Il Callo

Ho sempre avuto il callo dello scrittore.

Non solo metaforicamente, ma concretamente: sin da quando era ragazzina, sul dito medio della mano destra – tra la prima e la seconda falange – mi si formava un ispessimento assai poco estetico, ma di cui andavo molto fiera perché simbolo di riconoscimento delle mie grafomani fatiche scolastiche prima e letterarie poi.

Sino al 1997 ho sempre scritto lettere, articoli e libri a mano.

Poi li copiavo sulla macchina per scrivere (Olivetti Lettera 22 prima,  35 poi e infine una elettrica di cui ricordo poco, avendola letteralmente fusa subito).

Facevo fuori quintali di bianchetto, soprattutto nelle ultime stesure; le prime, se sbagliavo, mi limitavo a correggerle cancellando l’errore con una fila variabile di xxxxxxx.

Infine mi sono convertita al computer; ma lo usavo semplicemente come una tastiera e foglio/monitor, dove copiare e correggere in modo molto più comodo i testi che continuavo indefessa a scrivere tutti a mano.

Il primo libro scritto completamente al pc è stato questo, tranne gli appunti iniziali vergati come sempre in stile amanuense su quindici quadernoni.

Ora, dopo 10 anni, a mano non so quasi più scrivere; mi limito a frasi brevissime o numeri, e di conseguenza anche il callo dello scrittore è praticamente scomparso.

Però oggi, mentre mi lavavo le mani ho sentito qualcosa di duro sotto il dito indice destro.

Tra la prima e la seconda falange, dietro, ho visto una fiacchetta spessa e bianca.

All’inizio non capivo cosa potesse essere ma ora, guardando il Logitech blu con rotella centrale posato sulla mia scrivania, ho realizzato.

E’ il callo da mouse.

©Mitì Vigliero

Rotture (nel senso di patatrac)

Ha cominciato il mouse il 21 febbraio, con la paresi improvvisa del tasto destro.
Sostituito con un decrepito Logitech, che funziona benissimo.

Poi due settimane fa, le casse all’improvviso hanno emesso in coro un gracchiante e rumorosissimo trakatrakatttRRRkakakakaGGGhhhIIIIIIIIII.
Era un rantolo terrificante d’agonia, e sono spirate poco dopo.
In fondo senza casse stavo bene; evitavo quei sobbalzi mostruosi che mi sparano dalla poltrona al soffitto ogni volta che finisco su siti o un blog che – cosa che aborro – attentano al mio sistema cardio-acustico sparando musica altissima a tradimento, senza darmi la possibilità di eliminarla. 

Poi quattro giorni fa, il computer fisso
All’improvviso mandava la ventola a tutta birra, e poi si spegneva. Questo anche appena acceso.
Curato con amore da Fabs WebMaster del mio cuore, aspirapolverizzato all’interno per l’ennesima volta, curato, coccolato, rianimato, il poverino ci ha fatto capire che 7 anni per lui sono come i nostri 140.
E’ stato acceso una media ininterrotta di 12 ore al giorno, sottoposto a lavori e fatiche bestiali. 
Insomma.
Vuole andare in pensione.

E così il WebMaster mio Signore ne ha comprato uno Nuovo, nero, dalla faccia sveglia e dal cuore forte (con nuove casse, nuovo mouse, persino nuova tastiera, tutto nero): lo sta sistemando, dandogli la vita, riempiendo del riempibile (non chiedetemi di cosa, l’esperto di famiglia è lui).

E io sto digitando ora sul bianco Cirillo il Vecchione*, credo per l’ultima volta.
Poi domani lo staccherò, e lo metterò in dispensa a riposare.

Però confesso di avere un poco di magone.
Son siòcca, néh?  

*Sì, si chiama Cirillo il mio vecchio computer; battezzo sempre le cose che uso quotidianamente e sono importanti per me.

Voi non lo fate mai? 
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Beppe:  La mia utilitaria si chiama Clementina. :)

Antar: Una volte le battezzavo tutte.
Poi mi sono reso conto che battezzarle signifacava dar loro l’anima e starci male quando “morivano”.
Da allora do un nome solo a quelle in cui riconosco un’anima già presente.
[Avevo una FordFiestaXR2i che si chiamava JJ per Janie Jones dei Clash…]

P4T: La mia prima auto una vecchissima Y10 si chiamava Gigia e ti giuro, quando l’ho rottamata mi veniva da piangere ripensando alle prime partenze in terza, il freno a mano sempre tirato anche in partenza, la frizione perennemente giù altrimenti mi si spegneva l’auto etc etc
Il mio nokia storico si chiamava Gerry, e il mio ipod si chiama Gino.

xlthlx: : sempre, con nome e soprannome. :)

MimosaFiorita: il mio computer si chiama Sbirulino.

Skip: la mia auto si chiama kikì…ora che ci penso al pc non ho dato un nome, ma se sta male mi preoccupo

MaxG: Il mio laptop si chiama Picciriddu.

FedericoFasce: Ecco. Lo faccio sempre anche io. Il computer su cui lavoro si chiama Duke Fleed, come il principe caduto sulla terra di Goldrake (non ci far caso, erano i cartoni della mia infanzia). Il mio ipod si chiama Dexter, la macchina fotografica Bettina. Per dire.

ZiaPaperina: In questi giorni il computer della redazione lo sto chiamando Testone (e anche xW£# e è§@nzo!). Non funziona!!!! Dustin VI invece è il motorino. (sempre chiamati Dustin)

Mareadiluce: Mia sorella ama battezzare le automobili: Charlize fu la prima, adesso va in giro con Shannon. Quando parla della sua auto è come se si rivolgesse ad un’amica. Io non ho l’abitudine di conferire nomi agli oggetti… solo per il portatile ho fatto un eccezione: Beast è il suo nome (si chiamava così un enorme computer di un manga giapponese che leggevo XD)

Rick: Il mio Pc dell’ufficio lo chiamo Lazzaro. Non è casuale, perchè alterna stati di morte apparente, anche prolungati, a resurrezioni improvvise e inaspettate…Anche lui sta per andare in pensione però.

PietroIzzo: anche io battezzo, tematicamente e a fasi alterne: ad esempio, i due dischi fissi del PC si son chiamati Jupiter e Juno, Sirius e Remus, InuYasha e Kagomel’HD esterno è Shippo (riferimenti ai manga di Rumiko Takahashi). La mia attuale penna USB si chiama Pip (ho riletto Dickens da poco, confesso)

AndreA: Ora come ora solo per l’auto che per la prima volta ha un nome maschile…Johnny. Perché?? Perché la targa è DE XXX PP quindi DEPP…
come l’attore che di nome fa appunto Johnny! Eh lo so.. è inquietante!!! :-O

Luca: mia moglie chiama il mio portatile “il tuo bambino”
io chiamo la sua macchina (che poi guido sempre io) “il carrone”
e tutti e la mia macchina (che guida sempre lei) “il mostro”
ps per il tuo pc vecchio ti sono vvicino un abbraccio

Blimunda: Il primo pc dell’agenzia dei miei si chiamò Fernando. Non so perché, ma fu Fernando fino all’onorata pensione (sette anni grandiosi)

Tittieco: Mio marito ed io (il figliolo è andato a vivere per conto suo, ovvero sopra di noi) Abbiamo comprato una piccola auto e l’abbiamo chiamata: BABANETTA, perchè in dialetto genovese significa piccolina. Il computer si chiama AGGEGGIO.

Sciroccata: certo! la mia bici si chiama amelina, il mio portatile sbarino e il mio motorino torello!

p.s.v.: il mio mac si chiama mac pirata, perchè ci scrivo troppe stronzate e allora dovevo trovare un nome che fosse un tantino più rock rispetto a quel che scrivo. ci ho fatto pure una foto che addesso ti scrivo il link. aspetta che lo cerco, un secondo solo. eccolo

PaoloBeneforti: no. qua persino il gatto si chiama “gatto”

Gattasorniona: io do i nomi e scelgo anche il sesso. Il mio computer portatile si chiama Gina ed è una femmina. Il divano invece lo chiamo Salvatore ed è un maschio…

paz83: anche io battezzo spesso, che mi sento quasi un sacerdote, la mia pc si chiama Penelope..perchè la vedo un pò come un auspicio di fedeltà, indi per cui spero non mi abbandoni mai rompendosi all’improvviso e privandomi della rete..pensa come son messo!

Graziano: La mia macchina da scrivere da sempre è Teresa!

Brigida: la mia macchina nuova la chiamo cinquina

Le palle dei topi

Ieri su Repubblica.it c’era un articolo che raccontava le follie dei traduttori automatici web.
Alla fine veniva citato uno scritto che tutti probabilmente abbiamo ricevuto almeno una volta come allegato buffo di email.

Dato che ogni volta che lo leggo mi fa ridere, e dato che di questi tempi abbiamo tutti bisogno di sorridere anche solo 2 secondi al giorno; e soprattutto dato che è sabato, ho il crollo di adrenalina da galòp e nessuna forza di scrivere cose seppur vagamente sensate, ve lo ripropongo come smile therapy augurandovi un ottimo fine settimana. ;-)

Allora, prima due parole di introduzione.

In francese si chiama “souris“, in spagnolo “raton“, in tedesco “maus” e noi italiani, soliti anglofoni, invece di chiamarlo “topo” lo chiamiamo “mouse”.

Questo che segue è un manuale di istruzioni (vero? finto? mah, io la penso come lui) allegato a un listino ordinazioni che anni fa venne distribuito a tutte le filiali di uno dei maggiori produttori di computer, riportante una traduzione italiana decisamente “letterale”...

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gatto_mouse.jpg

Le palle dei topi da oggi disponibili come parti di ricambio

Le palle dei topi sono da oggi disponibili come parti di ricambio.Se il vostro topo ha difficoltà a funzionare correttamente, o funziona a scatti, è possibile che esso abbia bisogno di una palla di ricambio.A causa della delicata natura della procedura di sostituzione delle palle, è sempre consigliabile che essa sia eseguita da personale esperto.

Prima di procedere, determinate di che tipo di palle ha bisogno il vostro topo.
Per far e ciò basta esaminare la sua parte inferiore.Le palle dei topi americani sono normalmente più grandi e più dure di quelle dei topi d’oltreoceano.

La procedura di rimozione di una palla varia a seconda della marca del topo.
La protezione delle palle dei topi d’oltreoceano può essere semplicemente fatta saltare via con un fermacarte, mentre sulla protezione delle palle dei topi americani deve essere prima esercitata una torsione in senso orario o antiorario.
Normalmente le palle dei topi non si caricano di elettricità statica, ma è comunque meglio trattarle con cautela, così da evitare scariche impreviste.

Una volta completata la sostituzione, il topo può essere utilizzato immediatamente.

Si raccomanda al personale esperto di portare costantemente con sé un paio di palle di riserva, così da garantire sempre la massima soddisfazione dei clienti.

Nel caso in cui le palle di ricambio scarseggino, è possibile inviarne richiesta alla distribuzione centrale utilizzando i seguenti codici:

– PIN 33F8462 – Palle per topi americani
– PIN 33F8461 – Palle per topi stranieri