1972-La mia Estate più bella. E la vostra qual è stata?

All’improvviso stamane ho sentito nell’aria un profumo misto di crema abbronzante e sassi caldi; un miraggio olfattivo, indubbiamente, visto che – al solito – sono inchiodata in città per tutta l’estate.

Però, grazie all’effetto proustiano delle madeleinette olfattive, mi sono trovata catapultata all’improvviso in una Rapallo del 1972.

15 anni, una Truppa di amici inseparabili di età variabile dai 13 ai 18 anni.

Vita di mare vera dalle 9,00 del mattino alle 23.00 – quando scattava il coprifuoco, e bisognava a quell’ora già essere a casa- zompando da un Primero (i battelli che facevano rotta Rapallo-Santa Margherita- Portofino- San Fruttuoso e ritorno) a un gommone a un gozzo a una barca vela.

Noi avevamo la cabina a San Fruttuoso e lì era il punto di ritrovo della Truppa munita di barche e barchini di varie dimensioni con le quali scorrazzavamo fra i Bagni Fiore di Paraggi, i Covo, i Miramare e gli Helios di Santa, gli Excelsior di Rapallo… Insomma, tutti gli stabilimenti balneari dove si trovavano le cabine dei numerosi componenti della suddetta Truppa.

Ricordo ancora gli sguardi tra il terrorizzato e il divertito delle madri, quando ci vedevano piombare all’arrambaggio… Sembravamo veramente dei pirati, spettinati, abbronzatissimi, vestiti solo di costumi/magliette sbrindellate/ciabattine di gomma: chi se ne fregava della moda? Eravamo gente di mare!

Quell’estate mi è rimasta fortemente impressa perché eravamo tutti particolarmente felici e assolutamente spensierati.

Nessuno di noi aveva esami a settembre o grane familiari; stavano tutti bene di salute, piccoli e grandi; giornate sempre splendide e nottate (per noi adolescenti di allora, le notti iniziavano alle 20 e finivano, come ho detto, rigorosamente alle 23) trascorse fra falò sulla spiaggia, picnic a Nozarego, feste in casa dell’uno o dell’altro con memorabili i Crêpes Improbabel (sic) Party: centinatia di crêpes da riempire con qualunque cosa di commestibile, spesso con abbinamenti improbabili, appunto…

E una colonna sonora che da stamane mi risuona in testa, assorbita assieme al profumo di crema abbronzante di sassi caldi:  Popcorn degli Hot Butter

E la vostra estate più bella, qual è stata?

QUI i commenti su FriendFeed

 

© Mitì Vigliero

Malinconico Zapping: alla Ricerca del Tempo Perduto, con un Telecomando

 

Interminabile pomeriggio d’estate in città. Persiane socchiuse alla ricerca d’un po’ d’ombra, il ventilatore che ronza muovendo aria calda.

La macaja abbassa sia la pressione sia la lucidità mentale; l’unica è stare sdraiati sul divano con in mano il telecomando e guardare la tv in uno zapping distratto.

Non so manco che canali siano: sono troppi. 
Ignoro che cosa sia quello che sto vedendo; so solo che sono cose vecchie.
Vecchi film, vecchi telefilm, spezzoni di vecchi spettacoli.

Come l’ennesima replica su una tv locale de La casa nella prateria, che l’ennesimo zap mi mostra. Io e Laura Ingolls siamo quasi cresciute insieme; guardavo recitare Laura bambina ed ero bambina come lei.

Ora mi fa un certo effetto vederla cristallizzata a dodici anni, con le treccine e la vocina, mentre io potrei essere pluricomodamente sua madre.

Altri zap frenetici, altro film in bianco e nero: Cerasella, con Marisa Allasio. In una sequenza sfoggia un abito a strisce chiare e scure, vitino di vespa, corpetto a scollatura quadra, gonna larga.

E di nuovo all’improvviso ricordo e mi rendo conto che è identico, ma proprio identico, a quello che indossava mia madre in una foto in bianco e nero scattata a Portovenere.
Era la fine degli anni ‘50, e quel vestito è stato per anni appeso in un armadio in campagna. Chissà che fine ha fatto.
Le strisce erano color avorio e salvia; di quello dell’Allasio ignoro la tinta, il film è in bianco e nero, come la foto di mamma, come quasi tutti i ricordi di quelli della mia generazione.

Ma guarda un po’ che roba.
Marcel Proust ritrovava il suo tempo perduto mangiando madeleinettes: io ritrovo il mio facendo zapping col telecomando.

Invece che quel gioco da bambini, il “filo di parole” – dove una parola ne richiama un’altra – mi metto a fare il “filo delle immagini“, che richiamano ricordi. Un gioco dell’anima.

E con un altro zap-madeleinette ecco comparire Enrico Simonetti: anno 1966, gli orecchioni.
Li avevamo presi in contemporanea io (9 anni) e mio fratello (6 anni); ricordo noi due insieme nel lettone dei genitori a guardare Il signore ha suonato?, uno spettacolo musicale.
Simonetti raccontava buffe favolette accompagnandosi al piano e noi ridevamo mentre nostra madre piangeva: perché fa malissimo ridere con la faccia gonfia per gli orecchioni presi a 30 anni.

Rifaccio zap ed ecco Il cow-boy col velo da sposa, titolo idiota per un film molto carino; la prima volta che lo vidi fu alle medie, a scuola, Istituto Sant’Anna, via Massena Torino.

Due volte al mese, al pomeriggio, le monache “facevano cinematografo” per le allieve; un’orda di femmine dai 6 ai 18 anni stipate in auditorium a guardare pellicole romantiche e dolci: Tutti insieme appassionatamente, Sette spose per sette fratelli, FBI operazione gatto, Piccole donne, Pollyanna

Ricordo che per noi, allora, il film era bello solo se l’ultima sequenza si chiudeva con un bacio fra il lui e la lei protagonisti principali.

Che sceme eravamo.

O forse no?

©Mitì Vigliero

E voi avete madeleinettes televisive legati a particolari ricordi della vostra infanzia?

Qual è la vostra Madeleinette Olfattiva?

 

Aqua_di_genova

 

Mi hanno regalato uno dei più buoni  ricordi olfattivi della mia infanzia. 
La usava sempre Nonna Teresita, questa colonia, e annusarla mi ha catapultato immediatamente in uno dei suoi abbracci caldi e morbidi.

E mi sono venuti in mente Natali di tanti anni fa, in cui la guardavo per ore preparare ravioli e croccante (meraviglioso il momento in cui lo versava sul piano di marmo del tavolo della cucina…).
Natali in cui attorno al tavolo eravamo in tanti, e “i grandi” -tutti i nonni compresi- erano tutti ancora giovani e in perfetta salute.
Natali con lunghe vacanze trascorse tra Genova e Rapallo e per noi, che abitavamo a Torino, quel mare d’inverno era meglio di una cura ricostituente.
Soprattutto per Mamma, che della sua Liguria sentiva la mancanza in modo lancinante; e quando le chiedevano “Dove abiti, a Torino?”, anziché via Canova rispondeva “Verso Genova”.

Un’acqua di colonia che mi fa da proustiana madeleinette; oggi, in questa campagna laziale bagnata dalla pioggia, io sento ilprofumo del mare e del croccante di Nonna, e le voci di tutti quelli che amavo e che non so cosa darei per poterli riabbracciare.  

E per voi, qual è la vostra madeleinette olfattiva?

Fatacarabina: Che bella questa domanda che poni, Mitì mia. L’odore della crema, quella fatta con le uova e il latte, che mi ricorda l’infanzia. E poi l’odore del Opium, profumo maschile così buono che a volte lo rubo a mio padre. E poi l’odore dell’acqua di melissa, a 90 gradi, che ogni tanto, quando ho coraggio metto nel tè. E poi c’è l’odore di mandarini, che mi ricordano una pelle indimenticabile :)

Tittieco: Per me questa

Leonardo (su FF): l’odore dell’erba bagnata. i fiori di robinia

Beatrice Bruni (su FF): La salvia colta dall’orto. L’odore di mobili antichi. La spiraletta d’estate. L’acqua di colonia alla violetta. Il profumo della cipria. Il profumo del panino bianco mantovano.

Nastja (su FF): l’acqua di melissa e le saponette alla lavanda di Atkinsons, memoria dei miei nonni

Mimosafiorita: La mia memoria olfattiva è corsa a mia nonna e ai suoi abbracci profumati di Presage di Atkinson, mi sembra di sentirlo ancora, e poi il profumo delle sue ciambelline, che lei chiamava crespelle, ed era semplicemente pasta lievita cresciuta e poi fritta, spolverizzata con zucchero e cannella,un sapore indimenticabile nella sua semplicità

la Rejna (su FF): i gelsomini la notte, in sicilia

Ciocci:  l’odore dei kinder cereali. mi rimanda a pomeriggi spensierati passata a casa dei nonni, a passeggiate in campagna, guanti e cappelli.

Pietro: L’acqua di colonia della nonna (si chiamava proprio “acqua di colonia”). Odore di bosco, umido, vecchio. Non a caso i profumi che prediligo hanno queste note qua. Anche l’odore di marciapiede di città alle prime piogge estive.

Graziella: Il profumo di zucchero farina burro uova e buccia di limone che sulla spianatoia aspettavano che nonna, e poi mamma, tramutassero in fragranti crostate. E’ il mio profumo di casa e di nostalgia.

Xarabas: Due odori liguri. L’odore della Farinata e l’odore dei testaroli appena estratti dalla busta.

Baol: Bellissimo quesito. per ora mi viene di rispondere: il profumo delle pagine del libro di storia della scuola superiore.

Leo: A dire la verità, mi stupisco che riusciate ad essere così precisi. Quel che a me colpisce nelle mie personali esperienze-madeleine è che siano sempre così inaspettate da essere quasi incongruenti, al punto che l’esperienza-madeleine (un fulmineo ricordo accompagnato da un non so che di struggimento, nostalgia e coscienza di un tempo passato in modo irrecuperabile) sorge mooolto prima dell’individuazione di ciò che l’ha provocata. In altri termini, è dall’esperienza-madeleine che parto per andare in cerca di ciò che l’ha scatenata (e a volte trovo un nulla di profumo, a volte trovo qualcosa che sento ma non riesco ad identificare); ma non mi accade mai il contrario, cioé di avvertire un profumo (o un suono: ah, le madeleinette acustiche!), identificarlo, e da lì partire coi ricordi. Non so se mi sono capito, eh.