Wanted d’Autore: I Pittori degli Impiccati


(Leonardo da Vinci: Bernardo Baroncelli)

Vi fu un tempo in Italia in cui grandi pittori vennero incaricati di dipingere ritratti che avevano la stessa funzione delle odierne immagini segnaletiche delle forze dell’ordine, quelle con su scritto “Wanted”; opere usa e getta, che venivano cancellate una volta catturato o graziato il colpevole latitante.

Uno dei primi “ricercati” in questo modo fu Muzio Attendolo detto Sforza, capostipite della celebre famiglia.

Da ragazzo, mentre stava zappando un campo paterno, vide arrivare un drappello dell’esercito papale che batteva lo Stivale per arruolare gente.
Anziché lanciare in aria una monetina, usò per decidere il suo vigore fisico (non per nulla lo chiamavan “sforza”); gettando la zappa contro una quercia esclamò “Se cade a terra, resto: se si pianta nel tronco vado”.

Andò, divenendo uno dei più famosi condottieri pontifici; nel 1413 si ribellò al Papa schierandosi col Re di Napoli che ne appoggiava un altro (in quel periodo ce n’erano ben 3, di Papi).

Il Pontefice allora lo fece dipingere (da artisti il cui nome non ci è giunto) su tutte le porte e i ponti di Roma, ritratto appeso per un piede (simbolo di latitanza), con una zappa nella mano destra e nella sinistra un cartiglio con su scritto:

Io son lo Sforza, villano e traditore, che dieci tradimenti ho fatto alla Chiesa contro il mio onore”.

Per la cronaca, non fu mai catturato.

Andrea del Castagno, dopo la Battaglia di Anghiari (1440), su ordine delle autorità fiorentine dipinse – sulla facciata del Palazzo del Podestà – l’effigie impiccata dei latitanti Albizi e Peruzzi: fece un lavoro così bello che, nonostante la creazione di altre opere meravigliose, il poveretto da allora fu chiamato “Andrein degli Impiccati”.

Sempre a Firenze nel 1479 alcuni partecipanti alla Congiura de’ Pazzi vennero acciuffati ed impiccati immediatamente alle finestre del Palazzo del Bargello: passava di lì Leonardo da Vinci il quale, antesignano dei fotoreporter, non si lasciò sfuggir l’occasione e ritrasse rapidissimo su un foglio il cadavere di Bernardo Baroncelli penzolante per la gola.

Però molti altri congiurati riuscirono a fuggire e così le autorità commissionarono a vari artisti di ritrarli appesi per un piede sulle facciate dei Palazzi più in vista; così fece Sandro Botticelli, il quale immortalò sulla porta della Dogana i contumaci membri della famiglia dei Pazzi.

Andrea del Sarto invece, come racconta il Vasari, incaricato nel 1529 di dipingere sulla “facciata dov’è la Mercatanzia Vecchia” i ritratti d’un paio di capitani che erano fuggiti con le paghe dell’esercito, temendo di “acquistare come Andrea del Castagno il cognome (soprannome, ndr)  delli Impiccati” disse che li avrebbe fatti fare al suo allievo Bernardo del Buda e invece, tirata una lunga tenda davanti alla facciata, “v’entrava egli di notte et usciva similmente che non fussi veduto, e li condusse di maniera, che quelli vivi e naturali parevano”.
La stessa cosa fece con i ritratti di alcuni cittadini ribelli sul Palazzo del Podestà, “i quali finí egli, e ne dette il nome a Bernardo che il dí a tutte l’ore saliva e scendeva, perché ne fusse veduto”.

Quando si dice il Genio, eh?

© Mitì Vigliero

(PS. Le immagini degli impiccati di Andrea del Sarto sono tratte da qui)