Fino al XVIII secolo, usare le posate per mangiare e soprattutto possedere le forchette era un lusso proprio delle classi più nobili e abbienti.
Il popolo usava le mani per smembrare i cibi o portarseli alla bocca se solidi, un cucchiaio/mestolo per quelli liquidi e un coltello (di solito proprietà dei maschi di casa), che serviva a tagliar tutto, dalle corde ai rami alle pance dei nemici al pane sulla tavola.
Quando iniziarono a diffondersi le forchette anche nella piccola borghesia, il popolo, soprattutto quello contadino, considerò la cosa come una ridicola e stupida esibizione di finta nobiltà, oltreché un’inutile fatica.
Perciò “Parlare, comportarsi in punta di forchetta” ha assunto il significato di “esprimersi, muoversi con esagerata ricercatezza”