Coccodrilli e Madonne: Storia Di Ex Draghi Diventati Ex Voto

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(Santuario di Montallegro, Rapallo)

Correva l’anno 1488 (o ’98, non si sa bene) e un terribile drago terrorizzava la contea di Selva (Grosseto).

Era un “orrendo serpente” munito però di zampe e fauci enormi .
Ma il signore della zona, il conte Guido Sforza, imbattendosi in lui durante una battuta di caccia lo uccise “con l’aiuto di Dio” ed offrì metà del cranio mostruoso al Convento di Santa Fioria, mente l’altra metà fu spedita (e in seguito dispersa) alla romana Santa Trinità dei Monti.

Orbene, quel mezzo teschione superstite, conservato ora in una teca del convento, altro non è che il cranio di un coccodrillo del Nilo; e forse non tutti sanno che le chiese italiane pullulano di coccodrilli impagliati, scambiati per draghi famelici, offerti come ex voto.

Uno famoso si trova a San Michele Extra (Verona), nel santuario della Regina della Pace da tutti chiamato Madonna della Campagna; un bestione immenso che per secoli fu appeso vicino all’altare, ma poiché la sua presenza distraeva i fedeli dalle funzioni, fu spostato nella sala delle riunioni.

Dicono che vivesse nell’Adige, da dove usciva per papparsi bambini, contadini e pecorelle sino a quando non venne ucciso e offerto alla Madonna per grazia ricevuta. Altri dicono che fu donato dal marchese Pier Paolo Malaspina, che lo teneva nel suo museo personale come cimelio portato da un suo avo dalle Crociate: ma così la storia è meno affascinante…

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(Coccodrillo di Curtatone)

Meglio pensare che fosse stretto parente di quello catturato cinque secoli fa nei canneti del Mincio, e conservato nel santuario di Santa Maria Vergine delle Grazie a Curtatone (Mantova), o di quello lungo tre metri appeso in S. Maria Annunziata a Ponte Nossa (Bergamo), ammazzato nelle acque del Serio ed entrato a far parte dello stemma del paese.

In Santa Maria del MonteVarese, nel museo è conservata la pelle arrotolata di un coccodrillo confederato catturato nel ‘700 nel Canton Ticino, mentre nella farmacia del monastero di Camaldoli (Arezzo) si conserva un caimano; anzi, un tempo erano due, ma uno fu misteriosamente rubato.

Macerata, nel santuario di S. Maria delle Vergini, ne sta appeso uno ucciso a forconate da un contadino sulle rive del Chienti nel 1590 e nel Tesoro della chiesa di San  Giorgio a Ragusa sono conservati resti di immensi “Crocodilus niloticus” che secoli fa pare infestassero tutta la regione.

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(Coccodrillo Ponte Nossa)

Ora sarebbe curioso cercare di capire da dove fossero arrivate quelle bestiacce feroci e capaci di sopravvivere nei freddi fiumi italici.

Chi dice sian stati importate dagli Arabi durante le loro dominazioni; chi suppone siano fuggite da “serragli” di nobili signori d’ogni tempo; altri che se la sian fatta a nuoto dall’Africa allo Stivale…

Di uno solo di quei coccodrilli (che in realtà è un alligatore) si conosce la certa provenienza; è conservato nel santuario di Nostra Signora di Montallegro a Rapallo, appeso sul soffitto della sala dove si vendono ricordini.

Fu donato nel 1694 da due fratelli capitani di mare, Andrea e Rolando Merello, che rischiarono di essere da lui sbranati su un fiume dell’Amazzonia.

Pare che all’inizio l’ex-voto non fosse molto ben visto perché decisamente orrido e terrorizzante; ma poi, si sa, anche coccodril donato

© Mitì Vigliero