Dita, palle, bocche e tette portafortuna: Monumenti italiani portabuono e relativi Riti Propiziatori

Visto che viviamo in un periodo d’insicurezze croniche, male non fa ricordare che in alcune città italiane esistono statue e manufatti artistici dotati della gradevole nomea di “portabuono”.

Conosciutissimo è a Milano, sotto la galleria Vittorio Emanuele II, il mosaico raffigurante un toro che spesso, al posto degli attributi, ha un buco; ultimamente l’hanno restaurato, ma durerà minga.
Questo perché si dice porti benissimo compiere sui suoi testicoli un giro completo facendo perno sul tacco o sulla punta della scarpa e nel contempo formulando un desiderio “di benessere e fecondità”. In realtà pare che l’usanza fosse nata come segno di spregio alla città di Torino, di cui il toro è simbolo. Però, da torinese, preferisco l’altra versione ;-)

Altre celebri palle portafortuna stazionano pazienti sotto i portici di piazza San Carlo a Torino: il rampante toro in metallo dorato – lo stemma della città-  posto in lieve rilievo sulla pavimentazione, subisce quotidianamente centinatia di calpestii speranzosi di buona ventura sulle sue parti intime, che difatti vengono regolarmente disintegrate.

Ma a Torino esiste un altro talismano giudicato portentoso; si trova in Piazza Castello, sotto i portici della Prefettura e attaccato al muro: si tratta di un medaglione in bronzo raffigurante Cristoforo Colombo che tiene in mano un mappamondo.

Quando il 12 ottobre del 1923 venne inaugurato, in ricordo della partecipazione  degli emigrati italiani in America latina alla Prima Guerra mondiale, il suo autore Dino Somà mai più avrebbe immaginato che il dito mignolo del Navigatore , particolarmente sporgente dal bassorilievo, col passare del tempo sarebbe divenuto lucidissimo–e a un certo punto distrutto, e quindi totalmente ricostruito per essere nuovamente lucidato ecc- a causa delle continue sfregate delle mani torinesi che lo considerano un ottimo karma positivo, soprattutto per superare brillantemente gli esami universitari.

A Firenze invece la fortuna si trova in Piazza del Mercato Vecchio, sotto forma della statua della fontana ordinata nel 1640 da Ferdinando II De MediciPietro Tacca e raffigurante un piccolo cinghiale, immediatamente battezzato dai fiorentini “il Porcellino”; qui il rito scaramantico è più complesso.

Bisogna sfregare una monetina sul muso del Porcellino (reso ormai brillante dalle migliaia di ”desideranti” ) esprimendo un desiderio e poi lasciarla cadere; se riesce ad infilarsi nelle fessure della griglia della fontana posta subito sotto al grugno, il desiderio s’avvererà.
Sennò si raccatta la monetina e si riprova: per non più di tre volte, però.

Ravenna si dice che le ragazze che baceranno le labbra della statua funebre di Guidarello si sposeranno entro l’anno. Hanno già dovuto restaurarla più volte a causa delle tonnellate di rossetto e grasso vario che in tal modo ci è stato spalmato sopra da secoli! Pensa che le turiste ci andavano apposta!!
Ora dopo un ultimo costosissimo restauro, i baci li lasciano lanciare solo da lontano: però assicurano che funzioni lo stesso.

A  Verona invece, come pronuba, c’è la statua di Giulietta: dicono che se la si tocca in due punti precisi, uno riservato alle donne e l’altro agli uomini, l’amore arriverà immantinente.
Guardate l’immagine e provate a indovinare quali sono e per chi…

Infine, in un angolo del Palazzetto Venezia in piazza San Marco a Roma, si trova un grosso busto muliebre alto tre metri; proviene da un perduto tempio dedicato a Iside, e forse raffigura la stessa divinità (per alcuni, invece, è l’imperatrice Faustina), ma per i romani si tratta di Madama Lucrezia.

Lucrezia d’Alagno era la favorita di Alfonso d’Aragona costretta, alla morte del re, ad abbandonare Napoli e a trasferirsi a Roma, dove alloggiò proprio in quella piazza, benvoluta da tutti.
Una vecchia usanza popolare obbligava chiunque passasse di fronte alla statua a farle un inchino in segno di rispetto; e si diceva che per guarire dal mal d’amore, ossia dalle pene inferte da un amore infelice, bastasse  sfiorarle la mammellona nuda per ritrovare la serenità.

© Mitì Vigliero

 

A proposito di Placida Signora

Una Placida Scrittora ligurpiemontese con la passione della Storia Italiana, delle Storie Piccole, del "Come eravamo", del Folklore e della Cucina.
  • 27 February 2011 at 23:51Mitì Vigliero
    Metto ora, ché domattina sarò al galòp. Sogni d'oro!
  • 28 February 2011 at 08:57Librando
    Lustri fa, correndo come un forsennato in Galleria (ero in ritardo, al solito) sono passato sopra al toro mettendo il piede proprio nel buco formatosi sulle sue palle. E sono caduto rovinosamente. Per fortuna non mi sono fatto niente (a parte l'orgoglio ferito) ;)
  • 28 February 2011 at 09:02Joshua Damian Held
    Una strusciatina, ogni due o tre anni, al naso del Porcellino.
  • 28 February 2011 at 09:09MarcoScud
    Nego ogni valenza apotropaica [solito dissenso dello Scud] alla giravolta sulla palle del Toro. E' il "Simbolo di Torino" (l'ala della Galleria tira proprio verso Torino) ed è dovere di ogni buon Milanese, ma anche di ogni ottimo Interista e Milanista schiacciare, in segno di spregio, le palle del Toro (che è infatti il simbolo di Torino). Come poi sia nata la leggenda metropolitana NON so. Poi ormai le palle sono anni che non esistono più e pure il buco sono anni che non viene più sistemato. :(
  • 28 February 2011 at 09:12Nervo
    Un post di Mitì con palle, bocche e tette? Oddio! Aaaah, ma in quel senso... fiuu! :-*
  • 28 February 2011 at 09:18Daniela | narayan
    A Bergamo alta c'è lo stemma del Colleoni, porta fortuna dare una sfregatina alle sue famose tre palle
  • 28 February 2011 at 09:56Mitì Vigliero
    Librando, bé, un po' di fortuna te l'ha portata ;-)
  • 28 February 2011 at 09:57Mitì Vigliero
    Joshua, l'effetto dura così a lungo? ;-*
  • 28 February 2011 at 09:58Mitì Vigliero
    Marco, i torinesi fanno esattamente lo stesso al loro toro in piazza san carlo. non credo per autodisprezzo ;-)
  • 28 February 2011 at 09:58Mitì Vigliero
    Nervo, paura, eh? :-D*
  • 28 February 2011 at 09:59Nervo
    Mitì, è che sei una delle penne (pardon, tastiere) più delicate che conosca, mi son spaventato per un attimo :*
  • 28 February 2011 at 10:01Mitì Vigliero
    Daniela, a proposito del Colleoni...dovrei sempre approfondire una cosa che avevo letto anni fa. Cioè che tutti i puttini che decorano la sua tomba (cancellata compresa) avevano la stessa caratteristica fisica del Colleoni. Ma un papa (e non ricordo quale), scandalizzato, li fece evirare tutti. Poverini.
  • 28 February 2011 at 10:01Mitì Vigliero
    Nervo, :-*
  • 28 February 2011 at 10:04Daniela | narayan
    Mitì, ma dai, non lo sapevo (vivo nella bergamasca da pochi anni): proverò a chiedere lumi in proposito ai parenti acquisiti, magari loro lo sanno ;-)
  • 28 February 2011 at 10:14Mitì Vigliero
  • 28 February 2011 at 10:22Daniela | narayan
    Vista, merci bien :)
  • 28 February 2011 at 10:32Librando
    Collega Edo mi incarica di segnalarti il cagnolino del monumento a Odoardo Giansenti (Pasqualon) a Pesaro http://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/2010/10/13/398821-tocco_cagnolino.shtml
  • 28 February 2011 at 10:43Mitì Vigliero
    Librando, ringrazia tanto Edo da parte mia!
  • 28 February 2011 at 13:13Mitì Vigliero
    Mi segnalano via mail questa bella foto del toro di Piazza San Carlo a Torino http://www.flickr.com/photos/21906850@N00/2241956542/
  • 28 February 2011 at 17:05Librando
    Fatto.


10 Replies to “Dita, palle, bocche e tette portafortuna: Monumenti italiani portabuono e relativi Riti Propiziatori”

  1. a Pisa una delle porte bronzee del Duomo hs una lucertolina lucidata e consumato dalle mani che la sfregano. Pare che porti fortuna agli studenti universitari che devono sostenere un esame.

  2. A torino, sempre in piazza castello, esiste una recinzione in ferro subito di fronte al palazzo reale . Il piolo che ferma i due pezzi di catena sembra essere un “punto positivo” della Torino magica e pertanto è considerato di buon ausipicio toccarlo.

  3. NonnaPapera, vero! me le ero dimenticate (mi pare siano addirittura 2 le lucertoline). E che qualche anno fa sia stato fatto qualcosa per tenere lontane le mani dei turisti…forse una sbarra protettiva? Mah. Ho la memoria di una lucertola ;-)

  4. Ricordo che da piccolo, a Milano, feci quella cosa lì e dopo quasi una vita ci sono tornato per viverci più di un anno…

  5. Io sulle palle del toro a Milano ci ho ballato in viaggio di nozze. Ora sono separata. Avrà portato bene o male? :D

  6. P.S. sì, le lucertoline non si possono più toccare. Si vede anche in una scena della fiction “I liceali 2”, mi pare.

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