In genovese i ceci hanno un nome praticamente impronunciabile, çeixai, tanto che – narra la leggenda – gli antichi eserciti genovesi riuscivano a scoprire foreste spie infiltrate facendo ripetere loro questo termine, quasi si trattasse di una parola d’ordine.
Simbolo d’incorruttibilità e temperanza, da secoli furono in Liguria uno dei tipici cibi utilizzati nei religiosi “periodi di magro”, soprattutto a mezzogiorno del Mercoledì delle Ceneri, in cui si mangiavano in zemìn.
Lo zemìn (zimino, in italiano) ligure, è una sorta di denso brodetto in cui si fanno cuocere particolari pesci come le seppie o, come in questo caso, i ceci.
Eccone la mia ricetta, per 4 persone:
400 gr. di ceci
1/2 cipolla
1 carota
2 cucchiai d’olio d’oliva
300 gr di foglie di bietole
2 cucchiai di salsa di pomodoro concentrata
1 dado vegetale(0 2 bicchieri di brodo vegetale fatto da voi)
parmigiano grattugiato
origano
sale
mezzo litro abbondante d’acqua
8 fette di pane tostato
Ammollare i ceci per 12 ore (ovviamente se si usano quelli in scatola si fa prima, eh) e lessarli.
Nel frattempo una pentola soffriggere nell’olio cipolla e carota tritate, unendo poi la salsa di pomodoro, le foglie di bietola sminuzzate, il dado (o il brodo), l’origano. Mescolare molto bene e cuocere per 20/30 minuti, facendo addensare lo zemin.
Unire i ceci ben scolati, mescolare benissimo per 5 minuti.
Unire l’acqua, mescolare, salare, far sobbollire per un’altra decina di minuti badando che non si asciughi troppo.
Mettere in ogni fondina due fette di pane, versarci su i ceci in zemìn bollenti, condire con abbondante parmigiano e, se si vuole, con un filo d’olio crudo e una macinata di pepe.
Buon appetito.
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