Il Riso e Latte di Tata

Il Dolce di riso indonapoletano di Enrica mi ha fatto tornare improvvisamente in mente, come una madeleinette proustiana, una meravigliosa minestra di Riso e Latte specialità dell’amatissima Tata, che è stata in famiglia con noi per tutti gli anni dell’infanzia mia e di mio fratello.

Ricordo che Tata a tavola ce ne metteva di fronte due piatti già colmi,  piatti che avevano disegnati sul fondo uno Tom e Gerry e l’altro Titti e Silvestro
Ed era bello ogni volta scommettere su quale dei due disegni ci sarebbe toccato in sorte (io “puntavo” sempre su Silvestro), cosa che avremmo scoperto solo finendo in fretta di mangiare…
Certo che i bambini allora si divertivano con poco, eh? ;-)

La ricetta per 4 persone, accuratamente conservata nel Libro di Mamma, è questa:

Riso, 300 grammi
Latte, 1 litro e mezzo
Acqua, 3/4 di litro
Burro, 20 grammi
Crosta di formaggio parmigiano, 4 pezzi spessi e non piccolissimi (se no si sciolgono e spariscono)
Sale.

Far bollire il latte mescolato all’acqua.
Appena bolle, unire il riso.
Far cuocere a lungo, mescolando spesso facendo attenzione che non si attacchi.
A metà cottura aggiungere le 4 croste di parmigiano.
Se il latte si asciuga troppo, aggiungerne dell’altro.
Quasi a fine cottura aggiungere il burro.  
Alla fine deve assomigliare a un risotto molto liquido.
Assaggiare, aggiustare di sale e servire avendo cura di mettere in ogni fondina un pezzo di parmigiano.

©Mitì Vigliero

E per voi, qual è la ricetta che più vi fa ricordare la vostra infanzia?

Skip: Il riso e latte dolce, descritto da Boh, con zucchero,cannella e cedro che mia nonna preparava alla tribù di nipoti oppure il migliaccio dolce di semolino,specialità di una tata che mi divertivo a guardare quando lo faceva saltare in padella.

Mimosafiorita: Delle semplicissime pizzette fritte con lo zucchero sopra, le faceva sempre mia nonna quando andavamo al paese, non appena vedeva la nostra macchina spuntare,correva in cucina e con un pò di lievito, farina ed acqua tiepida impastava tutto, faceva riposare un pochino, poi con un cucchiaio versava l’impasto nell’olio bollente,venivano sottili e leggermente croccanti, ci spolverava lo zucchero sopra… e che scorpacciate Mitì e che voglia di pizzette fritte mi è venuta.

Tittieco: Esattamente la stessa ricetta del riso e latte che ti preparava la tua Tata, a me lo faceva “uguale-uguale” la mia Nonna Maria!

Roger: il sapore che mi ricordo in modo più vivo del periodo appena successivo alla prima infanzia è…PANE OLIO E POMODORO. Se chiudo gli occhi ancor oggi mi sembra di sentirne il profumo e il sapore e quello che più mi dispiace è che oggi il gusto e il profumo di tre cose così semplici non riesca a ritrovarlo. Esistono ancora, ma purtroppo non sono i soliti, sono diversi …Nostalgia o vecchiaia?

Regi: Una cosa che odiavo, il risotto con la carne macinata, Però penso che niente mi farebbe tornare indietro con tanta immediatezza.

MaxG: il cibo che più ricordo di quegli anni erano la pastina con le letterine, credo di aver imparato a scrivere e leggere con quella…;)

Latifah:  Il riso in brodo con l’uovo! Per me è una vera e propria coccola… tanto che me lo sono fatto preparare da mia madre anche nei primi tempi della maternità, quando ero a casa dal lavoro per curare il pupo e la nonna veniva a trovarci. Ah, bei tempi!

Pimpirulin: La frittura di brischiji (le schie, piccoli gamberetti grigi tipici della laguna di Venezia). Avevo meno di 5 anni, mio papà andò a pesca con degli amici e ritornò con dei sacchi enormi pieni di gamberetti. Per giorni e giorni in paese si sentì solo odore di frittura. Indimenticabile!

Fatacarabina: Mia nonna me lo faceva proprio così e ci metteva anche un pizzico di cannella, per un effetto piccantino :) grazie che mi hai fatto ricordare…

Peppermind: Il  risotto con la salCiccia della nonna. Rigorosamente milanès, che il nonno, se non era fatto secondo i crismi esatti (ricordo che ci voleva, oltre allo zafferano, anche un po’ di sugo di pomodoro, ma poco, e carote) non lo mangiava e faceva sentire in colpa mia nonna. Io me lo sgrufolavo in sette secondi esatti, in qualsiasi modo fosse cucinato,  ovviamente.

Giarina: ho sempre mangiato poco, mitì. però il sapore dell’infanzia è tutto nell’odor di latte bollito della colazione mattutina subito prima d’andare a scuola. e il sapore è quello orrendo della panna che s’appiccicava al pane.

Simona: La panzanella.

Cat: la “minestrina” con la stracciatella d’uovo e la minestrina riso-sedano-patate.
come mai mi vengono in mente solo minestrine e nessuna roba dolce??? devo preoccuparmi?

Marina: Il ricordo in senso positivo è pane, burro e zucchero per merenda, in negativo il piatto di crema di riso (effetto colla liquida) con un filo di olio e una spolverata di parmigiano che mia madre, pessima e frettolosa cuoca, ci propinava anche troppo spesso.

Rosy: Mia mamma faceva una specie di polenta con i fichi che poi, una volta fredda e tagliata a fette, veniva fritta in olio o burro, non ricordo bene. Ogni anno, alla stagione dei fichi, mi viene nostalgia di questo dolce che del resto non me lo potrei più permettere visto le calorie…

L’Odore e il Sapore delle Cose

Quando di un lontano passato niente più resta, dopo che i popoli sono morti, dopo che  le cose sono andate distrutte,  resta solo, più persistente, più fedele, l’odore e il sapore delle cose, che rimane sospeso per lungo tempo. E’ una presenza che risveglia la nostra memoria, e aspetta , sperando che arrivi il suo momento, in mezzo alle rovine di tutto il resto e vi porta con sè nella struttura sottile, quasi impalpabile nella sua realtà, la grandiosa  bellezza  del ricordo.”
Marcel Proust

E proprio ieri, sbocconcellando una merenda della mia infanzia che credevo estinta da tempo – le mitiche barrette di Ovomaltina – dopo il primo morso mi sono trovata a 7 anni, Torino, tragitto casa-scuola, via Canova via Madama Cristina, la mano di mamma stretta attorno alla mia, la sosta in una piccola drogheria (Prodotti Coloniali scritto sull’insegna) per comprarle, il grembiulino nero e il fiocco rosa, la cartella rossa come il cestino del pranzo (mangiavo là, uscivamo ogni giorno alle 16), la lunghissima treccia  di Raffaella, gli occhi azzurrissimi di Elisa, amiche mie allora e ora, ancora, i quaderni con la copertina blu (Italiano) e verde (Matematica), il fruscìo delle foglie dei tigli in cortile, l’odore speciale che ha Torino in primavera…

Un viaggio-lampo a ritroso nel tempo.
Più di 40 anni annullati dal sapore di Cioccovo.

Se non è magia, questa…

E a voi, quale odore-sapore risveglia la memoria?

Regi: L’odore del minestrone delle mense pubbliche e il sapore delle merendine di mela cotogna mi ricordano i pochi mesi passati all’asilo. Avevo cinque anni e sapevo già leggere e scrivere (in stampatello).

MaxG: L’odore del cuoio nuovo mi ricorda mio nonno materno, che aveva sotto casa nostra e di fianco alla mia scuola un negozio di valige borse e scarpe. Al pomeriggio uscito da scuola andavo da lui ad aspettare che mamma mi venisse a prendere, e quando uscivo avevo quel profumo addosso. Buonissimo. Così come era buono mio nonno.

Smeerch: Fetta di pane condita con olio di oliva, sale e pomodorini. Ricordo dei mille pomeriggi a casa della nonna paterna.

xlthlx: Lo specialissimo profumo del pane appena sfornato che viene dalle vecchie botteghe dove ancora si fa nel vero forno. Mi ricorda sempre la mia infanzia passata a Belmonte del Sannio, provincia di Isernia, in Molise, quando mi svegliavo presto la mattina per andare a comprarlo. L’ho risentito l’estate scorsa in un luogo inaspettato: a Taormina, in Sicilia, e mi ha commosso.

Beppe: L’odore di fungo che si sente nei boschi e i week end autunnali e invernali in una vecchia casa delle Langhe, che non perdonerò mai a mio padre di avere venduto.

Luca: il minestrone di mia nonna quello cotto sul fuoco a legna per ore e ore…ormai lo fa solo mia zia ma se si passa sotto casa sua si sa sempre quando sta facendo il minestrone

Silenzi d’Alpe: Merenda fatta con pane burro e zucchero. Chi non la ricorda se ha almeno un 4 o un 5 come primo numero (e ahimè non ultimo) della sua età anagrafica ? Specchio dei tempi odierni: mentre mangi, o peggio, mentre i nostri figli mangiano, Madeleinettes o qualunque altro biscotto/merendina, oggi pensi:- Quanto latte in polvere, magari cinese, vi sarà dentro ? – Mala tempora occurrunt !

Marea di Luce: L’odore del pane caldo mi ricorda sempre la casa di mia nonna.. tutta la famiglia si riuniva per l’impasto e per cuocerlo nel forno a legna. Poi amo l’odore di terra bagnata, che mi ricorda il giardino fiorito della mia mamma sotto la pioggia di marzo o dei primi giorni d’estate.

Roger: l’odore dell’erba tagliata, mi riporta alla fanciullezza passata in campagna a giocare nei prati. per il sapore stavo per dire pane,olio e pomodoro…ma essendo già stato detto del pane tutto il possibile e lo spalmabile ripiegherò sull’uva, però rigorosamente colta e mangiata nella vigna alla faccia del contadino. un altro sapore che mi riporta al passato è quello delle ciliege di notte (data la vicinanza dell’albero alla casa del contadino)…..provare per credere, di notte sono più saporite.

Sancla: L’odore del pane appena sfornato mi ricorda le domeniche a pranzo dai nonni materni, mio nonno (panettiere in pensione) lo faceva apposta per noi nipoti.

Marina: il profumo della gomma da cancellare e quello della colla nel vasetto di alluminio mi ricordano la scuola elementare, la Signora Maestra che combatteva le ‘orecchie’ dei quaderni e il bidello che non voleva che corressimo nei corridoi.

Adamo: l’odore del sapone felce azzurra, che usava una mia zia e che automaticamente mi riporta alla mente le visite che le facevo quand’ero bambino.

Paz83: L’odore di focaccia che si diffonde per il carrugio di setri levante. Lo sento da quando ho 8 anni. Aspetto con ansia tutto l’anno per godermi la fragranza mattutina mentre passeggio verso la spiaggia. Peccato succeda solo per pochi giorni l’anno.

Linda: L’odore della resina di pino che brucia nel caminetto. E’ un odore così dolce e forte che si respira solo nella stanza dove ho passato le mie più belle (e calde) ore da bambina, mischiato al sentore della pipa di mio nonno.

Alianorah: Ho una forte memoria olfattiva. Per anni impedii a mia madre di lavare i panni con “dinamo3″ perché era lo stesso detersivo usato dalla madre del mio primo (infelice) amore. Però c’è un profumo, in particolare, che non so definire (di legna bruciata, di mosto, di brina…). Lo sento nell’aria in autunno, all’improvviso, a volte a ottobre, a volte a novembre. E’ il profumo del Natale che si avvicina.

Krishel: Il gelsomino. Quando ero piccola abitavo in un posto che era vicino ad un albero di gelsomini. E quando si levava il vento arrivavano certi effluvi. Poi ho anche ricordo di infanzia profumati di panelle appena cotte, come da tradizione trapanese…

Skip: Il profumo dei gelsomini e delle rose mi ricordano mia zia che amava coltivarli e abbellire la sua casa, che per me è stata la casa della mia infanzia. L’essenza di lavanda mi ricorda mia nonna e mi pare di rivederla mentre lavorava all’uncinetto e mi raccontava aneddoti e storie. L’odore della salsedine mi fa rivivere il senso di attesa e il legame forte con mio padre. Il sapore delle caldarroste e della frutta secca mi ricordano le risa e la spensieratezza di quando si riuniva tutta la famiglia; mentre giocavo con i cuginetti mi divertivo ad ascoltare “i grandi” che intrecciavano fatti, persone e vicende della loro vita nei loro racconti.

Annarigheblu: Il profumo del pane appena sfornato, mi ricorda le giornate trascorse in campagna, a casa di mia nonna materna. Tempi lontani…

Eli: L’odore del profumoExploit” (chissa’ se esiste ancora?) che usava mia nonna e che metteva anche in un batuffolo di cotone che poi dava a me e mio fratello, che sempre glielo chiedevamo… e noi annusandolo esclamavamo, rapiti dall’amore che avevamo per lei,: “Mmmmmhhh… che odore di nonna!” :o) (permettetemi un pensiero, dopo questo tuffo nell’infanzia, ai due protagonisti del mio ricordo… nonna e’ qua, vecchietta, immobile nel suo letto, cieca, ma sempre tanto dolce quando mi dice al telefono “ciao bella de’ nonna!” e mio fratello e’ lassu’…dove ricordera’ sicuramente ancora i batuffoli col “profumo di nonna” )

Tittieco: L’odore e il sapore della mia bibita preferita da bambina: lo sciroppo di rose, ‘che gustavo nella stagione fredda diluito con acqua calda e in quella estiva con acqua fresca! Per me una vera delizia!

Caravaggio: visto che siamo alla ricerca del tempo perduto ,rievocando il mio, sento il profumo dei formaggini di cioccolato, o le fette alte bicolore della cioccolata al taglio.