A Genova, per definire una persona “innamorata cotta”, da secoli si dice “innamòu cumme ‘n gattu de frià”, innamorato come un gatto in febbraio. E perché proprio Febbraio sia il mese dedicato all’amore, ve l’avevo spiegato qui.
Una volta innamorati, è difficile nasconderlo perché “L’Amore presto o tardi si svela dagli sguardi”.
A Milano invece dicono “Amòr e tòss se fan conòss” e gli inglesi sottolineano che si diventa inappetenti e distratti: “l’Amore fa perder l’appetito e ne risveglia altri”…
Poiché l’ “Amore è cieco”, tutto di lui/lei ci pare bello; però col passare del tempo l’amore può diventare “presbite, mostra i difetti man mano che si allontana”.
E se ogni lontananza fa male all’amore, “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”, “per l’innamorato le miglia son passi”: l’importante è che non vi sian autostrade bloccate o scioperi dei mezzi pubblici.
“L’Amore è una malattia”, Jerome lo paragonava al “morbillo, prima o poi ce lo prendiamo tutti” perché, dicono i veneti, “Amor no porta rispetto a nissun”, non risparmia nessuno, ricchi, poveri, giovani, vecchi i quali, appena colpiti dai “dardi di Cupido”, avranno in comune -almeno nella fase più acuta- una caratteristica: la follia.
(©Mangosi)
“L’Amore consiste nell’essere cretini insieme” (Paul Valery); “ l’Amore e’ come una clessidra: quando si riempie il cuore, si svuota il cervello” (Jules Renard), perché “l’Amore non ha niente a che fare con l’intelligenza” (Jean Renoir).
E ciò infatti è perfettamente dimostrato dai vari nomignoli amorosi di cui avevamo parlato qui.
Ma sentirsi un poco idioti in due è piacevolissimo: “più scalda Amor che mille fuochi”.
Scompare ogni paura perché “omnia vicit Amor” –l’amore vince ogni cosa – e se anche “Amor non è senza amaro” è anche vero che “chi soffre per Amor non sente pena” poiché quasi sempre (e per fortuna) “delle pene d’Amor si tribola e non si muore”.
In realtà che cosa sia in realtà l’amore non lo sa nessuno; se per Leo Longanesi “e’ l’attesa di una gioia che quando arriva annoia” e per quel cinicone di Ambrose Bierce è “una parola inventata dai poeti per far rima con cuore”, per La Rochefoucauld “non c’è che una specie d’Amore, ma in mille versioni diverse” e per Emily Dickinson “che l’Amore e’ tutto, e’ tutto cio’ che sappiamo dell’Amore”: fatto sta che “ciò che si fa per Amore è sempre al di là del bene e del male” (Nietzsche).
E anche il perché ci si innamori di una persona piuttosto che di un’altra non si sa; che sia soprattutto questione d’affinità, dato che “chi si somiglia si piglia”?
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Ma è inutile farsi tante domande, visto che “al cuor non si comanda”.
I francesi sono convinti che “on n’aime qu’une fois”; e che “il primo Amore non si scorda mai” resta una delle convinzioni più diffuse al mondo.
Ma temo avessero un po’ ragione i Gufi quando, in Porta Romana, cantavano:
Ci son tre cose belle in fondo al cuore
la gioventù, la mamma e il primo amore
La gioventù ti lascia, la mamma muore,
te restet come un pirla col primo amore.