Il “brindisi” – il gesto che si fa alzando e toccando i bicchieri prima di bere in un gruppo di due o più persone- è un “saluto” in onore di qualcuno o qualcosa: come augurio di fortuna, buona riuscita in un’impresa o di un avvenimento ecc ecc.
La parola deriva dallo spagnolo brindis, a sua volta derivato dalla formula tedesca usata nelle libagioni bring dir’s “lo porto a te (il bicchiere, ergo il saluto)”.
I brindisi sono ovunque accompagnati da vari motti augurali pronunciati ad alta voce durante l’innalzamento e il “tocco” dei bicchieri.
Molto diffuso un tempo era Prosit! terza persona singolare del congiuntivo presente del verbo latino prodesse, “giovare”.
Prosit significa letteralmente “sia di giovamento” ed era la formula augurale che si faceva al sacerdote quando tornava in sacrestia dopo la celebrazione della Messa.
Cin cin invece ha origini cinesi.
Dal termine ch’ing ch’ing (che significa “prego, prego”), si trasse la forma chin chin del pidgin english, l’inglese “universale” usato da commercianti e naviganti in genere in epoca vittoriana, soprattutto nel territorio di Canton.
Entrò in voga soprattutto tra i marinai e nei porti della vecchia Europa, soprattutto quelli italiani, dove venne introdotto proprio dagli ufficiali di Marina di Sua Maestà Britannica.
Attecchì subito nella nostra lingua perché il suono onomatopeico della parola si accordava benissimo con quello di due bicchieri o calici che si toccano tra loro.
Una curiosità; in cinese moderno, oggi ch’ing ch’ing vuole dire bacio; e in fondo, il delicato tocco di bicchieri è un metaforico bacio affettuoso scambiato tra chi beve in compagnia di amici.