Vestiti e Colori e Nonna Bis

Colonna sonora

 


(©Epiphanyglass)

 

Non ho mai seguito la Moda, né nei comportamenti né nell’abbigliamento; sono grata a mia madre che mi ha insegnato l’importanza della diversificazione: fare o indossare caparbiamente una cosa solo perché è di Moda non è indice di carattere e personalità, ma di esser vittime della massificazione.
E mi è sempre piaciuta la definizione della Moda nei vestiti che diede Claus Biederstaedt, attore tedesco degli anni ’50: “Moda si chiama l’obbligo di divisa dei civili“.

In ogni caso sono contenta che quest’anno il colore di moda sia il viola; adoro il viola, in tutte le sue sfumature (e qui ci vorrebbe l’esperta Giarina per illustrarcele).

E’ una passione che ho ereditato dalla Nonna Bis, mamma di mia Nonna, che ho avuto la fortuna di avere vicino per molti anni (tra me e Mamma c’erano 20 anni; 40 tra me e Nonna, 60 fra me e la Bis: quando è mancata avevo 22 anni…).

La Bis era milanese, si chiamava Anna Bressi Grigioni; moglie del mio Bisnonno Arturo era rimasta vedova giovanissima e dopo la guerra, quando un bombardamento aereo le aveva disintegrato casa, si era trasferita a Genova da sua figlia.

Nonostante i lustri e lustri passati nella Superba, la Bis continuava a parlare e pensare in meneghino; leggeva il giornale e diceva “C’è stata una rapina in via Assarotti numero vundes“, chiamò per tutta la vita Ambrosiano il Corriere Mercantile e mi chiamava cinciapétta. Amava il viola, la Bis; ricordo i suoi vestiti, che avevano sempre almeno un punto di viola; ricordo i suoi gioielli di ametista, che ora indosso quotidianamente.
Usava come profumo la Violetta di Parma, ed era golosa di piccole caramelle alla liquerizia al sapore di viola.

Per questo io, che proseguo quella sua predilezione, sono contenta quest’anno di vedere le vetrine dei negozi pullulanti accessori e indumenti color viola; perché ogni volta che li compro e li indosso, mi sembra di avere a fianco la mia Bis che mi guarda soddisfatta.

Non c’è Moda che tenga; vestire con determinati colori è per me rispecchiare l’umore della giornata, o “portarmi addosso” ricordi e affetti.

Certo esistono colori che non indosserei mai, e per i quali provo un’antipatia istintiva; l’arancione, ad esempio. O le tinte “acide” come certi gialli o verdi.
Solo a vederle provo disagio; il motivo non lo so, ma davvero mi vengono i brividi solo a vederle.

In poche parole: scelgo i colori con l’epidermide ed il cuore.

© Mitì Vigliero