La Sorprendente Storia del Tenente Franz Scanagatta

Genova, che durante la napoleonica Campagna d’Italia aveva l’esercito francese in casa, iniziò ad essere assediata dai nemici del Bonaparte: navi inglesi sul mare e fanteria austriaca sui monti.

Borzonasca, una delle basi austriache dell’entroterra ligure, un giorno di novembre del 1799 al Maggiore comandante del reggimento Deutsch-Banater si presentò un giovane ufficiale: “Sottoluogotenente Franz Scanagatta, agli ordini!”.

Il Maggiore lo guardò torvo; detestava quei damerini mollaccioni e leccati, eleganti, rasatissimi e pettinati a ricciolini che Vienna gli spediva.

La vita lì era durissima, sempre in combattimento fra impervie vallate, tra gente che li odiava già dall’epoca del ragazzetto di Portoria che urlò “Chi l’inse”…

Però in quel caso l’apparenza ingannava.

Nato a Milano (allora sotto il dominio austriaco) da nobile famiglia, il ventiquattrenne Scanagatta era risultato primo del suo corsoall’Accademia Militare Teresiana – ossia fondata dall’Imperatrice Maria Teresa- di Wiener Neustadt.

Inoltre pullulava Menzioni d’Onore per i 2 anni trascorsi nel VI° Reggimento di Frontiera ove s’era rivelato ottimo tiratore e dotato di grandi attitudini al comando.

Messo alla prova, Franz divenne subito una sorta di idolo per la truppa; in battaglia sembrava non conoscere fatica, paura, freddo, dolore. Fu ferito gravemente, ma continuò a combattere e volle curarsi da solo.

Aveva un unico difetto, il prode Franz: non rideva mai. Non dava confidenza, parlava pochissimo, sfuggiva i rari momenti di svago coi commilitoni, stava sulle sue incutendo sempre una vaga soggezione.

Il 9 aprile del 1800Barbagelata di Lorsica (Ge), durante un furibondo scontro coi francesi in cui gli austriaci persero ben 300 uomini ma riuscirono ad uscirne vittoriosi, lo Scanagatta fu decisamente eroico tanto che venne insignito sul campo di  Menzione d’Onore e promosso Luogotenente.

Ma a fine maggio venne convocato urgentemente a rapporto dal Maggiore Comandante.

Appena lo vide entrare nel suo studio, il Maggiore si alzò accennando un inchino; gli porse una scatola di sigari come per offrirgliene uno, ma poi imbarazzatissimo gliela tolse da sotto il naso mormorando “Scusate…”; poi lo invitò a sedere spostandogli la sedia e infine, dopo essersi schiarito rumorosamente la voce, iniziò a parlare: “Fräulein Scanagatta, ho ricevuto oggi una lettera da sua madre… Ora vuole spiegarmi tutto, bitte?”

Con un sospiro rassegnato, il Luogotenente Francesca Scanagatta raccontò che sei anni prima, visto che il suo cagionevole fratello si rifiutava d’andare all’Accademia di  Wiener Neustadt, contro il parere dei  genitori ma spinta dal suo odio verso Napoleone Bonaparte, mollato il collegio delle Salesiane di Milano dove studiava e travestitasi da uomo, aveva preso il suo posto.

Per sei anni nessuno si era mai accorto di nulla.

Congedata con ennesima Menzione d’Onore e mazzo di fiori, poco dopo convolò a nozze col nobile ufficiale bonapartista (sic) Celestino Spini di Talamona, fabbricò 4 figli e visse a lungo nel bel palazzo che si vede ancora della piazza di Talamona (Sondrio), vicino al Municipio.

Nel 1852, settantaseienne, per l’anniversario di fondazione della sua Accademia Militare, spedì un messaggio d’auguri firmato: “Franz Scanagatta, Tenente e Vedova del Maggiore Spini.”

© Mitì Vigliero

franz scanagatta