Stavolta il foglietto trovato nel libro è scritto da me, una ricetta particolare che avevo testato quando scrivevo questo, e lì dentro è finita.
Per chi ama l’aglio è un’affascinante goduria; gli effetti collaterali sono sorprendentemente minimi (e ne esistono sempre i rimedi): il sapore è una delicatissima delizia.
4 teste d’aglio
150 ml di brodo di pollo
2 rametti folti di rosmarino
2 rametti di timo
1 cucchiaino d’origano
1 cucchiaino di sale grosso
pane tipo baguette qb
Scaldare il forno a 180°.
Dividere tutti gli spicchi d’aglio, abbassando la buccia in cima per metterne a nudo le punte.
Allinearli in una pirofila e versare lentamente un pochino di brodo attorno agli spicchi, badando di non coprirli.
Bagnare ciascuno spicchio con 1 cucchiaino d’olio.
Aggiungere il sale e i rametti.
Cuocere per 1 ora, bagnando ogni 15 minuti col brodo del fondo; gli spicchi alla fine dovranno risultare morbidi e dorati.
Una volta sfornati, aiutandosi con forchetta e cucchiaino spremerli delicatamente uno a uno fuori dalla buccia, cercando di mantenerne la forma.
Affettare la baguette e porla nel sugo-brodo di cottura, dal quale saranno stati tolti i rametti di erbe; posarvi su gli spicchi e servire immediatamente e bollente: ogni commensale, prima di mangiare la sua parte, spalmerà l’aglio sul pane come un paté.