Modo di dire romanesco che in parole più eleganti significa: “Non vi è alcuna speranza che una certa cosa venga concessa”.
Si usa soprattutto per negare qualcosa a qualcuno in modo molto deciso.
Risale ai primi del ’900, quando il sindaco di Roma Ernesto Nathan cancellò, causa l’eccessiva spesa, dal bilancio del Comune l’acquisto mensile di trippa destinata a sfamare i felini che servivano a dar la caccia ai topi che infestavano il Campidoglio.
E così sul libro del Bilancio Comunale qualcuno scrisse pari pari la frase poi passata alla storia: Nun c’è trippa pe’ gatti.