Andare in vacanza è cosa sacrosanta e necessaria; a patto però di non dimenticare a casa il Bon Ton, che altro non è se non la semplice Buona Educazione.
Ecco quindi alcune regole facili da seguire, affinché le nostre ferie non si tramutino per gli altri in una sorta di incubo.
IN MONTAGNA
Escursioni.
Se accettiamo di partecipare ad un’escursione collettiva, informiamoci bene prima di ciò che ci aspetta; la “passeggiata facile e in pianura di circa un’oretta” proposta da agenzie di soggiorno locali è giudicata e misurata con la mentalità di chi scarpìna tutto l’anno.
Quindi prendiamo coscienza che l’”oretta” facilmente sarà composta di 180 minuti minimo e che la “pianura” per chi abita sopra quota mille equivale, per le abitudini di normali cittadini padani, a un’ascensione del 7° grado.
Ergo siamo onesti con le nostre effettive capacità sportive onde evitare di tramutarci in piaghe geremianti “Oddio che male ai piedi oddio che caldo oddio non ce la faccio più oddio chi mi tiene lo zaino oddio chi mi prende in braccio…”, rovinando tutto il divertimento a chi sportivo lo è sul serio.
Mountan bike.
In molte zone è concesso fare gite in montan bike; le biciclette sono certamente più ecologiche e meno fracassone di una moto da cross, ma debbono ugualmente essere usate con criterio.
Evitare quindi di attraversare a mò di razzo prati in cui placide famigliole di escursionisti stiano facendo pic nic, tagliando magari di netto con le ruote la torta di mele amorevolmente posata sul plaid; seguire i percorsi segnati senza cercare vie alternative (gli elicotteri di soccorso alla ricerca di villeggianti temerari finiti in burroni non solo sono fastidiosi per il rumore, ma soprattutto costano un sacco di soldi alla società).
Infine, quando si raggiunge la strada normale, è bene rammentare che in quel momento la bici è un mezzo di locomozione assolutamente simile agli altri motorizzati e che il rispetto del codice stradale vale anche per lei.
Prati, boschi e pascoli.
Evitiamo di raccogliere fiori e frutti selvatici, anche perché ormai nell’80% dei casi se ci beccano ci danno una multa da levar la pelle.
Non attraversiamo campi coltivati, non lasciamo cartacce e rumenta varia sul terreno, non ficchiamo il naso in baite o malghe ove non vi sia la particolare indicazione di punto di ristoro (ormai il montanaro solitario ma cordialissimo che offre gratuitamente formaggi e vino all’escursionista capitato lì per caso, è un personaggio leggendario quanto le caprette di Haidy che fanno ciao cordiali pure loro) e soprattutto, se troviamo mucche al pascolo, non tramutiamoci in emuli di Dominguin: le corna di mucca fanno altrettanto male di quelle di un toro, olè.
Silenzio
Chi sceglie i monti anziché il mare solitamente lo fa perché ama sentire attorno a sé solo suoni assolutamente naturali e a bassa modulazione.
Quindi evitiamo di berciare, urlare, sciamannare, giocare con suonerie del cellulare, tenere musica a tutto volume mentre passeggiamo per verdi sentieri; oltretutto terrorizzeremo anche gli animali selvatici, che dell’importanza economica del turismo giustamente se ne impipano alla grande.
AL MARE
Bagni.
Non ci si butta in acqua prendendo una rincorsa chilometrica, urlando “banzai!” come kamikaze, tuffandosi con immensi splash e atterrando direttamente sull’ignara signora sdraiata sul materassino.
Non si corre in riva al mare con la grazia d’un branco d’elefanti, sparando sassolini ovunque, disintegrando castelli di sabbia, lanciando in aria le ciabattine di gomma lasciate dai bagnanti immersi in acqua e spiaccicando corpi a bagnomaria.
Non si urla “affogo!” se non è vero: la prossima volta il bagnino potrebbe diventare improvvisamente sordo.
Bambini.
Creature deliziose e tesorucci santi, lo sanno tutti; l’importante è che siano tenuti a freno per evitare di scatenare nei vicini d’ombrellone feroci complessi d’Erode.
Quindi teniamoli d’occhio, evitando che galoppino come pazzi ovunque saltando a piè pari sugli addomi di altri bagnanti stesi al sole, che spruzzino acqua a mo’ d’idranti impazziti e soprattutto che ululino come indiani.
A quelli sotto i 4 anni è concesso circolare nudi, poiché è comprensibile che le Mamme in meritate ferie considerino un’impresa massacrante sciacquare alla sera un costumino di cm. 10×3.
Però ricordiamoci anche che i piccini in spiaggia hanno spesso improvvisi bisogni fisiologici e non è carino che i genitori distrattamente li incitino con gesto vago e distratto a “farla lì”, anche perché “lì” per un infante può essere benissimo una borsa di paglia appoggiata alla sdraio o un paio di gambe stese al sole; va bene che la pupù e la pipì dei bambini è robina d’angelo, ma il risultato è il medesimo della robaccia adulta.
Costumi
Esistono costumi interi con collo a dolcevita, spallotte imbottite e mezze maniche; in compenso hanno sgambature che attraversando di netto le natiche arrivano sin sotto le ascelle a fare il solletico.
Bruno Lauzi era solito dire “Un tempo in spiaggia per vedere un paio di chiappe dovevi aprire un costume; ora per vedere un costume devi aprire un paio di chiappe”. E ciascuna, prima di esibirle, sia cosciente delle chiappe sue.
Lo stesso vale per il topless: ognuna è libera di mostrare ciò che vuole quanto vuole. Consiglio solo un preventivo esame di onesta autocritica fatta in solitudine di fronte allo specchio; poi facciamo come vogliamo, però poi non protestiamo se sentiremo alle nostre spalle commenti sarcastici o conati sospetti, eh?
Vicini d’ombrellone
Non è detto che convivere seminudi al sole sia un buon motivo per dimenticare il bon ton; essere vicini d’ombrellone può condurre forse a una piacevole conoscenza, ma non a una intollerabile invadenza.
Rispettiamo perciò gli angusti i confini senza debordare negli spazi altrui, e soprattutto evitiamo richieste continue stile “Mi passa il suo accendino e una sigaretta? Posso prendere il suo materassino? Mi dà il suo asciugamano che il mio è bagnato? Ha mica dello shampoo? Un pettine? Della crema solare? Me la spalma sulla schiena? E’ arrivata mia cognata, più o meno ha la sua taglia: ha mica un costume da imprestarle, magari un paio di zoccoli, l’accappatoio e già che c’è anche la sua sedia a sdraio?”
IN ALBERGO
Che si trovi al mare o ai monti, anche se paghiamo una pigione non è casa nostra.
Ergo non presentiamoci a colazione in pigiama o bigodini in testa, non stravacchiamoci su divani e poltrone comuni, non invadiamo lo spazio vitale degli altri ospiti, non cerchiamo in ogni modo di renderci “simpatici” a tutti organizzando gare di limbo o cirulla obbligando gli altri a prendervi parte.
Se dobbiamo seguire una dieta speciale, accordiamo prima con la Direzione; non critichiamo a voce alta i cibi serviti al ristorante (magari agli altri piacciono moltissimo) ed evitiamo di variare quotidianamente i menù solo perché le cose presentate ci sono sconosciute o non ci convincono come nome.
Se stringiamo amicizia con altri ospiti, ricordiamoci che esiste la discrezione; niente domande troppo private, bando ai pettegolezzi, niet agli sfoghi personali.
E soprattutto evitiamo di raccontare malattie trascorse o vigenti, operazioni subite, lutti e tregende varie: la gente quando è in vacanza vuole solo rilassarsi ed essere allegra.
Per soffrire, ha poi tutto il resto dell’anno.
TEST
E tu che vacanziero sei?
1) Appena arrivi in albergo, come prima cosa
A vai alla reception.
B impieghi mezz’ora a radunare gridando bagagli, moglie, figli, nonna e cane
C sbraiti a voce altissima “Ma che mortorio ‘sto posto!”
2) Arrivato sulla spiaggia, ti senti
A un bagnante
B il protagonista di un film dei Vanzina
C Attila
3) Quando parti per la spiaggia o per un’escursione in montagna, le cose ti porti porti dietro potrebbero essere contenute:
A in una sacca da golf
B in un carrettino siciliano
C in un Tir
4) Alla fine di una giornata tarscorsa all’aperto, ti accorgi che non c’è un contenitore della spazzatura. Così tu
A Infili i tuoi rifiuti in un sacchetto e te li porti via
B Infili i tuoi rifiuti in un sacchetto e li lasci lì.
C Perché mai dovresti infilare i tuoi rifiuti in un sacchetto?
5) Alle parole stabilimento balneare e rifugio montano tu abbini le parole
A Luoghi pubblici
B Casa tua
C Circo Barnum
6) Per te la vacanza è
A salubre evasione
B puro divertimento
C una fatica boia
7) Con i vicini d’ombrellone o gli altri ospiti d’albergo
A sei sempre discreto, gentile e sorridente
B instauri rapporti di estremo cameratismo
C quali vicini? Quali ospiti? Quando arrivi tu non c’è mai nessuno…
Risultati risposte:
Maggioranza di A: Sei il vacanziero perfetto, tranquillo ed educato: un sogno, insomma.
Maggioranza di B: Sei simpatico e allegro, anche se tendi un po’ all’invadenza.
Maggioranza di C: Perché l’anno venturo non affitti un’isola deserta dove andare in vacanza assieme ad amici tutti uguali a te?
Ve ne vengono in mentre altre di “regole” di Bon Ton vacanziero ?
spero d’esser perdonato per la lunghezza, ma vorrei riportare per intero la mia riflessione, in quanto mi piace l’educazione, ma un pò di sano “popolo” non mi dispiace, giacchè non amo esser snob
Nel tempo antico, tempo in cui le moltitudini plebee erano affamate, colpite da malattie spesso connesse alla malnutrizione, esser ricchi e potenti era manifestato dall’esser in carne, le pance abbondanti simbolo di potere e benessere.
Abitualmente, quando mi reco in spiaggia, frequento la spiaggia libera, la spiaggia popolare, e gli stabilimenti riservati ai borghesi, medi o piccoli, li attraverso solo dal bagnasciuga. Sotto gli ombrelloni dai colori difformi, s’assiepano vocianti le famiglie del popolo. Verso l’una, all’ora di pranzo, le mamme attingono alle borse frigo, scartano gli involucri d’alluminio scintillanti al sole, versano le ricche pastasciutte ai mariti e ai figli. I mariti, spesso pelati, magari in canottiera, hanno tutti una bella pancia, le forme anteriori e posteriori delle massaie, straripano dai costumi scarlatti (non usa più il nero), ed anche i bimbotti, son ben torniti, spesso anche un pò troppo. Profumi di sugo, di cotolette, di frittata ai porri, si fondono nella brezza. Questi sono i poveri. Se traversi la parte della spiaggia riservata ai signori, con gli ombrelloni tutti in tinta coordinata, lo spettacolo muta, tragicamente. Le signore sono magre, asciutte, i signori coi baffi e gli occhialetti dorati, anch’essi quasi secchi come stoccafissi, mentre leggono il sole24ore. In mano, frugalissime gallette insapori, timidi vassoietti con poca e scelta frutta. Insomma i ricchi sono magri, rigorosi, financo silenziosi. I cofani dei suv contengono poche austere vettovaglie, mentre dalle punto usate erano scese masserizie alimentari abbondanti, borse, ceste e contenitori vari, atti a placare mandibole forsennate d’ogni età. Che mondo bizzarro, ecco perchè i ricchi stanno diventando cattivi: sono invidiosi e vorrebbero che fosse come una volta, quando erano loro a mangiare a crepapelle.
e di quelli che fanno la pipì in mare..????….non vogliamo dire nulla…??????
che di solito si notano…anche se loro credono di non essere visti,basta guardarli in viso,perchè quando entrano in acqua hanno la faccia di quello che cammina sui carboni ardenti…salvo poi assumere un espressione rilassata e piena di beatitudine,non appena l’acqua raggiunge l’ombelico….
cavoli Mitì, ti sei dimenticata di includere la piaga che affligge ogni bagnasciuga di questa terra: racchettoni;
ma d’altronde pure Dante -senza una ragione evidente- non ne ha fatta menzione nell’Inferno della Divina Commedia
E i bambini con quelle odiose pistolone ad acqua? Tu sei mollemente sdraiata sul lettino e magari stai leggendo, quando ti arriva all’improvviso una bella doccia.
….io sono una risultata una vacanziera perfetta!!!! Speriamo di farle presto queste vacanze!!!! Smack!!!!
chi gioca a palla o racchettoni e regolarmente ti riempie di lividi?
graziose creature nemmeno in età acerba di solito.
un bacio Mitì:-)