In questi giorni mi è tornata all’improvviso in mente la primissima poesia studiata alle elementari:
La Pigrizia andò al mercato
ed un cavolo comprò,
mezzogiorno era suonato
quando a casa ritornò.
Prese l’acqua,
accese il fuoco,
si sedette e riposò
ed intanto a poco a poco
anche il sole tramontò.
Così persa ormai la lena,
sola al buio ella restò
ed a letto senza cena
la comare se ne andò.
E’ La Pigrizia, di Francesco Pastonchi.
Perché sia resuscitata così di colpo dai meandri della mia memoria, lo ignoro.
O forse posso supporlo: in questo periodo non ho né la forza né la voglia di fare assolutamente niente.
Ergo, sono pigrissima. E mi identifico perfettamente con l’ultima battuta di Snoopy, lassù.
Però è sorprendente rammentare una cosa di 46 anni fa e mai più ripetuta o ascoltata, e poi magari non riuscire a ricordarsi il menù della cena fatta 12 ore prima…
Voi ricordate ancora le poesie studiate a memoria da bambini? E se sì, quali?