Chiedo scusa per l’argomento; ma se oggi si tratta di un atto decisamente poco fine ed educato, era un tempo assai usato nelle credenze popolari, e quindi perfetto per questa piccola rubrica.
Persino la medicina era convinta che la saliva possedesse virtù magiche e terapeutiche, capaci di allontanare ogni male; per questo veniva usata come disinfettante sulle ferite subite, o su quelle di un diretto consanguineo.
Gli antichi, prima di affrontare un qualcosa di importante (da un incontro di affari a una gara sportiva) avevano la curiosa abitudine di sputarsi tre volte sul petto onde preservarsi dagli incantesimi, grane ed errori; anche oggi gli eroi di Formula Uno (e altri dediti alle corse in genere) prima di montare in macchina per affrontare una corsa si fanno sputare sulla schiena della tuta.
Ma ci si sputava sulle mani anche quando si faceva un giuramento o si concludeva un patto, come un solenne “sigillo” di sicurezza meno doloroso del sangue.
Si sputava a terra dopo che per strada si era incontrato uno iettatore o un rivale, per “cancellare” i suoi influssi negativi: l’importante era – e direi ora “ovviamente”- che quello avesse già voltato la schiena e non si accorgesse di nulla, sennò sarebbe stato un terribile pubblico sfregio, onta da lavare con duelli o sicari.
In compenso si credeva che sputarsi addosso accidentalmente e sbagliando mira mentre si pensava di colpire l’altro, portasse malissimo; una vera e propria automaledizione.
Infine antiche puerpere dell’area mediterranea sputavano dalla finestra, certe di soffrire meno durante il parto; e se erano convinte che il loro neonato fosse vittima di un maleficio, per risolvere il problema gli sputavano amorevolmente tre volte sulla faccia.
E non esisteva neanche Telefono Azzurro…