Pillole di “Stupidario della Maturità”: Gabriele il Macho

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(…) I Maturandi ammettono che D’Annunzio possedesse doti naturali non comuni: “è orgoglioso di sé, maschio, superuomo, vitale, solare, maniaco sessuale“. Quest’ultima tesi viene rafforzata dalla lapidaria definizione: “D’Annunzio era un mandrillo“.

In Stabat nuda aestas D’Annunzio racconta di una volta che vide una donna che correva nel bosco. Iniziò così ad inseguirla, anche se non sapeva il suo nome e così lo chiese ad un’allodola che glielo disse. La donna scappava sempre più veloce, ma ad un tratto inciampò e cadde a pancia in giù nell’acqua: così il poeta poté vedere finalmente nuda quella immensa donna

Tutti conosciamo la passione dell’Immaginifico per il gentil sesso, ma i ragazzi ne sono addirittura ossessionati, convinti che il Vate pensasse sempre e solo alle donne, parlasse sempre e solo di donne, scrivesse sempre e solo di donne.  Persino il celeberrimo verso iniziale de La tenzone “O Marina di Pisa”, viene parafrasato “O Marina nata a Pisa“.

Certo è che le femmine ebbero una grande importanza nella vita del Gabriele, ma forse non tutti sanno quali complicate manovre le donzelle dovessero compiere per raggiungere l’amato poeta agli appuntamenti galanti:

Amica, tu verrai
furtiva nel verziere.

Amica, tu verrai
nascosta nel cesto della verdura.

Cosa non dovevano sopportare le languide dame per amore dell’affascinante Gabriele! Egli le intratteneva ipnotizzandole con le sue magiche parole, ma poi, all’improvviso, poneva loro domande come questa:

Cosa proveresti se ti fiorisse
la terra sotto i piedi, all’improvviso?

Che cosa proveresti se ti si forasse
all’improvviso la terra sotto i piedi?

Eh? Che proveresti? Oltre che mandrillo, pure sadico. E pensare che sta parlando alla sua Mamma…La povera signora Luisa Benedictis Rapagnetta (“D’Annunzio si dava tante arie, ma il suo vero cognome era Rapagnetta“) non doveva avere un facile rapporto col figlio:

In Consolazione il poeta tenta di convincere la madre che lui è di nuovo un bravo ragazzo e che non le darà più dispiaceri. Ma la madre non gli crede e poi è arrabbiatissima per il fatto che lui continua a dirle che è sorda. per tre volte infatti le ripete: “Dì, mi senti?”

Certo che a mamma Luisa potevano anche saltare ogni tanto i nervi, visto il genere di discorsi che le faceva il figliolo:

Per te sola io vo’ comporre un canto
che ti raccolga come in una cuna

Solo per te io voglio comporre una canzone
che t’infili dentro ad una cruna

Come il cammello evangelico.

DAnnunzio

(…)
Secondo i maturandi il D’Annunzio nutriva una spiccata predilezione per donne d’ogni razza; nei versi di Lungo l’Affrico “O bianche e nere / ospiti lungo l’Affrico notturno”, non sta certo parlando di rondini e torrenti, bensì di: “donne bianche e negre / ospitate nell’Africa nera come la notte” (…)

Lo charme dell’abruzzese però non lascia del tutto indifferenti le pulzelle diciottenni. Ecco come lo definiscono, parafrasando il delizioso quadro descritto ne La sera fiesolana (che, per la cronaca, secondo i maturandi ha come protagonista uno che “vendemmia delle foglie di gelso“):

E ancor s’attarda all’opra lenta
su l’alta scala che s’annera
contro il fusto che s’inargenta

E ancora si attarda nel lento lavoro
sull’alta scala che diventa nera
contro il poeta che diventa argenteo

Che “fusto”, il Gabriele!

Ma torniamo inevitabilmente alle sue donne. I ragazzi persistono nell’affermare che gli andavano bene tutte, belle o brutte, umane o marziane:

Non bianca
ma quasi fatta virente
par da scorza tu esca

Non più bianca
ma diventata quasi verde
come uscita dalla buccia.

I futuri scienziati hanno invece le idee un po’ confuse nei riguardi di paesaggi, anatomia ossea e fauna dimorante nelle pinete:

E andiam di fratta in fratta
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i malleoli
c’intrica i ginocchi)

E andiam di fossa in fossa
o uniti o slacciati
(e il verde rude forzuto
ci lega i polsi
ci morde i ginocchi)

Nella Pioggia nel pineto D’Annunzio dice che la pioggia, cadendo su di lui ed Ermione, varia di rumore a seconda che picchi sui capelli più folti o meno folti” (La pioggia cade / su la solitaria / verdura / con un crepitio che dura / e varia nell’aria secondo le fronde / più rade, men rade)

E cosa accade allo stupendo inizio della La sera fiesolana, quando viene calpestato dalle orde vandaliche dei maturandi?

Dolci le mie parole ne la sera
ti sien come la pioggia che bruiva

Dolci le mie parole nella sera
siano per te come la pioggia che grugniva

e dove pioveva?

Sul fieno che già patì la falce
e trascolora

Sul fieno già tagliato dalla falce
e ora impallidisce dissanguato

(…)
Le maturande menti giudicano I Pastori d’Abruzzo dei retrogradi che dovrebbero decidersi a cambiare una buona volta i loro macchinari, visto che “Van pel tratturo antico al piano”, ossia “Vanno verso la pianura su di un vecchissimo trattore
(…)

Gabriele amava il mare ma, già ai suoi tempi, l’inquinamento imperversava:

Ai piedi ho quattro ali d’alcédine

Ai piedi ho quattro ali d’acetilene

Ai miei piedi il segno d’un’onda
gravato di nero tritume

Sui miei piedi c’è il segno di un’onda
pesante di nero bitume

Ma, nonostante tutto, il Vate ha la possibilità di dedicarsi al suo hobby preferito anche sulle spiagge inquinate o meno; nel verso seguente, sembra che stia parlando di una conchiglia…

Luccica la valva polita

…ma in realtà, secondo i maturandi maliziosi, sta descrivendo una suffragetta:

Luccica la vulva politica

La vita di D’Annunzio è, infine, qualcosa da studiare con somma noia e sopportazione, soffermandosi solo su fatti degni di particolare interesse:

Condusse sempre una vita ricca di divertimenti, basti pensare al volo su Vienna

Viveva in una villa molto bella chiamata Il Vittorioso

Perse un occhio in guerra e così decise di scrivere Notturno per non annoiarsi

Era diventato tanto orbo che cadde persino dal poggiolo

Ormai era vecchio: inventò Eja eja alalà, battezzò la Rinascente e poi morì

 

© Mitì Vigliero, da Lo Stupidario della Maturità, ed. Rizzoli, 1991.

 

A proposito di Placida Signora

Una Placida Scrittora ligurpiemontese con la passione della Storia Italiana, delle Storie Piccole, del "Come eravamo", del Folklore e della Cucina.
  • 17 June 2011 at 22:07Mitì Vigliero
    e altre Pillole di “Stupidario della Maturità”: I Promessi Sposi https://www.placidasignora.com/2010/06/24/pillole-di-stupidario-della-maturita-i-promessi-sposi/ ; Il Detestabile Ugo; L’Infelice Giacomo; Il Povero Giovannino; Il Tenero Guido; L’Infernale Alighieri https://www.placidasignora.com/2010/06/23/pillole-di-stupidario-della-maturita/
  • 17 June 2011 at 22:27Mitì Vigliero
    Magenta, son contenta :-*
  • 17 June 2011 at 22:31jules
    Mitì, i due link nel primo commento sono uguali! (Disse, lei che voleva leggere anche l'altro post) :)
  • 17 June 2011 at 22:33Mitì Vigliero
    jules, è il mouse maledetto che mi tiene in memoria le cose per ore...'spetta che correggo (in ogni caso, in fondo al pezzo dovrebbe essere giusto. spero)
  • 17 June 2011 at 22:34Mitì Vigliero
    prova ora
  • 17 June 2011 at 22:36jules
    Ora perfetto. :*
  • 17 June 2011 at 22:41Deianira
    non ce la faccio ad arrivare alla fine senza avere le lacrime dalle risate.
  • 17 June 2011 at 23:09Senza Sicura Apicella
    Rido un sacco: mi ricorda alcune interrogazioni di miei compagni di classe, con perle del calibro di "Giove si era incavolato" "Elena e Paride si erano messi assieme" e chi sa quante altre che sono andate perdute per colpa della mia scarsissima memoria :D
  • 17 June 2011 at 23:23braciola
    Io mi gioco un "Cesare era di sinistra" al liceo di un mio amico ora medico. NON il mio, eh
  • 17 June 2011 at 23:24Senza Sicura Apicella
    eccerto, extraparlamentare :D
  • 17 June 2011 at 23:28Senza Sicura Apicella
    poi un giorno vi racconterò un aneddoto bellissimo, ambientato a casa mia, con protagonisti mia madre (prof di matematica) e un test attitudinale :D
  • 17 June 2011 at 23:33Chiaracaffè
    Io mi ricordo di una versione di Cesare in cui si parlava di un accampamento e di un tale che uscì di notte, col favore delle tenebre, con un amiculum. Tutti e 34 che eravamo in classe traducemmo spavaldi e splendidi con "amichetto" immaginandoci cose piccanti. Nessuno guardò il dizionario... la prof rideva ancora alle lacrime quando ci riconsegnò le versioni corrette :) (amiculum voleva dire mantello, si scopri poi)
  • 17 June 2011 at 23:41braciola
    Paulo post = Paolo, dopo (oggi è prof. di lettere!) che poi è una di quelle famose, ma sentirla e vederla con i propri occhi non ha prezzo
  • 18 June 2011 at 08:51Mitì Vigliero
    I protagonisti dello Stupidario oggi veleggiano verso gli "anta"; ne conosco gran parte (qualcuno è anche presente nei commenti del placidoblog ;-). Sono diventati medici, avvocati, commercialisti, insegnanti, professionisti serissimi e bravi. Nonostante le sublimi idiozie sparate in classe e all'esame ;-)
  • 18 June 2011 at 08:54Mitì Vigliero
    Deianira, ieri, copiando A MANO il pezzo su D'Annunzio (il libro è uscito nel '91, scrivevo ancora a macchina), ridevo da sola :-D
  • 18 June 2011 at 08:56Mitì Vigliero
    braciola, sì, sentirle e vederle in diretta le rendono ancor più irresistibili :-)
  • 18 June 2011 at 08:56Mitì Vigliero
    Chiaracaffè, l'amichetto! :-DD
  • 18 June 2011 at 08:56Mitì Vigliero
    Senza Sicura, racconta racconta!
  • 18 June 2011 at 09:35Librando
    La pioggia che grugniva mi fa impazzire. (Quando sono giù di morale: due pagine del tuo Stupidario e torna il sorriso. Ma sempre!)
  • 18 June 2011 at 09:36Librando
    (Funziona anche con In Campagna non fa freddo. Mai pensato di brevettarti come farmaco? ;)
  • 18 June 2011 at 09:44Mitì Vigliero
    Librando, ma da prendere prima o dopo i pasti? e che effetti collaterali potrei dare? ;-)
  • 18 June 2011 at 10:25Katiavis
    ho riso a crepapelle
  • 18 June 2011 at 10:42Raffiro
    Un libro che ho amato moltissimo :) Bello conoscerti, ora.
  • 18 June 2011 at 11:46Senza Sicura Apicella
    Mitì, era troppo lungo per metterlo in un commento, quindi l'ho scritto qui http://ff.im/G3qcE enjoy!
  • 18 June 2011 at 12:45Mitì Vigliero
    Katiavis, ;-*
  • 18 June 2011 at 12:46Mitì Vigliero
    Raffiro, bello per me aver conosciuto tutti voi :-***
  • 18 June 2011 at 12:46Mitì Vigliero
    Senza Sicura, era da incorniciare! ;-DD
  • 18 June 2011 at 13:01Lia Haramlik
    ce l'ho, sopravvissuto a migliaia di traslochi. :)
  • 18 June 2011 at 13:04corax
    Senza Sicura mi ha fatto ricordare questo (num.2): http://www.janpieter.com/content/070_student_examination_2.cfm#content
  • 18 June 2011 at 13:10Senza Sicura Apicella
    ce ne sarebbero altri millemila, prima o poi farò scrivere uno stupidario anche ai miei (entrambi prof) :D @corax, ogni volta che vedo cose di quel genere penso all'aneddoto in effetti
  • 19 June 2011 at 19:07Mitì Vigliero
    Lia, è indistruttibile ;-*
  • 19 June 2011 at 19:07Mitì Vigliero
    corax, sono magnifiche quelle! :-D
  • 19 June 2011 at 19:07catepol
    uno dei miei libri preferiti di sempre :)
  • 19 June 2011 at 19:09Mitì Vigliero
    Senza Sicura, dì loro di far presto, scriverlo quando ancora i lettori lo capiscono. Pensa che da qualche anno ricevo mail di maturandi che mi dicono "ma è molto difficile da capire!" ;-D
  • 19 June 2011 at 19:09Mitì Vigliero
    catepol, :-**
  • 20 June 2011 at 05:09Stefano
    Buongiorno...... io mi ricordo che un compagno di scuola scrisse che una delle opere più famose di Shakespeare era...... Giuditta e Romeo....Romeo era uno che si dava un gran daffare..... :))))


5 Replies to “Pillole di “Stupidario della Maturità”: Gabriele il Macho”

  1. Ogni tanto riprendo in mano lo Stupidario quando voglio sorridere un pò. Qualunque cosa tu scriva sei bravissima, nel blog, libri, ff ecc. Ho tanta voglia di un tuo nuovo libro Mitì! Buon we.

  2. Mitì il tesoro sei tu. Hai un talento, un dono nel comunicare, nello scrivere anche di cose semplici, come una ricetta di cucina, che vorrei (vorremmo) libri. Ma avrò pazienza e prima o poi…

  3. Io tradussi dal greco, al liceo, “approssimandosi dunque i Giochi Istmici” con “girando certamente i colli”…

  4. Pingback: Placida Signora » Blog Archive » Pillole di “Stupidario della Maturità”: L’Abominevole Alessandro

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