Placide Segnalazio’: Elenco in progress di cose belle da leggere e guardare

(Milano 27/5/2011 – foto©jAsOn)

Dopo questo, la prossima fase è contemplare i lavori in corso, di Andrea Beggi

Come si fa un libro, di Personalità Confusa

Al Salone del Libro vanno anche i peggiori, di Sandrone Dazieri

Schegge di Liberazione 2011, un e-book da scaricare

M’è dolce questo narrar. Paolo Rumiz e il nuovo feuilleton giornalistico, un e-book di Enrico Bianda, ed Webgol da scaricare

La primavera sembra fare sul serio, di Daniela Farnese

Donne del Risorgimento: Rosalia Montmasson e Giuditta Tavani Arquati, di Skip

Brianza Siren, di Brianzolitudine

La vita sociale di una bambina di 4 anni, di Panzallaria

La febbre del sabato pomeriggio, di Fabio Altomare

I morti sorridono di più, di Mentz

– So’ diventata suocera, di Lia

Somma 40, di Novecento

– Metafisica del mio terrazzo, di Scorfano

– Preferenze, di Alberto Ragni

– La cipolla di Maillard, di Dario Bressanini

Liguria ricette: sciroppo e frittata di rose, di Tittieco

– Per gli amanti dei gatti:  il tumblr Miezekatzen

– Per gli amanti dei gufi: il tumblr Hey y’Owls!


Risalire la china, da I nasoni di Joshua Held

Di Catrài, Amici e Menestrùn

Oggi ho preparato il rancio per due Tesorimiei carissimi che non vedevo da una vita, accompagnati da una Tesoramia altrettanto carissima che vedo un po’ di più, ma mai abbastanza.

E visto che i primi due per motivi politici ;-) da giorni vivono giù al Porto nutrendosi esclusivamente di fritti, mi sono immedesimata negli ormai scomparsi Catrài, natanti ristoratori proprietari di curiose trattorie galleggianti sistemate su gozzi o piccole chiatte che, sino ai primi anni del Novecento, si avvicinavano ai bastimenti ormeggiati alle banchine e distruibuivano alle ciurme fumanti xiàtte (piatti fondi) colme di minestrone profumato che veniva assai apprezzato dai marinai che allora, durante le lunghissime navigazioni, non avevano possibilità di mangiare verdure fresche, con conseguenti gravi malattie come lo scorbuto. (Fortunatamente Diego e Antonio grazie alle cibarie della festa democratica annata 2009, rischiano solo un po’ di fegato ingrossato e bon)

Ovviamente, vista la stagione, il mio minestrone alla genovese, o menestron (pron. u menestrùn) quello col pesto, tanto pesto, era rigorosamente tiepidino- quasi freddo.

Come si fa il minestrone alla genovese?

Non ne esiste una ricetta precisa, ciascuna famiglia ha il “suo” menestrùn fatto con  verdure che variano da stagione a stagione.

Nel mio oggi ci stavano: fagiolini, cavolo cappuccio, piselli, bietole, cipolle, fagioli, zucchine.

Le ho fatte cuocere ieri sera (veramente era notte, h. 1,30, ma come sapete io sono un gufo) con poca poca acqua nella pentola a pressione per una ventina di minuti scarsi dal sibilo. Poi ho spento e le ho lasciate lì.

Stamattina le ho frullate col coso ad immersione facendone una bella crema spessa, che ho messo in una zuppiera.

Poco prima che gli ospiti arrivassero ho fatto bollire 250 gr di ditaloni in un brodo vegetale; una volta cotti, li ho ben scolati e spruzzati d’olio bono.

Ho unito alla crema una tazzona di pesto fatto solo di basilico, grana ed aglio (niente pinoli se mettete il pesto nel minestrone, potrebber poi dare un saporino acido non gradevolissimo): niente olio, era pesto secco, all’antica, e ho mescolato accuratamente.

Alla fine ho uniti i ditaloni ormai a temperatura ambiente, mescolato e, alè, a tavola.
Poi ciascuno ha unito olio crudo e grana grattugiato a suo piacimento.

Mi pare sia stato apprezzato ;-)

menestrun