PlacideNovelline per Riflettere

Aristotele e il seccatore
   Un facondo e prolisso parlatore, convinto di essere un grande filosofo, seccava Aristotele con discorsi petulanti, banali e noiosissimi; ad un tratto gli chiese: “Ebbene, maestro: non siete stupito di quanto vi ho detto?”.
“Ciò che mi stupisce” rispose Aristotele “è che io faccia uso degli orecchi per ascoltarvi, quando ho i piedi per fuggirvi”.

Modestia di poeti
   Victor Hugo ricevette un giorno una lettera che portava questo semplice indirizzo: “Al più grande poeta di Francia”.
Egli, senza aprirla, la mandò a Lamartine il quale  la rispedì a Hugo.
Non si seppe mai quale dei due aprì la lettera per primo.

Saggezza presidenziale
   Il Presidente degli Stati Uniti Grant stava lucidandosi le scarpe nel suo ufficio quando entrò il suo segretario che gli disse scandalizzato:
“Ma come? Il Presidente si lustra le scarpe da solo?”
E Grant rispose: “Sicuro! Del resto è meglio lustrarsi le scarpe da sé, che dover lustrare quelle degli altri!”.

Manzoni e il presuntuoso
 Un giorno Alessandro Manzoni, quand’era Senatore al primo Parlamento italiano, seccato di ascoltare un altro senatore presuntuoso che quando parlava diceva “il mio signor padre, la mia signora madre, la mia signora moglie, i miei signori figli” eccetera, chiamò il suo cameriere e ad alta voce gli disse: “Mio signor cameriere, dite al mio signor cocchiere d’attaccare alla mia signora carrozza i miei signori cavalli”.

La vanità è donna
   Il celebre giornalista Vassallo detto Gandolin, stava passeggiando insieme ad un amico e alla moglie di questo; la signora discuteva animatamente con Gandolin, il quale aveva avuto il torto di affermare che la Vanità sia difetto comune a tutte le donne.
Ad un tratto videro entrare in una chiesa una processione di comunicande, Figlie di Maria, suore eccetera.
Gandolin disse alla signora: “Contesti la mia idea? Va là che te la dimostro!” e alzando la voce per essere udito bene esclamò:
-“Quante donne pie! Peccato che la più bella abbia il naso sporco…”.
E tutte le pie portarono la mano al naso.

Presentazioni
   L’abate Tanzini, fiorentino del ‘700, era un uomo molto intelligente, dotato di un carattere schietto e totalmente indifferente all’eleganza. Un giorno si trovava nel’anticamera di un Principe e due cortigiani, vedendolo mal vestito e con la faccia imbarazzata dalla sontuosità del luogo, gli si avvicinarono e gli chiesero chi fosse.
“E voi, chi siete?”, rispose seccato l’abate.
Il primo dei due disse sussiegoso: “Io sono un gentiluomo che ha l’onore di servire Sua Eccellenza in veste di segretario”.
“Ed io” disse l’altro “ho l’onore di servire il Principe come ciambellano”.
“Ed io – ribatté Tanzini – sono l’abate Tanzini, che ha l’onore di non servire nessuno”.  

©Mitì Vigliero