PlacideSegnalazio’

Ecco un po’ di cose belle, divertenti, commoventi, intelligenti, buffe, tenere, golose e interessanti che vi consiglio vivamente di leggere:

Il mare d’inverno, di Ilenia

Mi ricordo di cose e persone che non so, di Mauro Gasparini

Non è facile conquistare l’amicizia di un gatto, di Skip

The Mighty Flying Penguin – Numero Sette, di Xabaras (questo è anche da ascoltare)

Mus Plätzchen e Brombeerbusserl (Blackberry Smacks), di ComidaDeMama

Sensi, di Alessandro Bonino

Il mio minestrone, di Stefano Bonilli

Il post dell’organo Bontempi, di Adamo Lanna

Scrittori, di Maia

Addio agli antichi, di Leonardo

Di fronte all’orto brinato, di Lapiccolacuoca

Il grande raccordo anelare, di Chiagia

Il ghiaccio trasparente, di Dario Bressanini

Il tumblr di Puscic

Il tumblr All Creatures

Il tumblr di Claire

– Per la serie Libri Belli di Blogger: il delizioso Due cuori e un fornello (convivenza con cucina), di Ilaria Mazzarotta

– L’intervista doppia che Camu ha fatto a me e Matteo Pelliti

Come nacquero i giornali

 Giulio Cesare nel 59 aC istituì gli Acta diurna (fatti del giorno), bollettini ufficiali delle notizie provenienti dall’Urbe che venivano letti nelle piazze o affissi sui muri delle città delle province dell’Impero; raccontavano leggi emanate, spostamenti di truppe, carestie, pestilenze, decreti, processi ecc.

Settimio Severo, che non concepiva che il vulgo fosse tenuto informato dei fatti che lo riguardavano, li abolì; seguì un lungo periodo di silenzio interrotto soltanto dalle notizie spesso rivedute e corrette divulgate a pagamento dai subrostrani (lett. “fannulloni sotto i rostri”) la cui “redazione” si trovava nel Foro.

In epoca di Repubbliche Marinare i mercanti, che avevano assoluto bisogno di conoscere le situazioni politico/economiche dei luoghi lontani, assoldavano informatori nelle capitali estere; per risparmiare formarono cooperative per assumerne uno solo per grande città.
Costui, per organizzare meglio il lavoro di agenzia, ingaggiava a sua volta altri informatori sparsi nei centri vicini; si arrivò così in breve a un “costo copia”, ossia a un prezzo fisso per ogni lettera di informazione.

Il sistema fu utilizzato anche dai menanti  che nella Roma del 1450 compilavano i Fogli d’Avviso per i forestieri  lì in visita  che avrebbero sennò ignorato per mesi le notizie di casa loro.
I menanti assoldavano informatori (oggi li chiameremo “inviati“) sia nell’ambiente del Papato sia in quello diplomatico, oltre tanti copisti (da qui copia) ai quali dettavano le notizie che questi scrivevano manualmente.
A Venezia i Fogli d’Avviso costavano 2 soldi cioè unagazzetta”: da qui l’origine del nome.

Nel 1465 iniziarono a diffondersi i primi giornali stampati; in realtà si trattava di fascicoli composti di 4-8 pagine che raccontavano un solo avvenimento politico, religioso o di cronaca: venendo distribuiti nei territori da corrieri a cavallo, presero il nome di “Corriere” in Italia e di “Post”  nei paesi anglosassoni.

Il primo giornale stampato regolarmente uscì nel 1609 a Stoccarda, un foglio settimanale (Aviso-relation der Zeitung) edito da J. Carolus: fu un enorme successo commerciale che diede vita ad altri fogli sparsi per il mondo.

Presto però i governanti dei vari paesi si accorsero che era nato un potere forse più grande del loro: la diffusione rapida e capillare delle notizie  pesava sull’opinione pubblica scatenando talvolta elogi, ma più spesso critiche e polemiche.
Nacque così la censura: ogni foglio, prima di poter essere messo in vendita, doveva ottenere l’imprimatur governativo.

L’unico che intuì l’importanza della stampa fu il cardinal Richelieu che volle un organo ufficiale nazionale, avendo capito quanto fosse meglio dirigere le notizie piuttosto che tentare di soffocarle.

Nel 1631 fondò la Gazette de France diretta da Théophraste Renaudot al quale fu concesso di tramandarne la direzione ai suoi posteri.
La Gazette ebbe un immenso successo per un semplice motivo: diffusa in tutta Europa, tradotta in italiano, inglese e tedesco pubblicava tutte le notizie che erano state censurate in quei paesi.

Nel 1695 in Inghilterra venne abolita la censura; questo scatenò una prolificazione di testate private e fece del giornalismo una vera professione.
Proprio a Londra nacquero il primo quotidiano The Daily Courant (1702) e il primo giornale della sera Evening Post ; nel 1711 uscì il quotidiano Spectator, il più simile ai nostri odierni per la vastità delle rubriche; politica, scienza, cultura spettacoli, viaggi, moda, critica, arte, pettegolezzi eccetera: e quell’anno stesso nacque ovviamente anche la querela per diffamazione a mezzo stampa.

© Mitì Vigliero