In tempi lontani, quando non esistevano il telefono, la radio, la tv e internet, le campane avevano l’importantissima funzione di sollecite sentinelle allertatrici.
In un villaggio, appena c’era un pericolo pubblico e generale (incendio, invasione d’esercito nemico o altro) la campana della parrocchia si metteva a suonare, allertando appunto e richiamando da campi, botteghe e case tutti gli abitanti.
Ma se il luogo era un po’ più grande – diciamo un paese o una città – gli abitanti, prima di correre in piazza, aspettavano prudentemente il suono di un’altra campana di un altro rione, che confermasse o meno il segnale della prima.
Questo medioevale modo di dire oggi si usa quando, sentita da una campana-fonte una notizia qualsiasi, prima di formulare giudizi, esprimere certezze, farsi opinioni precise, dichiarare guerre o emettere condanne, sarebbe sempre meglio ascoltare la stessa notizia riportata da altri testimoni o coinvolti, onde evitare di combinar danni spesso irreparabili o, semplicemente, di far figure a pera.