lui la in fondo con gli occhiali chino sul banco da falegname intento ad armeggiare a qualche invenzione, o a costruirsi uno strumento nuovo…

L’Avvocatessa: Una stanza al piano terra di un centro storico sul mare.
Abbandonata ed odorosa di umido.
Il pavimento di pietra viva, una finestra dagli stipiti cotti dalla salsedine, un cartone pieno di libri, brandelli di vecchi manifesti che ciondolano dai muri, una rete da rammagliare, una lucertola che sguizza spaurita al primo fascio di luce.
Oltre la veduta, un porto vecchio mille anni.
Ed io vestita da maschiaccio che sorrido con un secchiello di pittura bianca in mano.

Nonsonocostante: l’anima si espande

Dedy: Il mare, con la sua immensità…e una barchetta lì ad aspettarmi….che mi porterà ovunque io voglia andare!

Tittieco: Una bellissima vallata verde,con cavalli galoppanti in piena libertà, un piccolo fiume fiancheggiato da salici piangenti che scorre tranquillo.

Regi: Una cantina in penombra, una finestrella con la rete, e tutti i nostri vecchi giochi impolverati, ma vivi!

Krishel: Cosa c’è dall’altra parte? Quello che ancora non abbiamo visto in generale e di noi stessi. Bello o brutto che sia…(continua)

Oscar Ferrari: Appena girata non succede niente, era chiusa a doppia mandata.

Skip: un bellissimo fondale marino da esplorare camminando,senza maschera e pinne…mi piacerebbe scoprire Atlantide

Dania: La mia dispensa. Vuota.

Anna righeblu: Una cantina buia, vagamente illuminata da un solo fascio di luce che, dalla rete arrugginita di una finestrella, penetra obliquamente nell’oscurità, e rivela pesanti ragnatele intorno, e sulle polverose, vecchie botti…

Rosario: Sarà chiusa per sempre, butteremo la chiave, gireremo le spalle a quella porta e proseguiremo verso il nostro futuro.

Gattasorniona: dietro la porta c’è un altra porta, sprangata, naturalmente

Alianorah: Una terrazza che si affaccia sui tetti della città vecchia. Una musica. E lui. Finalmente lui.

Aglaia: apparirà la visione assolata di colline ricoperte di fiori multicolori, lo sguardo seguirà il riflesso di un ruscello che gioca a nascondersi fra cespugli di piante sulle cui rive regalano ombra invitante al riposo…..e noi sdraiati a guardare le nuvole nel cielo limpido spostate dal vento.

Uzi: la chiave non gira nella toppa. i meccanismi sono inceppati dalla ruggine.
ma la porta è aperta, anche se non si può entrare. appena varcata la soglia, infatti, il soffitto cade spiovente e anche un bambino deve piegarsi solo per fare il primo passo.
dentro è buio, non ci sono lampadine né candele, l’aria è pesante e carica di polvere, l’odore è strano, sembra di respirare ferro e sabbia. è un posto pauroso, ma affascinante. nessuno sa cosa ci sia più in fondo, si vede solo la piramide di carbone, come una macchia nera nel buio. un posto pauroso, ma anche affascinante perché è uno di quei posti che i grandi vietano. erano anni che non ‘tornavo’ nella mia carbonaia (che ormai esiste solo nella mia memoria).

Roquentin: Non gira, s’inceppa, quella porta non è aperta da troppo tempo.

Mary: …un sacco di vestiti appesi, su grucce di legno, abiti vecchi ma ben conserrvati, per lo più bianchi, coi pizzi.

Spikette: La moglie di Barbablù apre la porta e scopre le teste mozzate delle precedenti first ladies. La chiave le cade di mano e si imbratta di sangue, come vuole la fiaba.