La Polena che diventò Madonna: una storia genovese

  Il 17 gennaio 1636  al Mar Ligure andò qualcosa per traverso e allora si infuriò come una belva, come sa fare lui quando si mette d’impegno; il porto di Genova fu sconvolto per ore e ore dalle sue ondate immense e furibonde che distrussero praticamente tutte le navi che si trovavano in zona.

La mattina dopo tutto era cosparso da un’infinita serie di macerie e pezzi di legno; solo uno galleggiava intatto nelle acque ormai tranquille della Darsena: la polena d’una nave irlandese d’alto bordo, raffigurante una meravigliosa popputa signora che teneva in braccio un bambino.

Forse era il ritratto della moglie dell’armatore; forse rappresentava le famiglie dei marinai…chisssà.

Messi all’asta i vari rottami risultati dalla bufera, la polena venne acquistata da due marinai che la accatastarono assieme ad altri pezzi (assi di legno, gomene, brandelli di vela, detriti vari, nulla si spreca e tutto può “venir bene un giorno” per un genovese)  in un fondo di un palazzo dei vicoli, che apparteneva alla famiglia Lomellini e che usavano come magazzino.

Lì venne dimenticata.

I ragni tessero spessi ricami sulla polena, la polvere si depositò impalpabile e lenta su di lei sino a renderla forma irriconoscibile. E alla polena nessuno pensò più per più di settant’anni.

Ma un giorno una bimba che abitava all’ultimo piano di quell’alto palazzo, cadde dalla finestra precipitando nel vuoto tra gli urli di raccapriccio della mamma e delle altre persone presenti.

Tuttavia, quando queste arrivarono affannate e terrorizzate sulla strada, trovarono la bimba illesa: questa, indicando la porta del magazzino, disse che da lì era uscita “una bella signora” che l’aveva afferrata fra le braccia depositandola poi dolcemente a terra.

Sfondata immediatamente la porta, entrarono tutti e tra le ragnatele e la polvere trovarono la prosperosa polena la quale, come raccontano gli atti settecenteschi del “processo” che seguì il miracolo per certificarne l’autenticità, “sembrava venir loro incontro”; così tutti s’inginocchiarono commossi per ringraziare quella che venne immediatamente scambiata per l’effige di una Madonna col Bambino.

La notizia del prodigio ci mise pochissimo a fare il giro della città e i genovesi chiesero immediatamente e a gran voce che la statua miracolosa fosse trasferita in un luogo sacro; amorevolmente spolverata, rivestiti lei e il bambino d’abiti di raso e ambedue incoronati, con solenne processione la polena venne portata nella vicina chiesa medioevale di San Vittore, dove rimase sino al 1799.

In quella data, causa la sconsacrazione di quella chiesa, sempre con solenne processione e pompose cerimonie la polena – Madonna fu prima deposta in una ricca cappella e poi definitivamente collocata nella chiesa di San Carlo di via Balbi dove potete vederla ancora, collocata sull’Altar Maggiore.

La polena irlandese oggi si chiama Nostra Signora  della Fortuna, perché arrivata con un fortunale e da quel giorno, come attestano innumerevoli ex-voto, dispensa grandi fortune a chi ci crede.

© Mitì Vigliero