Perché si dice “Agosto Moglie Mia Non Ti Conosco”, “Canicola” e “Mettere Le Corna/Essere Cornuto”

“Agosto moglie mia non ti conosco” è forse uno dei proverbi italiani più strani e buffi che esistano.

Deriva dall’antica credenza che per gli uomini fosse estremamente dannoso per la salute avere rapporti sessuali con temperature elevate.

Ma era cosa difficilina evitarli perché, come scriveva Esiodo, l’astro di Sirio proprio ad agosto accentuava il languore passionale delle donne: per colpa della “Canicula” (altro nome di Sirio, stella più grande della costellazione del Cane Maggiore) in agosto “le donne son tutte calore e gli uomini tutti fiacchezza”.

Altra spiegazione indubbiamente più logica era quella che, rimanendo gravide in questo mese, le donne avrebbero partorito a maggio, mese inderogabilmente dedicato alla semina e ai lavori nei campi; faticose manovre nelle quali le “braccia” di tutti, anche quelle femminili, erano estremamente necessarie e una partoriente al nono mese o una novella puerpera non avrebbero di sicuro avuto la forza di svolgerli.

Nel corso dei secoli, e col variare delle abitudini e dei costumi, il proverbio ha preso un altro significato ancora; poiché le mogli andavano spesso in vacanza da sole coi figli, i mariti -rimasti da soli in città a lavorare- avevano più occasioni d’intrecciare extraconiugali avventure galanti.

Ma in nome della parità dei sessi la cosa era spesso ricambiata, visto che i treni carichi di mariti che arrivavano il venerdì sera dalle città nelle località delle Riviere dove le mogli erano in vacanza, dagli anni ‘20 sino ai ‘70 del secolo scorso venivano affettuosamente chiamati “i treni dei cornuti”.

Ma lo sapete perché si dice “Essere un cornuto?

Anche se a noi oggi può sembrare incredibile, nell’antichità le corna erano originariamente simbolo di forza, coraggio, ardore e virilità.

Per questo molte divinità e molti personaggi potenti venivano rappresentati – in quadri, statue e affreschi – cornuti, ossia dotati di un bel paio di corna più o meno grandi sulla fronte.

Orazio e Tibullo cantarono le “corna d’oro” del dio Bacco, molti re di Macedonia, Siria e Tracia ornavano i loro diademi oppure, nel caso dei sovrani guerrieri Alessandro e Pirro,  i loro elmi di corna. 

E allora perché ad un tratto l’epiteto “cornuto” divenne un insulto?

Tutta colpa dell’imperatore bizantino Andronico I Comneno, nato nel 1120; un tipaccio violento, sanguinario, esperto in congiure e grande sciupafemmine.

I suoi lo detestavano, sia perché non faceva che tramare contro l’Impero di famiglia maneggiando con nemici storici quali Ucraini e Sultani di Damasco, sia perché riusciva a portarsi a letto ogni donna di parente altrui, cognata o cugina che fosse.

L’Imperatore Manuele, suo cugino, prima lo schiaffò in prigione per nove anni poi, per toglierselo dai piedi, lo esiliò nominandolo governatore della Cilicia.

Qui Andronico si annoiava a morte, così piantò moglie legittima e tre figli e andò ad Antiochia dove sedusse la principessa Filippa di Poitiers.

Ma si stancò presto della relazione; così la mollò, fece un salto a San Giovanni d’Acri, rapì la regina Teodora vedova di re Baldovino III e la portò prima a Damasco poi in Georgia sul Mar Nero e infine di nuovo a Costantinopoli dove, furbone, fece pace con Manuele, vecchio e malato.

Quando questo morì ottenne la tutela del figlio di lui, l’imperatore Alessio II; stette calmìno per due anni poi, con una solita congiura, lo strangolò, ne prese il posto e, già che c’era, cacciò via Teodora e i due figli avuti da lei,  impalmando la giovanissima vedova di Alessio, Agnese di Francia.

E ora arriviamo finalmente alle corna.

Una volta preso il potere, dal 1183 al 1185 Andronico Comneno si abbandonò a una serie interminabile di nefandezze.

Mentre blandiva il popolo con trovate demagogiche e populiste, si accaniva sui nobili di Costantinopoli e città vicine, soprattutto su quelli che lo avevano sempre avversato.

Li faceva arrestare per un motivo qualsiasi, rapiva le loro mogli tenendosele come concubine e sollazzandosi con esse sino a quando gli andava; poi, come sommo scherno, faceva appendere sulle facciate dei palazzi dei poveretti delle simboliche e beffarde teste di cervi e altri animali naturalmente cornuti da lui abbattuti a caccia.

Fu allora, e precisamente nel 1185, che nacque in Grecia il modo di dire “cherata poiein”, mettere le corna, per indicare il pubblico ”infortunio” coniugale subìto dai mariti sudditi di Andronico.

Il 24 agosto di quell’anno i soldati dell’esercito siciliano di re Guglielmo II il Normanno conquistarono Salonicco, e rimasero stupitissimi nel vedere decine e decine di palazzi decorati con teschi di animali muniti di corna; quando ne conobbero il motivo, fecero conoscere l’epiteto “cornuto” anche in Sicilia , da dove si diffuse in tutta Italia prima e in tutta Europa poi.

che fine fece Andronico Comneno il Cornificatore?

Quando l’11 settembre giunse a Costantinopoli la notizia della caduta di Salonicco, il popolo – cornuti in testa – si ribellò; l’Imperatore venne catturato, mostruosamente seviziato e – proprio come uno dei suoi macabri trofei – appeso per un piede alla facciata del suo Palazzo.

© Mitì Vigliero

Il Matrimonio

Proverbi, Modi di dire e Aforismi

Si dice che il primo sonno tranquillo di Adamo sia stato anche l’ultimo, perché quando si svegliò aveva moglie; e già il primo matrimonio della storia non fu del tutto facile, visto la cacciata dall’Eden, il fratricidio, e tutte quelle belle cosine che ne seguirono.

Forse è per questo il matrimonio è da sempre uno dei grandi ispiratori -in negativo- di saggezza popolare e motti vari; quel misoginone di Disraeli affermava “sono convinto che tutte le donne dovrebbero sposarsi, ma non l’uomo“; per quel cinicone di Dumas figliola catena del matrimonio pesa tanto, che bisogna essere in due a portarla, e a volte anche in tre” e per quel mugugnone di Roberto Gervasoai matrimoni gli uomini ridono e le donne piangono perché i primi non sanno che cosa li aspetta, le seconde sì“.

Per il poeta Heinecolui che si ammoglia è come il Doge che sposa il mare Adriatico. Egli non sa che cosa ci sia dentro quella che sposa: tesori, perle, mostri, tempeste ignote“.

A questo proposito a Bologna dicono “ch’is marida, zuga un térn al lòt“, chi si sposa gioca un terno al lotto, perché effettivamente non si è mai del tutto certi di azzeccarlo.

Se per i tedeschi matrimonio fatto solo per amore fa viver con dolore“, perché l’infatuazione può passare in fretta e cadono le fette di prosciutto dagli occhi innamorati, per Maurice Donnay certe donne, il giorno dopo il matrimonio sono già vedove del marito che avevano immaginato” ma la frase, maschietti miei, è perfettamente ribaltabile.

D’altronde “il matrimonio è come la morte, pochi ci arrivano preparati“, e così può accadere di dover dare ragione a chi giura ” nel matrimonio,un mese di miele ed il resto di fiele“.

Il sarcasmo spesso si spreca; la bellissima attrice Kim Novak a chi le chiedeva perché non si fosse mai sposata rispondeva “a casa ho già tre bestiole che assolvono la funzione di un marito: un cane che brontola, un pappagallo che impreca e un gatto che rincasa sempre tardi la sera“.

Karl Kraus, alla stessa domanda: “Poiché la legge proibisce di tenere in casa animali selvaggi e gli animali domestici mi annoiano, preferisco non sposarmi“: forse è per questo che Ceronetti scrisse “dopo l’abolizione delle lotte dei gladiatori, i cristiani istituirono il matrimonio“.

Ma nonostante tutte le lagne, la gente continua lo stesso a voler vivere in due.

Nel matrimonio non si finisce mai d’imparare e questo non è male” dicono gli spagnoli; infatti siamo tutti coscienti che non esistano regole precise per far ben funzionare una convivenza sentimentale.

Gli olandesi dicono “per un buon matrimonio ci vuol altro che quattro gambe nude dentro un letto“, perché anche la passione può svanire; servono raziocinio e consapevolezza ( “il matrimonio non è uno scherzo, pensaci almeno cento volte prima di farlo” raccomandano gli ungheresi).

Ci vorrebbero affinità di abitudini, parità d’educazione, somiglianza d’abitudini e sintonia di pensiero: “moglie e buoi dei paesi tuoi” significa solo questo.

Infine per i veneti la ricetta vincente sarebbe “per far un bon matrimonio, ghe vol’omo sordo e la dona orba“: perché in fondo, per certe piccole cose, glissare facendo finta di non sentire e di non vedere, non è la base di ogni buon quieto vivere che si rispetti? ;-)

©Mitì Vigliero

E voi conoscete altri proverbi o modi di dire sul matrimonio ?
O canzoni, film, poesie, che abbiano a che fare con lui?
°°°

Angela: 1. Li maccarune so come a o matremonie, se cunzumene quanne sò bell call call (I maccheroni sono come il matrimonio, si consumano ancora caldi)
2. Ci tène ternise sembe conte ci tene megghiera bbone sembe cante (Chi ha denaro sempre conta, chi ha moglie bella sempre canta)
3. Zite e lutte, lasse tutte. (Nozze e lutti, lascia tutto)

Beppe: Modo di dire: Far le nozze coi fichi secchi.
Film: Quando la moglie è in vacanza.

Krishel: Sting The secret marriage. Una bellissima canzone su come non sia necessaria la cerimonia nuziale, nè pezzi di carta dello stato, per sentirsi sposati. Soprattutto se c’è amore.
Film: Quattro matrimoni e un funerale, Il mio grosso grasso matrimonio greco, Il matrimonio del mio migliore amico e ce ne sarebbero altri che non mi vengono in mente.

Luca: Il film I manezzi pe màia na figgia “gli intrighi per maritare una figlia” del Grandissimo Gilberto Govi ed il video consiglio di mio cugino Claudio al matrimonio di Roby (da leggere con accento tipo gabibbo)”Claudio che augurio fai agli sposi?… auguri non ne faccio perchè portano male, però ci posso dare un consiglio … tanta tanta tanta, ma tanta pazienza

Princy60: “Le nozze di Figaro” di Mozart

MimosaFiorita: La sottoscritta zitella e’! ma tra amiche e colleghe(i) di battute sul matrimonio quante ne voglio-
Simona: il matrimonio e’ quella cosa che, quanno metti i piedi fori dal letto devi anna’ a paga’ le bollette.
Carmelo:t’e’ piaciut e tinatill cara cara ciu’ u mellon t’e’ uscit bianc mo con chi te la vuo’ piglia?
Stefano: femmena piccante pigliatella pe’ amante, femmena cucinnera pigliatella pe’mugliera.
Francesca: quanno la ciociara se mmarita ndo’ ce vo’ la rosa e ndo’ la ciocia.;*)

Simone: “Agosto, moglie mia non ti conosco” è un classico.
Dicono faccia riferimento a quella cosa che inizia per Tradi e finisce con Mento…un cazzotto sul Mento!

Max: una canzone che sei anni fa hanno cantato al mio matrimonio, e che avevamo scelto noi, era: La casa sulla roccia, il testo diceva pressoche che chi sostruisce una casa sulla sabbia, fa forse meno fatica, ma non dura molto, invece chi la costruisce sulla roccia, fatica di più ma la casa dura a lungo.

Blimunda: Direi che una divertente è questa, cinica, di Oscar Wilde:
L’uomo si sposa perché è stanco, la donna perché è curiosa. Entrambi rimangono disillusi”.

Fran(cesca): sposi gioveni, corni e cros; sposi veci peti e toss (trentino)
Bigamia è avere una moglie di troppo. Monogamia è la stessa cosa. (O. Wilde)
Se i coniugi non vivessero insieme, i matrimoni ber riusciti sarebbero più frequenti. (nietzsche)
Se ti sposi, te ne pentirai.
Se non ti sposi, te ne pentirai lo stesso
.
(dalla legge di murphy sull’amore, paradosso di Kierkegaard)
Un uomo che non si è ancora sposato è incompleto.
Poi è finito
. (idem, legge di Zsa Zsa Gabor)
È altrettanto difficile vivere con la persona che si ama che amare la persona con cui si vive. (idem, Paradosso di Rostand)

Clo: Non è che sono contrario al matrimonio; però mi pare che un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi.
(Massimo Troisi)
Il matrimonio è l’unica forma di schiavitù che la legislazione ancora conosca.
(J. Mill)
Se ti portano via la moglie la miglior vendetta è lasciargliela.
(S. Guitry)

GigiMassi: Ce n’è una straclassica, di Guy de Maupassant: “Il matrimonio? Uno scambio di cattivi umori di giorno e di cattivi odori di notte” :)

Anna: Mi sono molto divertita oggi, con il post e i commenti che ho potuto leggere. Non so se sia stato già citato il film di De Sica “Matrimonio all’italiana”, con la Loren e Mastroianni.

Rosy: Films: La sposa turca, Scene da un matrimonio
Mio padre diceva che: prima c’è la luna di miele, una volta finita resta solo la luna

Cristella: Intènt che la bèla l’è mirèda, la brota l’è spusèda (Intanto che la bella è ammirata, la brutta è sposata)
Om maridé, om impiché (uomo maritato, uomo impiccato)
Clu ch’s marida da vèc, e tò la dona par i elt (Chi si marita da vecchio, prende la donna per gli altri)

Lesorja: A parte le perle di saggezza popolare in Limba : “Muzzere bella, maridu currudu”, che non credo abbia bisogno di traduzione, da qualche parte ho letto che “la donna sposa un uomo sperando che cambi, e lui non cambierà, mentre l’uomo sposa una donna sperando che non cambi, e lei cambierà”. Quanto è vero…

Enrico: Io rimarrei sul classico: A Manzoni, I Promessi Sposi:
“Questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai.”

Fully: Il matrimonio è quella splendida istituzione per cui un uomo ed una donna decidono di vivere insieme per risolvere problemi che da soli non avrebbero avuto mai. (George Bernard Shaw)

Roger: qui e in altri 3 commenti sotto