(Cavaliere Bianco ©Marco Furri)
Oggi definiamo notte in bianco quella trascorsa senza chiudere occhio, spesso senza andare neppure a letto.
L’origine è medioevale, e si riferisce all’epoca del Feudalesimo quando l’aspirante Cavaliere, la notte prima dell’investitura, doveva sottoporsi – in una cappella o in un altro luogo sacro – alla cosiddetta Veglia d’armi : una notte passata completamente insonne vicino alle sue armi e alla cavalcatura che, l’indomani, insieme a lui sarebbero state benedette e “investite” del gravoso incarico.
E quella notte il futuro Cavaliere la passava in preghiera e meditazione, tutto vestito rigorosamente di bianco come un novizio, in segno di purezza d’intenti e d’animo.
capita a proposito…ultimamente le notti in bianco si susseguono senza soluzione di continuità.
Noe, davvero stelìn? perché non dormi? :-*
Grazie Mitì, i tuoi racconti su usi, costumi e modi di dire, sono sempre una boccata fresca di garbo e cultura, in mezzo ai miasmi della spazzatura che siamo costretti a respirare in questo periodo, o meglio, di questi tempi!
nemoravi, sei un tesoro, grazie! :-*
ma grazie a te! :)
M’avranno fatto cavaliere senza saperlo…
Baol, dormito niente? :-*
A volte mi capita, sì, quando mi sveglio ed inizio a far macinare il cervello :-/
Baol, :-**
ecco questa usanza diei che…ce l’ho nel sangue…anzi nei cromosomi precisamente!!sigh!!
un abbraccio Mitì:))