Antiche credenze e superstizioni
Sin dai tempi antichissimi è stata tenuta in grande considerazione e consacrata agli Dei; ad esempio Bacco, dio del vino, è stato quasi sempre immaginato e raffigurato coronato, oltreché di pampini, di foglie d’edera (Cfr. Caravaggio).
Presso i Greci era tipico del rito nuziale che l’ara del matrimonio (dedicata al dio Imene) fosse rivestita d’edera e che se ne consegnasse solennemente un rametto a coloro che si giuravano eterno amore, quasi per rammentare che il nodo col quale si legavano non poteva infrangersi che con la morte.
Per questo è il simbolo di “amore inscindibile”; per questo attorno ai muri delle case dei novelli sposi sino a non molto tempo fa venivano messe piantine d’edera che, crescendo, le avvolgevano come un mantello di protezione.
E se la pianta si ammalava e moriva, significava che anche l’amore era in pericolo.
«Son qui, tra le tue braccia ancor,
avvinta come l’edera…»
come non rammentare, cara placida signora, la vecchia canzone degli anni ’50
edera come metafora concreta della passione che avviluppa