Gaia aka Copiascolla (che un bel giorno si deciderà di riaprire il suo blog), ospite da noi per il week end, ieri a pranzo ci ha preparato gli gnocchi.
Dei favolosi gnocchi.
La ricetta è quella che ha imparato da sua Nonna.
L’evento è stato immortalato da Enrico e Fabio
La ricetta qui sotto l’ha scritta lei.
Miei solo i commentini tra parentesi, e il pesto.
Ingredienti per 4 persone
2 patate “da gnocchi” a testa
500 gr. di farina
Predisponete sul tavolo della cucina 500 grammi di farina di tipo 00 in una ciotola, un tagliere di legno bello grande (fondamentale quando non si possieda un tavolo da cucina adatto a impastare), un coltello a lama liscia, una grattugia e un canovaccio.
Prendete 8 patate a pasta gialla, lavatele sotto l’acqua corrente e strofinatele con l’apposito guanto (non c’era) o con uno spazzolino (questo sì c’era) per eliminare i residui di terra: le patate vanno lessate con la buccia (come dice Fabio), per evitare che assorbano troppa acqua .
Mettete le patate in una pentola a pressione con tre dita d’acqua (oppure in una pentola qualsiasi immerse in acqua abbondante), aggiungete una presa di sale grosso e fate cuocere per circa 20 minuti (nel frattempo vi prendete un caffè e chiacchierate di quel che più vi aggrada).
Togliete dal fuoco e svuotate l’acqua. E’ assolutamente vietato raffreddare le patate sotto l’acqua fredda. La buccia delle patate viene via facilmente sollevandola con le dita: eventualmente per non ustionarsi i polpastrelli (in ogni caso Gaia ha le ditina di amianto, posso testimoniare), ci si può aiutare con un coltellino e una forchetta.
Spargete un po’ di farina sul tagliere, schiacciate le patate con uno schiacciapatate (portato prudentemente da casa vostra, ché Placida non riusciva a trovare il suo) e incorporate metà della farina.
Lavorate l’impasto ancora caldo e aggiungete farina finché lo gnocco assume una consistenza compatta. Se è una giornata umida (ieri a Genova a mezzogiorno c’era il 74% di umidità), l’impasto resterà morbido: non cedete alla tentazione di aggiungere più farina del necessario, altrimenti gli gnocchi verranno troppo duri. Per addensare l’impasto qualcuno (la nonna di Enrico) aggiunge un rosso d’uovo: ho provato una sola volta e ho dovuto buttare via tutto, quindi non fatelo (se proprio vuole l’uovo, la prossima volta gli gnocchi li farà lù, néh?).
Ottenuto un impasto compatto, mettetelo da parte sul tagliere e andate a lavarvi le mani per eliminare i residui di impasto, asciugatele perfettamente e immergetele nella farina per togliere bene l’umidità (che in questa città ce n’è già abbasanza di suo, visto che alle 12,30 eravamo saliti all’80%).
Spargete il tagliere di farina, staccate una porzione di impasto grossa come una pallina da tennis e lavoratela con i palmi della mani fino a ottenere un lungo grissino (esiste un verbo che indichi questo movimento delle mani ? grissinare?) di circa 2 cm di diametro.
Tagliate la pasta con il coltello a intervalli regolari di qualche centimetro, per ottenere porzioni (più o meno) tutte uguali.
Perché gli gnocchi cuociano perfettamente e prendano bene il sugo, prendete ogni tocchetto e strofinatelo sul retro della grattugia (portata anche questa prudentemente da casa: la placida grattugia ha tenuto il muso per tutta la giornata), esercitando una leggera pressione con una o due dita, in modo che si arrotoli su se stesso, rimanendo concavo all’interno e zigrinato all’esterno.
Disponete ordinatamente gli gnocchi su un canovaccio (due canovacci, ne son venuti una valanga) e cospargeteli con un velo di farina, setacciandola con un colino (quelli piccoli da tè son perfetti).
Portate a ebollizione un pentolone d’acqua salata e versate gli gnocchi tutti in una volta, prendendo il canovaccio per gli angoli, stando molto attenti a non scottarvi con gli schizzi d’acqua.
La tecnica di mia nonna è quella di immergere nell’acqua anche il canovaccio, lasciar scivolare gli gnocchi, recuperare il canovaccio intriso di acqua bollente e lanciarlo sul lavello cacciando un urlo. Voi non fatelo. (Infatti, quando Gaia mi ha porto i due canovacci vuoti di gnocchi ma grondanti acqua rovente, li ho lanciati sul lavello soffrendo in silenzio perché son placida)
In pochi minuti gli gnocchi affioreranno: acchiappateli con una schiumarola (ovvero un mestolo bucherellato) e disponeteli in una terrina, in cui avrete precedentemente versato un letto di sugo (di pomodoro, carne o pesto a piacere).
Mescolate delicatamente e portate in tavola.