Mi hanno regalato uno dei più buoni ricordi olfattivi della mia infanzia.
La usava sempre Nonna Teresita, questa colonia, e annusarla mi ha catapultato immediatamente in uno dei suoi abbracci caldi e morbidi.
E mi sono venuti in mente Natali di tanti anni fa, in cui la guardavo per ore preparare ravioli e croccante (meraviglioso il momento in cui lo versava sul piano di marmo del tavolo della cucina…).
Natali in cui attorno al tavolo eravamo in tanti, e “i grandi” -tutti i nonni compresi- erano tutti ancora giovani e in perfetta salute.
Natali con lunghe vacanze trascorse tra Genova e Rapallo e per noi, che abitavamo a Torino, quel mare d’inverno era meglio di una cura ricostituente.
Soprattutto per Mamma, che della sua Liguria sentiva la mancanza in modo lancinante; e quando le chiedevano “Dove abiti, a Torino?”, anziché via Canova rispondeva “Verso Genova”.
Un’acqua di colonia che mi fa da proustiana madeleinette; oggi, in questa campagna laziale bagnata dalla pioggia, io sento ilprofumo del mare e del croccante di Nonna, e le voci di tutti quelli che amavo e che non so cosa darei per poterli riabbracciare.
E per voi, qual è la vostra madeleinette olfattiva?
Fatacarabina: Che bella questa domanda che poni, Mitì mia. L’odore della crema, quella fatta con le uova e il latte, che mi ricorda l’infanzia. E poi l’odore del Opium, profumo maschile così buono che a volte lo rubo a mio padre. E poi l’odore dell’acqua di melissa, a 90 gradi, che ogni tanto, quando ho coraggio metto nel tè. E poi c’è l’odore di mandarini, che mi ricordano una pelle indimenticabile :)
Leonardo (su FF): l’odore dell’erba bagnata. i fiori di robinia
Beatrice Bruni (su FF): La salvia colta dall’orto. L’odore di mobili antichi. La spiraletta d’estate. L’acqua di colonia alla violetta. Il profumo della cipria. Il profumo del panino bianco mantovano.
Nastja (su FF): l’acqua di melissa e le saponette alla lavanda di Atkinsons, memoria dei miei nonni
Mimosafiorita: La mia memoria olfattiva è corsa a mia nonna e ai suoi abbracci profumati di Presage di Atkinson, mi sembra di sentirlo ancora, e poi il profumo delle sue ciambelline, che lei chiamava crespelle, ed era semplicemente pasta lievita cresciuta e poi fritta, spolverizzata con zucchero e cannella,un sapore indimenticabile nella sua semplicità
la Rejna (su FF): i gelsomini la notte, in sicilia
Ciocci: l’odore dei kinder cereali. mi rimanda a pomeriggi spensierati passata a casa dei nonni, a passeggiate in campagna, guanti e cappelli.
Pietro: L’acqua di colonia della nonna (si chiamava proprio “acqua di colonia”). Odore di bosco, umido, vecchio. Non a caso i profumi che prediligo hanno queste note qua. Anche l’odore di marciapiede di città alle prime piogge estive.
Graziella: Il profumo di zucchero farina burro uova e buccia di limone che sulla spianatoia aspettavano che nonna, e poi mamma, tramutassero in fragranti crostate. E’ il mio profumo di casa e di nostalgia.
Xarabas: Due odori liguri. L’odore della Farinata e l’odore dei testaroli appena estratti dalla busta.
Baol: Bellissimo quesito. per ora mi viene di rispondere: il profumo delle pagine del libro di storia della scuola superiore.
Leo: A dire la verità, mi stupisco che riusciate ad essere così precisi. Quel che a me colpisce nelle mie personali esperienze-madeleine è che siano sempre così inaspettate da essere quasi incongruenti, al punto che l’esperienza-madeleine (un fulmineo ricordo accompagnato da un non so che di struggimento, nostalgia e coscienza di un tempo passato in modo irrecuperabile) sorge mooolto prima dell’individuazione di ciò che l’ha provocata. In altri termini, è dall’esperienza-madeleine che parto per andare in cerca di ciò che l’ha scatenata (e a volte trovo un nulla di profumo, a volte trovo qualcosa che sento ma non riesco ad identificare); ma non mi accade mai il contrario, cioé di avvertire un profumo (o un suono: ah, le madeleinette acustiche!), identificarlo, e da lì partire coi ricordi. Non so se mi sono capito, eh.