Modo di dire romanesco che in parole più eleganti significa: “Non vi è alcuna speranza che una certa cosa venga concessa”.
Si usa soprattutto per negare qualcosa a qualcuno in modo molto deciso.
Risale ai primi del ’900, quando il sindaco di Roma Ernesto Nathan cancellò, causa l’eccessiva spesa, dal bilancio del Comune l’acquisto mensile di trippa destinata a sfamare i felini che servivano a dar la caccia ai topi che infestavano il Campidoglio.
E così sul libro del Bilancio Comunale qualcuno scrisse pari pari la frase poi passata alla storia: Nun c’è trippa pe’ gatti.
Ai miei la trippa non è mai piaciuta, e non ho capito perché.
Mi sembra che il sindaco Nathan abbia preso un ottimo provvedimento: infatti se i gatti anno trippa (da mangiare) non prendono topi
Paolo, anche i miei la detestavano (in realtà “trippa” indica genericamente le frattaglie che si davano come pappa a cani e gatti)
Diego, infatti. è proprio quello che disse il sindaco cancellando la voce dal bilancio ;-)