Oggi vi “spio” una ricetta tratta da un libro, ma non dal libro quello là, da un altro, che ho visto su ibs giorni fa e mi ha fatto gridare subito “E’ MIO!”.
Si chiama Nìvuro di sìccia, sottotitolo Le ricette i spirate alle avventure del più astuto commissario siciliano.
Ce ne sono tante, ma una che mi ha affascinato particolarmente è quella della Petraférnula, magica parola che avevo trovato tanto tempo fa ne Il Cane di terracotta , senza allora riuscire a capire cosa fosse:
“Anna lo baciò sulle guance, gli pruì un pacchetto. “Ti ho portato la petrafèrnula”.
Era un dolce oramai difficile a trovarsi, a Montalbano piaceva molto, ma chissà perché i pasticceri non lo facevano più”
E la ricetta riportata da quel libro è questa.
Ingredienti per 8 persone
800 gr di miele millefiori
400 gr di bucce d’arancia
200 gr di bucce di cedro e/o limone
vaniglia e cannella in polvere
olio d’oliva.
In una casseruola mettete le bucce d’arancia e di cedro (o di limone) tagliate a listarelle; aggiungete il miele e fate cuocere il tutto al fuoco lento finché il composto diventerà abbastanza consistente.
Togliete dalla fiamma, aggiungete un pizzico di cannella e di vaniglia e amalgamate bene il tutto.
Versate quindi il composto in contenitori cilindrici unti di olio lunghi 10-12 cm. Una volta freddi, aprite i cilindri e avvolgete i dolci in fogli di carta paraffina per conservarne al meglio i sapori.
Ora io non so dove trovare contenitori cilindrici adatti; immagino si possa usare qualcosa tipo carta d’argento oliata, facendo dei mini salamini non troppo cicciotti…
Nasàndo poi nei sacri testi della mia collezione culinaria (di cui ho superato i 150 volumi, alè), ho trovato la Petrafennula; credo sia solo differenza di trascrizione e/o pronuncia, visto che la ricetta è praticamente identica.
Esclude solo la vaniglia, e al momento della fine cottura, quando il composto si sarà indurito, viene suggerito di stenderlo su un piano di marmo unto d’olio, facendone uno strato di circa 3 cm. Aspettare che si intiepidisca, e tagliarlo a bastoncini lunghi 8, 10 cm. Come un croccante, insomma.
Comunque sia, credo sia perfetto per le prossime feste natalizie.
Profumato di buono; semplice, genuino, sincero e dolce.
Tutte cose di cui oggi abbiamo tutti un gran bisogno, vero?