La Meteorologia Popolare: Proverbi, Modi di Dire, Credenze e Barometri Viventi

Cercare di prevedere il tempo che farà – nel senso di condizioni atmosferiche- è una delle occupazioni umane più diffuse; ma poiché spesso le scientifiche e moderne previsioni non ne imbroccano una, forse è meglio lasciarsi guidare dalla saggezza antica.

Ad esempio i lombardi, quando di mattina vedono la nebbia, si rallegrano dicendo “Nebia basa bel temp la lasa”, mentre i sicilianse la vedono non esultano e ribattono “Doppu ‘a neglia veni la figlia”, dopo la nebbia viene sua figlia, alias la pioggia figlia delle nuvole.

Quando i veneti si sentono la pelle delle mani secca, annunciano “Man arse, vol piover”, e se i calabresi vedono lampi in cielo dicono “Quanno lampa scampa: quannu trona chiove”, il che significa che i soli lampi annunciano il sereno, mentre il sentir tuonare assicura la pioggia.

Altamente specializzati in campo proverbial-climatico sono i contadini e i pescatori, gente per la quale le condizioni meteorologiche sono quasi vitali.

marinai marchigiani, guardando il cielo di notte, dicono “Stelle fute pioe sopra; stelle rade pioe londane”, ossia stelle fitte pioverà vicino, stelle rade pioverà lontano; gli istriani invece sono certi che “Quando spuzza la sentina l’acqua, amighi, s’avizina”, cioè quando le acque di scolo raccolte nella sentina delle barche cominciano a puzzare, significa che ben presto pioverà.

contadini toscani giurano che “Quando canta il rospo il tempo si fa fosco” mentre per quelli piemontesi “Cita pieuva a fa chité gran vent”, la piccola pioggia fa cessare un forte vento.
In compenso i cuneesi fan di tutto per confermare certe dicerie sul loro conto col proverbio “Quand Besinauda (il monte Bisalta) a l’à ‘l capel (di nuvole), o a fa brùt o a fa bel”; però lo dicono anche a Torino, mettendo la collina di Superga al posto della Bisalta…

Secondo i marinai liguri Nùvia russa, o che cieuve o che buffa”, cioè se le nuvole sono rosse o pioverà o tirerà gran vento; però i colleghi di Pola Parenzo li tranquillizzano rispondendo “Nuvole rosse non fa done vedove”, ossia non porteranno tempeste tali da mettere in pericolo la vita dei naviganti.
Si preoccupano solo se vedono i delfini avvicinarsi giocando alla riva: “Co buliga le code d’i delfini, preparite a far i gatisini”, “i gattini”, modo poetico di definire il dar di stomaco a causa del mal di mare.

Per quanto riguarda il resto del mondo, gli austriaci ad esempio dicono che “Quando le galline mangian l’erba, vuol piovere”, gli imperturbabili inglesi Quando piove, lascia piovere” e i saggi cinesi Chi prevede il temporale non si bagna”.

tedeschi invece affermano “Quando il leone rugge la pioggia è vicina”, lasciandoci però qualche perplessità riguardo l’esistenza di leoni germanici; in compenso dimostrano una grande acutezza osservando che “Dove piove, non è mai asciutto”, interrompendo poi ogni discussione con il lapidario “Piove o c’è il sole quando Dio vuole”.

In compenso tutti sono concordi nell’affermare simultaneamente sia “Rosso di sera buon tempo si spera” , sia “Rosso di sera tempesta e bufera” : eppoi uno si chiede perché scoppino le guerre fra i popoli.

Ed ecco infine una serie di Barometri Naturali, quasi tutti scientificamente inaffidabili ma divertenti da conoscere:

Mare-Lago

Alcione: se questo uccellone marino si posa sulla spiaggia e non allarga le sue grandi ali al sole, significa che pioverà.

Assiuolo: in Sardegna si dice che quando canta annuncia tempo splendido.

Cicala: quando frinisce incessantemente è in arrivo una burrasca.

Corrente: soprattutto sul lago, se ci si trova in barca  il cambio improvviso della corrente è segno di tempesta che si avvicina: più salubre quindi tornare di corsa a riva.

Gabbiano: quando vola sul mare è segno di bel tempo, ma se si posa sulla costa, o peggio s’inoltra nell’entroterra, è segno che si sta avvicinando una burrasca di quelle toste.

Granchio: se esce dall’acqua e si mette a passeggiare sugli scogli, avvisa che è in arrivo una mareggiata.

Lampi: lampi da levante preannunciano il libeccio; da ponente la bora. Se vedrete lampeggiare ma non udrete alcun tuono, vuol dire che  a grande distanza si sta scatenando un temporale, mentre lì dove siete aumenterà semplicemente il caldo-umido.

Acqua: quando le onde del mare o del lago si mettono a rumoreggiare all’improvviso sotto i moli o contro la spiaggia, presto pioverà.

Olivo: indica pioggia se gira le foglie mostrandone la parte argentea.

Pesci
: quando saltano come tarantolati sul pelo dell’acqua annunciano lapioggia.

Scogli: in Liguria, se alla loro base si forma una schiuma bianca e spessa, è segnale di prossima tempesta. Se al contrario mostrano netto e pulito il segno della bassa marea, significherà bel tempo stabile.

Campagna-Montagna

Api: se non vanno in giro a raccogliere il polline e restano a ronzare vicino all’alveare, non sono in sciopero ma segnalano che si sta avvicinando un temporale.

Asino: quando, tenendo gli orecchi diritti, fissa un punto davanti a sé e raglia insistentemente in modo lamentoso, ci sta dicendo che entro la serata pioverà.

Bovini: se bevono più a lungo del solito alzando spesso la testa verso il cielo, il tempo cambierà in brutto; se fiutano l’aria allargando le narici stanno “nasando” la pioggia e se una mucca starnuta violentemente non ha il raffreddore, ma avverte il cambiamento di temperatura e l’avvicinarsi dell’acqua.

Bruchi: se ne vanno a spasso su piante e sentieri prima dell’arrivo di un temporale.

Cane: se è inquieto, vagola come un’anima in pena e raspa per terra, annunzia un temporale.

Cornacchie: quando fanno il bagno nelle fontane o nei ruscelli gracchiando come matte e quando il corvo canta con voce più roca del solito vuol dire che annunciano la pioggia.

Erba: se erbe dalla foglia lunga come le graminacee si curvano mostrando al cielo la parte chiara della foglia, sarà burrasca.

Formiche: se si radunano in plotoni brulicanti e agitati significa che stanno organizzando la difesa dei formicai contro la pioggia.

Maiali: quando grufolano come mille maiali grufolanti, buttano per aria il cibo, sconquassano il loro giaciglio e si grattano disperatamente contro muri o alberi è perché sentono l’arrivo del temporale.

Mosche, tafani, zanzare: quando diventano cattive, mordaci e rompiscatole più del solito, è perché sono nervose a causa della pioggia imminente e devono pur sfogarsi con qualcuno. Ma anche quando fa molto caldo e non piove da tempo, diventano intrattabili e aggressive. Rompiscatole perenni.

Polli: quando le galline si fanno il bagno nella polvere e il gallo canta fuori orario, grattandosi pure come un forsennato il sottocoda, il bel tempo andrà a ramengo.

Ragni: se passeggiano come anime in pena sui muri pioverà; se si mettono alacri a far la tela, il bel tempo sarà stabile.

Rane: cantano quando fa molto caldo e annunciano la pioggia con due, tre giorni d’anticipo.

Rondini: quando volano rasoterra indicano pioggia; ma se alla sera volano cantando alte significa che festeggiano il bel tempo stabile.

Trifogli: si rizzano verso il cielo quando sentono arrivare l’acqua.

Ovunque

Aria: se nell’aria spessa e pesante tipica della “macaja” estiva (la scimmia di luce e di follia) s’insinua un venticello fresco, significa che nei dintorni è piovuto e che l’acqua si sta avvicinando.

Calli, cicatrici e vecchie fratture/slogature: se iniziano d’improvviso a far male preannunziano brutto tempo.

Candele: quando la fiamma ballonzola e scoppietta, è in arrivo una perturbazione.

Capelli: se sono ribelli, s’arricciano e si rifiutano di stare in piega è segno di pioggia imminente.

Gatto: se quando si lava  passa più di 3 volte la zampina dietro l’orecchio, pioverà

Luna: quando la luna ha un cerchio molto nebbioso, entro tre giorni il tempo volgerà al brutto; e la luna opaca porta la pioggia, quella rossa il vento e labianca il sereno.

Mattino: quando d’estate al mare è grigio e coperto di foschia, è segno di bel tempo.

Pipistrelli: se iniziano a volare quando è ancora chiaro, vuol dire che l’indomani il tempo sarà bello.

Quadri: le tele dei quadri antichi che solitamente hanno qualche avvallamento o grinza, diverranno tesissime annunciando tempesta.

Sale: nel barattolo diventa un blocco pastoso e umido, preannuncia brutto tempo.

Testa: se prude insistentemente e non è abitata dai pidocchi, è segnale di maltempo.

© Mitì Vigliero

Il Bon Ton delle Vacanze e un Test

Andare in vacanza è cosa sacrosanta e necessaria; a patto però di non dimenticare a casa il Bon Ton, che altro non è se non la semplice Buona Educazione.
Ecco quindi alcune regole facili da seguire, affinché le nostre ferie non si tramutino per gli altri in una sorta di incubo.
 

IN MONTAGNA

Escursioni.
Se accettiamo di partecipare ad un’escursione collettiva, informiamoci bene prima di ciò che ci aspetta; la “passeggiata facile e in pianura di circa un’oretta” proposta da agenzie di soggiorno locali è giudicata e misurata con la mentalità di chi scarpìna tutto l’anno.
Quindi prendiamo coscienza che l’”oretta” facilmente sarà composta di 180 minuti minimo e che la “pianura” per chi abita sopra quota mille equivale, per le abitudini di normali cittadini padani, a un’ascensione del grado.
Ergo siamo onesti con le nostre effettive capacità sportive onde evitare di tramutarci in piaghe geremianti “Oddio che male ai piedi oddio che caldo oddio non ce la faccio più oddio chi mi tiene lo zaino oddio  chi mi prende in braccio…”, rovinando tutto il divertimento a chi sportivo lo è sul serio.

Mountan bike.
In molte zone è concesso fare gite in montan bike; le biciclette sono certamente più ecologiche e meno fracassone di una moto da cross, ma debbono ugualmente essere usate con criterio.
Evitare quindi di attraversare a mò di razzo prati in cui placide famigliole di escursionisti stiano facendo pic nic, tagliando magari di netto con le ruote la torta di mele amorevolmente posata sul plaid; seguire i percorsi segnati senza cercare vie alternative (gli elicotteri di soccorso alla ricerca di villeggianti temerari finiti in burroni non solo sono fastidiosi per il rumore, ma soprattutto costano un sacco di soldi alla società).
Infine, quando si raggiunge la strada normale, è bene rammentare che in quel momento la bici è un mezzo di locomozione assolutamente simile agli altri motorizzati e che il rispetto del codice stradale vale anche per lei.

Prati, boschi e pascoli.
Evitiamo di raccogliere fiori e frutti selvatici, anche perché ormai nell’80% dei casi se ci beccano ci danno una multa da levar la pelle.
Non attraversiamo campi coltivati, non lasciamo cartacce e rumenta varia sul terreno, non ficchiamo il naso in baite o malghe ove non vi sia la particolare indicazione di punto di ristoro (ormai il montanaro solitario ma cordialissimo che offre gratuitamente formaggi e vino all’escursionista capitato lì per caso, è un personaggio leggendario quanto le caprette di Haidy che fanno ciao cordiali pure loro) e soprattutto, se troviamo mucche al pascolo, non tramutiamoci in emuli di Dominguin: le corna di mucca fanno altrettanto male di quelle di un toro, olè.  

Silenzio
Chi sceglie i monti anziché il mare solitamente lo fa perché ama sentire attorno a sé solo suoni assolutamente naturali e a bassa modulazione.
Quindi evitiamo di berciare, urlare, sciamannare, giocare con suonerie del cellulare, tenere musica a tutto volume mentre passeggiamo per verdi sentieri; oltretutto terrorizzeremo anche gli animali selvatici, che dell’importanza economica del turismo giustamente se ne impipano alla grande.

AL MARE

Bagni.
Non ci si butta in acqua prendendo una rincorsa chilometrica, urlando “banzai!” come kamikaze, tuffandosi con immensi splash e atterrando direttamente sull’ignara signora sdraiata sul materassino.
Non si corre  in riva al mare con la grazia d’un branco d’elefanti, sparando sassolini ovunque, disintegrando castelli di sabbia, lanciando in aria le ciabattine di gomma lasciate dai bagnanti immersi in acqua e spiaccicando corpi a bagnomaria.
Non si urla “affogo!” se non è vero: la prossima volta il bagnino potrebbe diventare improvvisamente sordo.

Bambini.
Creature deliziose e tesorucci santi, lo sanno tutti; l’importante è che siano tenuti a freno per evitare di scatenare nei vicini d’ombrellone feroci complessi d’Erode.
Quindi teniamoli d’occhio, evitando che galoppino come pazzi ovunque saltando a piè pari sugli addomi di altri bagnanti stesi al sole, che spruzzino acqua a mo’ d’idranti impazziti e soprattutto che ululino come indiani.
A quelli sotto i 4 anni è concesso circolare nudi, poiché è comprensibile che le Mamme in meritate ferie considerino un’impresa massacrante sciacquare alla sera un costumino di cm. 10×3.
Però ricordiamoci anche che i piccini in spiaggia hanno spesso improvvisi bisogni fisiologici e non è carino che i genitori distrattamente li incitino con gesto vago e distratto a “farla lì”, anche perché “” per un infante può essere benissimo una borsa di paglia appoggiata alla sdraio o un paio di gambe stese al sole; va bene che la pupù e la pipì dei bambini è robina d’angelo, ma il risultato è il medesimo della robaccia adulta.

Costumi
Esistono costumi interi con collo a dolcevita, spallotte imbottite e mezze maniche; in compenso hanno sgambature che attraversando di netto le natiche arrivano sin sotto le ascelle a fare il solletico.
Bruno Lauzi era solito dire “Un tempo in spiaggia per vedere un paio di chiappe dovevi aprire un costume; ora per vedere un costume devi aprire un paio di chiappe”. E ciascuna, prima di esibirle, sia cosciente delle chiappe sue.
Lo stesso vale per il topless: ognuna è libera di mostrare ciò che vuole quanto vuole. Consiglio solo un preventivo esame di onesta autocritica fatta in solitudine di fronte allo specchio; poi facciamo come vogliamo, però poi non protestiamo se sentiremo alle nostre spalle commenti sarcastici o conati sospetti, eh?

Vicini d’ombrellone
Non è detto che convivere seminudi al sole sia un buon motivo per dimenticare il bon ton; essere vicini d’ombrellone può condurre forse a una piacevole conoscenza, ma non a una intollerabile invadenza.
Rispettiamo perciò gli angusti i confini senza debordare negli spazi altrui, e soprattutto evitiamo richieste continue stile “Mi passa il suo accendino e una sigaretta? Posso prendere il suo materassino? Mi dà il suo asciugamano che il mio è bagnato? Ha mica dello shampoo? Un pettine? Della crema solare? Me la spalma sulla schiena? E’ arrivata mia cognata, più o meno ha la sua taglia: ha mica un costume da imprestarle, magari un paio di zoccoli, l’accappatoio e già che c’è anche la sua sedia a sdraio?”

IN ALBERGO
Che si trovi al mare o ai monti, anche se paghiamo una pigione non è casa nostra.
Ergo non presentiamoci a colazione in pigiama o bigodini in testa, non stravacchiamoci su divani e poltrone comuni, non invadiamo lo spazio vitale degli altri ospiti, non cerchiamo in ogni modo di renderci “simpatici” a tutti organizzando gare di limbo o cirulla obbligando gli altri a prendervi parte.
Se dobbiamo seguire una dieta speciale, accordiamo prima con la Direzione; non critichiamo a voce alta i cibi serviti al ristorante (magari agli altri piacciono moltissimo) ed evitiamo di variare quotidianamente i menù solo perché le cose presentate ci sono sconosciute o non ci convincono come nome.
Se stringiamo amicizia con altri ospiti, ricordiamoci che esiste la discrezione; niente domande troppo private, bando ai pettegolezzi, niet agli sfoghi personali.
E soprattutto evitiamo di raccontare malattie trascorse o vigenti, operazioni subite, lutti e tregende varie: la gente quando è in vacanza vuole solo rilassarsi ed essere allegra.
Per soffrire, ha poi tutto il resto dell’anno.

TEST

E tu che vacanziero sei?

1) Appena arrivi in albergo, come prima cosa
A  vai alla reception.
B  impieghi mezz’ora a radunare gridando bagagli, moglie, figli, nonna e cane
C  sbraiti a voce altissima “Ma che mortorio ‘sto posto!”

2) Arrivato sulla spiaggia, ti senti
A   un bagnante
B   il protagonista di un film dei Vanzina
C   Attila

3) Quando parti per la spiaggia o per un’escursione in montagna, le cose ti porti porti dietro potrebbero essere contenute:
A    in una sacca da golf
B    in un carrettino siciliano
C    in un Tir

4) Alla fine di una giornata tarscorsa all’aperto, ti accorgi che non c’è un contenitore della spazzatura. Così tu
A   Infili i tuoi rifiuti in un sacchetto e te li porti via
B   Infili i tuoi rifiuti in un sacchetto e li lasci lì.
C   Perché mai dovresti infilare i tuoi rifiuti in un sacchetto?

5) Alle parole stabilimento balneare e rifugio montano tu abbini le parole
A   Luoghi pubblici
B   Casa tua
C   Circo Barnum

6) Per te la vacanza è
A   salubre evasione
B   puro divertimento
C   una fatica boia

7) Con i vicini d’ombrellone o gli altri ospiti d’albergo
A   sei sempre discreto, gentile e sorridente
B   instauri rapporti di estremo cameratismo
C   quali vicini? Quali ospiti? Quando arrivi tu non c’è mai nessuno…

 
Risultati risposte:
Maggioranza di A: Sei il vacanziero perfetto, tranquillo ed educato: un sogno, insomma.
Maggioranza di B: Sei simpatico e allegro, anche se tendi un po’ all’invadenza.
Maggioranza di C: Perché l’anno venturo non affitti un’isola deserta dove andare in vacanza assieme ad amici tutti uguali a te?

©Mitì Vigliero

Ve ne vengono in mentre altre di “regole” di Bon Ton vacanziero ?