Per la nostra splendida Annie, che oggi compie 30 anni
Me lo chiedono spesso, da tanto, con lettere o parole. Soprattutto giovani donne.
Ma credo sia una domanda comune a tutti: quando si diventa grandi?
C’è un’età precisa? Un momento esatto?
Da cosa si capisce che si è diventati definitivamente adulti?
E io non so rispondere, se non con una poesia che scrissi molti anni fa, quando ero io a chiedermi Quando? :
Che fretta di crescere, di scoprire,
di diventare donne adulte
per decidere da sole la direzione
da dare alla nostra libertà.
Ma i compleanni sono tutti uguali:
“Quando diventerò grande?”
Quando troverò il Vero stampato
a lettere di bragia su di un muro qualunque,
quando non sbaglierò più nelle mie certezze,
quando tirerò il fiato dicendo “sono arrivata”,
quando forse una mano piccolissima prenderà la mia
e una vocina mi chiederà
“Quando?”
allora capirò che non è cambiato nulla,
che il tempo non è trascorso affatto,
che la direzione è sempre vaga
e che forse non ho mai vissuto,
ma solo sognato.
(© Mitì Vigliero, da Teatrino)
(autoritratto fatto da bimba)
(Annie a il suo papà Fabs)
spero per voi mai:)
Luca, mai completamente. Meglio lasciare sempre un pezzetto di bambino in noi; è salvifico ;-**
Auguri alla bellissima bimba!
Le foto sono strepitose e la tua poesia, Mitì, è un capolavoro…
tantissimi auguri Annie!
i grandi non esistono, sono i bambini che, guardando gli adulti, pensano che sono «grandi»; grandi sono i bambini, che vivono in un mondo immenso e in una dimensione di apparente tempo eterno e ciclico (tutti sanno che l’infanzia, seppur breve, ci pare lunghissima); quando poi, sei «grande» ti accorgi di come sono piccoli, fragili, dispettosi, patetici quei «grandi» che ti sembravano immensi e sicuri di sè; si diventa grandi quando capisci che siamo piccoli per tutta la vita
si diventa grandi quando si riesce a tornar piccini.
un grande abbraccio a tutti e un bacino alla festeggiata.
SE…
Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall’odio,
E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
E trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;
Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tener duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: “Tieni duro!”.
Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,
E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l’amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni minuto che passa,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E – quel che è di più – sei un Uomo, figlio mio!
(Rudyard Kipling)