Ma ve le ricordate quelle terribili serate che tutti noi sugli “anta” abbiamo trascorso almeno una volta nella vita?
Di solito cominciava tutto con la telefonata di un amico il quale, appena tornato dalle ferie, ci diceva, garrulo e gentile:
“Domani sera vieni a cena da me insieme a un po’ di amici? Così dopo vi faccio vedere le diapositive dell’Inghilterra“.
Il dopo aveva sempre un che di sadico.
Trasformato il salotto in sala visione, l’ex vacanziero esortava gli ospiti a sedersi su divani e sedie allineate davanti a un enorme e traballante schermo in tela; poi spegneva tutte le luci e si piazzava di fianco al proiettore dicendo:
“Inizia lo spettacolo! Allora.Questa è la Torre di Londra…”
e zac compariva sullo schermo la Torre di Londra.
“Questo è il Green Park” e zac appariva la Torre di Londra.
“Questo è Buckingham Palace” e zac saltava fuori la Torre di Londra.
Ciò accadeva perché -ricordate?- i proiettori s’inceppavano spesso e volenteri, mostrando perennemente la stessa diapositiva.
E chi proiettava se ne accorgeva sempre dopo gli ululati del pubblico esasperato dalla diciottesima visione della Torre di Londra perché, secondo me, dopo aver già visto trecento volte le dia delle sue vacanze, non guardava affatto lo schermo ma pensava ai fatti suoi.
E così riaccendeva la luce, trafficava per un’ora col caricatore e il carrellodelle dia, le faceva cadere tutte per terra obbligando gli spettatori a mettersi a gattoni sul pavimento per raccoglierle, le rimetteva in ordine di programmazione, rispegneva la luce e annunciava trionfante:
“Questa è la casa di Shakespeare” che, come tutti sanno, viveva nella Torre di Londra.
Ora le diapositive sono diventate praticamente reperti archeologici; oggi si usano magnfiche fotocamere digitali, con le quali è possibile immortalarecentinaia e centinaia di immagini senza preoccuparsi minimamente della pellicola, oggetto assai rimpianto dagli spettatori forzati di foto delle vacanze, perché aveva uno spazio limitato e prima o poi finiva; oltretutto aveva anche un costo, acquistarla, svilupparla, montarla…
E così uno faceva un po’ attenzione a quello che fotografava, studiava accuratamente inquadrature, esposizione, luce, e soprattutto cercava divagliare con cura paesaggi e soggetti.
Per lo meno, se uno andava in vacanza in Inghilterra fotografava Buckingham Palace e Green Park. E la Torre di Londra.
Insomma, fotografava Londra.
Si capiva che era stato a Londra.
Invece ora, in piena bulimia di pixel, spesso si perde ogni senso di spazio e luogo. Oltre che di misura, estetica e buon gusto…
Fateci caso.
Gente che fa le vacanze in luoghi meravigliosi, poi torna, vi telefona e vi dice:
“Domani sera vieni a cena da me insieme a un po’ di amici? Così dopo vi faccio vedere le foto dei Castelli della Loira”
Trasformato il salotto in sala visione, l’ex vacanziero esorta gli ospiti a sedersi su divani e sedie allineate davanti a un enorme televisore ; schiaffa un dvd nel lettore o una chiavetta direttamente nella tv, afferra il telecomando, spegne tutte le luci e dice:
“Inizia lo spettacolo! Allora. Questa è mia moglie che mangia un panino, questo sono io col cappello di paglia, ridicolo vero? Questa invece è la bambina che fa la cacca nel vasino, che tenera. Questa è un’amica che si lima le unghie, questo è suo marito che si allaccia le scarpe, questo è il mio nuovo IPhone, questa è mia moglie che si depila le ascelle, questa è la macedonia che mangiavo sempre a colazione, questo è il cruscotto dell’auto, questa è la custodia della fotocamera del mio amico, questa è l’ombra della tetta destra di mia moglie, questo sono io che faccio pipì in una piazzola dell’autostrada, questa è l’acqua della piscina dell’albergo, questo è l’alluce sinistro di mia moglie, bello smalto vero?, questo il gelato che mangiava sempre mia figlia, questi sono gli occhi di mia moglie, qui si è fotografata riflessa di profilo nel bagno dell’autogrill, questo è il mio sandalo destro, questo il mio ginocchio sinistro …”
Millecinquecento.
Millecinquecento fotografie scattate a mitraglia durante una vacanza organizzata per visitare i Castelli della Loira, e non vedrete una maledetta immagine di castello manco a pagarla.
Il che, come diceva lui, è bello e istruttivo.
Non ho mai capito questa smania di far vedere agli altri le proprie vacanze (perché sono quelle che si vogliono far vedere).
L’ho ritrovata, questa smania, in qualsiasi persona, qualsiasi estrazione, genere, umore.
Io non ci penso ma mai proprio mai, a mostrare le mie vacanze.
Vabbe’ che non le fotografo nemmeno.
Divertente e illuminate comunque questo trattatello :)
Peppermind, ammetto di non amare alla follia le fotografie “personali”, non ne faccio mai. Però capisco che per molti siano importanti; come dicevo, da fare vedere a parenti, da tenere come ricordo per i figli (pensa l’importanza delle nostre foto da piccoli, coi visi e i volti di nonni o persone che non ci sono più)…E’ “l’eccesso” di immagini che oggi mi spaventa. Un tempo si sceglievano le foto più belle, visto che stamparle era un costo. Ora si tengono tutte.
Mitì, confesso… leggendo il tuo gustosissimo post mi sono chiesta se anch’io, in questa mia recente passione per foto e post di vacanze, non sia talvolta eccessiva.
In genere faccio tante foto di paesaggi e monumenti che, solo in minima parte, pubblico nei blog… evito, però, di ritrarre persone e io, nelle foto, non compaio mai…
O.T.: Come sempre, bellissimi i tuoi post!
Ora che avrei tutto il tempo di leggerli con calma, sono condizionata dalla connessione spaventosamente precaria… oggi va meglio ma non so se questo commento andrà a buon fine.
Baci e un grande abbraccio :-*
eh..eh.. pensa al giorno in cui i tuoi amici si presenteranno a casa Tua con l’iPad e… Ta Dah! Sorpresa! Ti facciamo vedere le foto delle vacanze ^_^
post divertente. e verissimo!
… mai pezzo ha fatto una …”fotografia” di una situazione terrorizzante ma estremamente vera e reale! (tranquilli, non vi sarete invitati a cena per mostrarvela).
Spesso quando si sentiva che il tal amico stava per tornare dalle vacanze, si calcolava il tempo per lo sviluppo e montaggio delle diapositive … e poi ci si faceva arrestare tentando di … ottenere l’ergastolo!
ma ch ebel posto :-) eh. lo ammetto, anch’io ho tormentato i miei amici con le mie 500 diapositive. poi ho smesso (però io tornavo dal pakistan! :)
scusa le faccine