(PlacidaMano ©Fabs)
22 Marzo, Giornata Mondiale dell’Acqua
Mi piace guardarla, l’acqua; amo vederla scorrere, osservarne i riflessi, le variazioni di forma.
E’ il simbolo stesso dell’esistenza, un fluire continuo, un continuo cambiamento: è il Divenire.
E proprio come simbolo d’élan vital, mi piace sia quando è limpida, pura, e infonde allegria, sia quando è torbida, scura, e suggerisce tristezza.
Mi piace ascoltarla, l’acqua; quando scroscia violenta dal cielo o da una rupe in forma di cascata; quando romba cupa nei fiumi in piena o nella marina in burrasca.
Quando sussurra con lo sciacquìo monotono e tranquillo dell’onda calma che si scioglie sulla riva col ritmo d’una ninnananna.
Mi piace odorarla, l’acqua; ciascuna ha un aroma particolare. Pungente quello del mare, dolce quello del lago, vitale quello dei torrenti e della pioggia, malinconico quello degli stagni.
Mi piace gustarla, l’acqua; nel sentirla fresca e dolce entrare in me quando la bevo, immagino davvero di tramutarmi in quel “cespite dell’erba inaridita” di manzoniana memoria, che riprende vita al contatto della rugiada.
E infine mi piace toccarla, l’acqua; per me nata sotto il segno del Cancro è elemento naturale.
Sin da bambina è stata un’attrazione irresistibile; non riuscire a starne lontana, mai. Sentire sempre il bisogno di immergervi le mani, o solo di sfiorarla. Ancora oggi, quando mi tuffo in lei, mi sembra d’essere accolta in un abbraccio materno.
Mi sento finalmente a casa.