Perché si Dice: “Tenere sulla Corda”

Anticamente nei processi, per estorcere una confessione si ricorreva a crudeli sistemi di tortura, tra cui quello della corda.

All’imputato venivano legati i polsi dietro la schiena con, appunto, una corda; poi veniva sollevato verso il soffitto mediante una carrucola, in posizione dolorosissima, fino a quando il tapino non ammetteva di aver commesso il reato del quale era stato accusato.
Ovviamente spesso, se non quasi sempre, accadeva che a causa del dolore atroce l’imputato, anche se innocente, alla fine dichiarasse una colpevolezza non sua, preferendo così la prigionia -se non in certi casi la morte- alla tortura.

Simile a questa anche le locuzioni “stare sulle spine”, “stare sui carboni ardenti” eccetera; tutte derivate da barbari metodi di…convincimento.

Tutti modi di dire che, in generale, vengono oggi usate col significato di “non dare certezze, aspettare una risposta definitiva, tenere in ansia”.

A proposito di Placida Signora

Una Placida Scrittora ligurpiemontese con la passione della Storia Italiana, delle Storie Piccole, del "Come eravamo", del Folklore e della Cucina.
  • 9 March 2011 at 10:11Livia [Mrs Bubba]
    Quante chicche ci racconti :*
  • 9 March 2011 at 10:23Librando
    Questo è adatto a me, oggi.
  • 9 March 2011 at 10:28Mitì Vigliero
    Livia, sono contenta che vi piacciano. :-*
  • 9 March 2011 at 10:29Mitì Vigliero
    Librando, taglia la corda! ;-*


3 Replies to “Perché si Dice: “Tenere sulla Corda””

  1. Mi hanno sempre affascinanto e terrorizzato insieme le menti perverse che inventavano queste torture. Secondo me erano i primi a dover essere imprigionati. Anzi, internati ;o*

  2. …e oggi c’è ancora chi lamenta una persecuzione giudiziaria…un complotto di giudici comunisti…tsè!

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