Da Quello Dei Vecchi A Quello Versato: Proverbi E Modi Di Dire Sul Latte

latte gatti

Bevete più latte / il latte fa bene/ il latte conviene/ a tutte le età./ Bevete più latte / prodotto italiano/ rimedio sovrano/ di tutte le età” ripeteva ossessiva la canzoncina di Nino Rota che – in Boccaccio ’70 – accompagnava la felliniana immagine di un’immensa Anitona popputa che turbava un moralistissimo Peppino De Filippo.

Infatti è alimento salubre – Latte miele e pane / fan le guance rosse e sane – ma attenti a mescolarlo col  Latte dei vecchi (il vino); i valdostani dicono Lait sur vin, c’est venin, vin sur lait c’est souhait, il latte bevuto dopo il vino è veleno, il vino bevuto dopo il latte è salutare: però i toscani taglian corto sentenziando Latte e vino, veleno fino

E’ alimento primigenio; nel Salento alle puerpere si consiglia Mancia finucchi cu te aumenta lu latte e i sardi logudoresi affermano Su lacte bessit dai sos mossos, et non dai sos ossos: il latte viene dai bocconi e non dalle ossa, quindi bisogna mangiar bene per ben allattare.

Indispensabile a qualsiasi mammifero neonato, pare ne condizioni la vita: non per nulla di chi dimostra una forte  propensione per qualcosa si dice che l’ha succhiata col latte della madre.

Per i napoletani, gli adulti schizzinosi e viziati sono stati allattati  C”o latte ‘e furmicula, da non confondersi col Latte di gallina citato per la prima volta da Aristofane e che indicava qualcosa di raro e prezioso che un anonimo cuoco realizzò in una crema a base di latte, uova, zucchero e vino bianco: unendo la grappa qualcun altro inventò il Latte di suocera

Le persone dolci e soavi ad oltranza vengono definite ironicamente tutte latte e miele; ma senza nessuna ironia lo sposo del Cantico dei Cantici si rivolge all’amata esclamando estasiato  “O sposa, c’è miele e latte sotto la tua lingua”.

Invece se uno è noiosissimo fa venire il Latte alle ginocchia; se è ricco e felice Nuota in un mare di latte; se è pieno di spocchia ma troppo giovane d’età viene liquidato con un “Va là che puzzi ancora di latte” .

E per i tedeschi è Troppo aspettarsi che un gatto si sieda davanti a una tazza di latte senza leccarlo, ossia è logico che qualcuno sia tentato da qualcosa di cui è ghiotto:  accanto al latte non esiste gatto fidato perché, si sa, l’avidità fa l’uomo ladro.

Gli arabi dicono che Nel latte si vedono meglio le mosche – deleterie e pericolose per la salute pubblica – e un il proverbio indù recita I gatti leccano i raggi di luna nella ciotola dell’acqua, convinti che si tratti di latte.

Mici illusi, come quelle migliaia di risparmiatori che persero sudati risparmi in azioni che credevan preziose come latte, e non mero vapore acqueo.

Non rimase che Piangere sul latte versato. E con dolore perché, come dicono  a Brescia,  A la vaca se mòns el lat, mica ‘l sang, alla vacca si munge il latte, non il sangue.

© Mitì Vigliero

Il Fico

fico

Albero dai frutti deliziosi anticamente dedicati al dio Priapo, perché considerati simbolo dispensatore di potenza sessuale e fertilità.  
Ma questo era già sottinteso nella Genesi (3:7), in cui si narra di Adamo ed Eva i quali, perduta l’innocenza originaria a causa del Peccato -appunto-Originale, tentarono di celare le loro nudità sotto larghe foglie di fico.  

Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi;
intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture

I Greci  addirittura ebbero per molto tempo il monopolio dei fichi secchi, di cui erano gelosissimi; non permettevano assolutamente che venissero esportati  dai loro territori, quasi fossero una “medicina” preziosa atta a preservare la specie.
Quelli freschi invece, che secondo loro non possedevano abbastanza “potenza” concentrata, erano a disposizione di tutti.

Poi col passare del tempo si comprese forse che i fichi non avevano poi tutte quelle pruriginose proprietà e persero valore; da qui il detto “non m’importa un fico” o “valere un fico secco“.
(Non è del tutto vero, ma è buffo pensarlo. Del “non valere/non importare un” ve ne parlerò un’altra volta ;-)

Per i Romani invece il fico era collegato all’allattamento; pare che la Lupa allattasse Romolo e Remo standosene all’ombra di un fico  che venne chiamato, derivandolo o dal termine “ruma” (mammella) o dal nome di Romolo fondatore, Fico Ruminale; ciò diede origine a una nuova Divinità, Rumina, la Dea dei Poppanti romani 

Sognare di mangiare fichi neri significa felicità in arrivo; ma sognare di vederli sull’albero invece significa “affari magri e incerti”.

L’albero di fico, al quale di impiccò Giuda pentito d’aver venduto Gesù, viene da allora definito “traditore”; in realtà è “traditore” perché spesso i suoi rami, pur all’apparenza molto robusti, si rompono all’improvviso sotto il peso di chi abbia la malaugurata idea di arrampicarvicisi sopra.

Nelle varie lingue si dice:

Inglese-Fig
Francese-Figue
Tedesco-Feighe
Spagnolo-Higo

Piemontese- Fi
Friulano-Fugâr
Veneto-Figo (frutto); Figaro, Figher (pianta)
Milanese-Figh
Genovese-Figo (pianta)-Fighe (frutto, pron. solitamente al plurale)
Bolognese-Fig

©Mitì Vigliero

E da voi come si dice fico? E conoscete altri proverbi o modi di dire o curiosità varie che lo riguardano?

Mimosafiorita: Ciociaro: sotto gliu fico ce nasce la fichecella ” cioè tale padre, tale figlio”

Smoot: Salentino: “ficu” (pianta), “fica” (frutto). L’uceddru subbra la fica se ‘mpica. (L’uccello si impicca sulla … fica) Quannu rrìa la fica lu milune se ‘mpica. (Quando matura il fico, il mellone si impicca, non è più buono)

Adriano: in sardo campidanese: “sa figu” (al femminile) è il frutto . “sa matta ‘e sa figu” la pianta del fico

ZiaPaperina: “Essere er mejo fico der bigoncio

Beppe: Far le nozze coi fichi secchi.

Pievigna: Io conosco un indovinello sul fico:
Vae do par un trojet, cate un vecet, le cave ‘e braghese e le magne el culet, eo che?
trad. “vado giù per un sentiero, trovo un vecchietto, gli tolgo i pantaloni e gli mangio il culetto, cos’è?

Antar: Io la gran parte di quello che so riguardo al fico l’ho imparato grazie a Guccini. Credo che sia molto istruttivo…

Clò: in molisano si dice “R’ ficura” !

Rosy: Il latte delle foglie di fico ha il potere di far sparire porri e verrucche

AndreA: In campidanese Sa (articolo al femminile) FIGU. da non confondere con Sa “Figu Morisca” (che invece sono i fichi d’india) [morisca=portata dai MORI] ;-)

Brianzolitudine: Del fico in brianza mobiliera è ricordata l’atroce parabola di Cristo. Il fico simbolo dell’accidia: quando Gesù il lunedì santo lo visita lo trova senza frutto. E infatti il legno di fico in brianza non serve a nulla, è un legno inutile. Un legno maledetto, memento per tutti i pigri brianzoli.

Camu: Io conosco un brindisi insegnatomi da un mio amico fiorentino. Brindo al pero ed alla pera, brindo al melo ed alla mela, brindo al fico ed alla sua signora.

Krishel: Detti non ne conosco ma so che il Fico per la sua natura zuccherina è tremendamente sconsigliato ai diabetici.

Cristella: A Rimini si dice “e’ fig”. Modi di dire: “Fig e aqua”: due cose che insieme non vanno bene.
Di uno passato a miglior vita si dice “ch’un pò magnè piò i fig” (che non può mangiare più i fichi”).
Un fig l’ha fat s-ciupè un sumàr!” un fico ha fatto stramazzare un somaro per il carico eccessivo (la goccia che fa traboccare il vaso).

Il Latte

latte.jpg
(foto ©gurrygudfinns)  

Proverbi e Modi di Dire

Bevete più latte /il latte fa bene/ il latte conviene/a tutte le età./ Bevete più latte/prodotto italiano/rimedio sovrano/di tutte le età” ripeteva ossessiva la canzoncina di Nino Rota che – in Boccaccio ’70 – accompagnava la felliniana immagine di un’immensa Anitona popputa che turbava un moralistissimo Peppino De Filippo.

Infatti è alimento salubre – latte miele e pane / fan le guance rosse e sane – ma attenti a mescolarlo col  latte dei vecchi (il vino); i valdostani dicono lait sur vin, c’est venin, vin sur lait c’est souhait, il latte bevuto dopo il vino è veleno, il vino bevuto dopo il latte è salutare: però i toscani taglian corto sentenziando latte e vino, veleno fino

E’ alimento primigenio; nel Salento alle puerpere si consiglia mancia finucchi cu te aumenta lu latte e i sardi logudoresi affermano su lacte bessit dai sos mossos, et non dai sos ossos: il latte viene dai bocconi e non dalle ossa, quindi bisogna mangiar bene per ben allattare.

Indispensabile a qualsiasi mammifero neonato, pare ne condizioni la vita: non per nulla di chi dimostra una forte  propensione per qualcosa si dice che l’ha succhiata col latte della madre.

Per i napoletani, gli adulti schizzinosi e viziati sono stati allattati  c”o latte ‘e furmicula, da non confondersi col latte di gallina citato per la prima volta da Aristofane e che indicava qualcosa di raro e prezioso che un anonimo cuoco realizzò in una crema a base di latte, uova, zucchero e vino bianco: unendo la grappa qualcun altro inventò il latte di suocera

Le persone dolci e soavi ad oltranza vengono definite ironicamente tutte latte e miele; ma senza nessuna ironia lo sposo del Cantico dei Cantici si rivolge all’amata esclamando estasiato  “o sposa, c’è miele e latte sotto la tua lingua”.

Invece se uno è noiosissimo fa venire il latte alle ginocchia; se è ricco e felice nuota in un mare di latte; se è pieno di spocchia ma troppo giovane d’età viene liquidato con un “Va là che puzzi ancora di latte” .

E per i tedeschi è troppo aspettarsi che un gatto si sieda davanti a una tazza di latte senza leccarlo, ossia è logico che qualcuno sia tentato da qualcosa di cui è ghiotto:  accanto al latte non c’è gatto fidato perché, si sa, l’avidità fa l’uomo ladro.

Gli arabi dicono che nel latte si vedono meglio le mosche – deleterie e pericolose per la salute pubblica – e un il proverbio indù recita i gatti leccano i raggi di luna nella ciotola dell’acqua, convinti che si tratti di latte.

Micio illuso, come quelle migliaia di risparmiatori che han perso sudati risparmi in azioni che credevan preziose come latte, e non mero vapore acqueo.

Speriamo che in questo caso non sia inutile piangere sul latte versato; come dicono a Brescia a la vaca se mòns el lat, mica ‘l sang, alla vacca si munge il latte, non il sangue.

©Mitì Vigliero