Albero dai frutti deliziosi anticamente dedicati al dio Priapo, perché considerati simbolo dispensatore di potenza sessuale e fertilità.
Ma questo era già sottinteso nella Genesi (3:7), in cui si narra di Adamo ed Eva i quali, perduta l’innocenza originaria a causa del Peccato -appunto-Originale, tentarono di celare le loro nudità sotto larghe foglie di fico.
Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi;
intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture
I Greci addirittura ebbero per molto tempo il monopolio dei fichi secchi, di cui erano gelosissimi; non permettevano assolutamente che venissero esportati dai loro territori, quasi fossero una “medicina” preziosa atta a preservare la specie.
Quelli freschi invece, che secondo loro non possedevano abbastanza “potenza” concentrata, erano a disposizione di tutti.
Poi col passare del tempo si comprese forse che i fichi non avevano poi tutte quelle pruriginose proprietà e persero valore; da qui il detto “non m’importa un fico” o “valere un fico secco“.
(Non è del tutto vero, ma è buffo pensarlo. Del “non valere/non importare un” ve ne parlerò un’altra volta ;-)
Per i Romani invece il fico era collegato all’allattamento; pare che la Lupa allattasse Romolo e Remo standosene all’ombra di un fico che venne chiamato, derivandolo o dal termine “ruma” (mammella) o dal nome di Romolo fondatore, Fico Ruminale; ciò diede origine a una nuova Divinità, Rumina, la Dea dei Poppanti romani
Sognare di mangiare fichi neri significa felicità in arrivo; ma sognare di vederli sull’albero invece significa “affari magri e incerti”.
L’albero di fico, al quale di impiccò Giuda pentito d’aver venduto Gesù, viene da allora definito “traditore”; in realtà è “traditore” perché spesso i suoi rami, pur all’apparenza molto robusti, si rompono all’improvviso sotto il peso di chi abbia la malaugurata idea di arrampicarvicisi sopra.
Nelle varie lingue si dice:
Inglese-Fig
Francese-Figue
Tedesco-Feighe
Spagnolo-Higo
Piemontese- Fi
Friulano-Fugâr
Veneto-Figo (frutto); Figaro, Figher (pianta)
Milanese-Figh
Genovese-Figo (pianta)-Fighe (frutto, pron. solitamente al plurale)
Bolognese-Fig
©Mitì Vigliero
E da voi come si dice fico? E conoscete altri proverbi o modi di dire o curiosità varie che lo riguardano?
Mimosafiorita: Ciociaro: sotto gliu fico ce nasce la fichecella ” cioè tale padre, tale figlio”
Smoot: Salentino: “ficu” (pianta), “fica” (frutto). L’uceddru subbra la fica se ‘mpica. (L’uccello si impicca sulla … fica) Quannu rrìa la fica lu milune se ‘mpica. (Quando matura il fico, il mellone si impicca, non è più buono)
Adriano: in sardo campidanese: “sa figu” (al femminile) è il frutto . “sa matta ‘e sa figu” la pianta del fico
ZiaPaperina: “Essere er mejo fico der bigoncio”
Beppe: Far le nozze coi fichi secchi.
Pievigna: Io conosco un indovinello sul fico:
“Vae do par un trojet, cate un vecet, le cave ‘e braghese e le magne el culet, eo che?”
trad. “vado giù per un sentiero, trovo un vecchietto, gli tolgo i pantaloni e gli mangio il culetto, cos’è?
Antar: Io la gran parte di quello che so riguardo al fico l’ho imparato grazie a Guccini. Credo che sia molto istruttivo…
Clò: in molisano si dice “R’ ficura” !
Rosy: Il latte delle foglie di fico ha il potere di far sparire porri e verrucche
AndreA: In campidanese Sa (articolo al femminile) FIGU. da non confondere con Sa “Figu Morisca” (che invece sono i fichi d’india) [morisca=portata dai MORI] ;-)
Brianzolitudine: Del fico in brianza mobiliera è ricordata l’atroce parabola di Cristo. Il fico simbolo dell’accidia: quando Gesù il lunedì santo lo visita lo trova senza frutto. E infatti il legno di fico in brianza non serve a nulla, è un legno inutile. Un legno maledetto, memento per tutti i pigri brianzoli.
Camu: Io conosco un brindisi insegnatomi da un mio amico fiorentino. Brindo al pero ed alla pera, brindo al melo ed alla mela, brindo al fico ed alla sua signora.
Krishel: Detti non ne conosco ma so che il Fico per la sua natura zuccherina è tremendamente sconsigliato ai diabetici.
Cristella: A Rimini si dice “e’ fig”. Modi di dire: “Fig e aqua”: due cose che insieme non vanno bene.
Di uno passato a miglior vita si dice “ch’un pò magnè piò i fig” (che non può mangiare più i fichi”).
“Un fig l’ha fat s-ciupè un sumàr!” un fico ha fatto stramazzare un somaro per il carico eccessivo (la goccia che fa traboccare il vaso).