Sull’Arte dell’InTitolare i Libri

 

Avete mai pensato all’importanza dei titoli?

Non mi riferisco a quelli nobiliari o di studio, ma ai titoli delle cosiddette opere d’ingegno; canzoni, opere, commedie, libri.

Parliamo di questi ultimi (anche perché solo di questi ho esperienza diretta ;-)

Innanzi tutto dovete sapere che la cosa più difficile dello scrivere un libro non è tanto scriverlo, quanto intitolarlo.

Il titolo è fondamentale: deve essere facile da ricordarsi, semplice a comprendersi, stuzzicante, divertente, curioso, illuminante.

Quando scrissi per la Rizzoli Lo Stupidario della Maturità ebbi il merito (o il demerito, fate vobis) di consacrare un termine che non solo diede vita ad un’interminale sequela di altri Stupidari riguardanti i più vari argomenti, ma di ”ufficializzare” una parola entrata poi a tutti gli effetti nel linguaggio comune (…E mannaggia, potevo brevettarla in esclusiva eh? ;-D).

Ma Stupidario l’avevo chiamato sin da quando era solo un immenso fascicolo di appunti miei privati, raccolti in anni e anni.

E così è stato per tutti i miei altri libri; prima l’idea, poi il titolo, infine la stesura.

Tranne per uno.

Quando nel ‘93 consegnai alla Mondadori un perfetto manoscritto di 190 pagine riguardante le scuse umane, non avevo in mente nessun titolo in particolare, e per trovarlo feci più fatica che scriverlo.

Prima pensai a :  Tutte scuse!Caduti in pretestoL’Inventascuse, l’Acchiappascuse e il Cercascuse.

Mio fratello propose Scusami, ma…; mio padre Italiani che si scusano o Le scuse degli italiani che si scusano, mentre vicini di casa molto intellettuali mi consigliavano titoli grondanti cultura classica quali Profasìsomai (”Accampare scuse”), De excusatione, opera omniaApologia (”La Difesa”), che sarebbe stato perfetto se non ci avesse già pensato quel grafomane di Platone.

Amici poeti mi proposero di inventare un titolo che non c’entrasse nulla con l’argomento, ma che fosse altamente aulico come, ad esempio, Le bianche farfalle dell’Oklahoma.

Mia madre invece, adducendo il fatto che i pretesti e le scuse quasi sempre altro non sono che semplici menzogne, frottole, fandonie, bubbole, fanfaluche, insomma balle o palle che dir si voglia, mi suggerì Il Raccattapalle.

Nel frattempo io sfornavo Il Prontuario dei pretestiIl Vademecum della giustificazioneL’Enciclopedia della discolpaIl Galateo delle scuseT’insegno a scusartiL’ABC della scusa.

Alla fine scrissi tutti i titoli su dei bigliettini, li infilai in un cappello e feci pescare a caso dall’editor.
E nella prefazione abbi l’ottima scusa di raccontare questa storia concludendo: ”Quindi se questo titolo non piacerà, sappiate che non è stata colpa mia, ma del Fato.”

© Mitì Vigliero

A proposito di Placida Signora

Una Placida Scrittora ligurpiemontese con la passione della Storia Italiana, delle Storie Piccole, del "Come eravamo", del Folklore e della Cucina.


9 Replies to “Sull’Arte dell’InTitolare i Libri”

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  2. Bellissimo, grazie. In effetti il titolo c’era già ma strada facendo ho cambiato il contenuto :-)

  3. Il titolo per me è importantissimo, è la prima cosa che mi attira in un libro; per questo ho spesso comprato libri bruttissimi che avevano però titoli splendidi ;D Ma vederne solo il dorso nella mia libreria mi fa piacere.

  4. ah io non leggo molto insomma mi perdonerete se la sera quando tocco il letto mi addormento come un neonato, però mi ricordo anni fa cercavo un libro sul marketing si sa “io fai da te” ricordo lo comprai in una libreria di Genova zona Villa Serena …un bel tomo MARKETING E COMUNICAZIONE SOCIALE io convintissimo fosse marketing e comunicazione da parte della società = azienda me lo comprai e lo lessi tutto però era marketing la prima parte e poi comunicazione sociale non aziendale ma sociale nel senso delle associazioni senza scopo di lucro verso le parti sociali bisognose:)
    il tuo lo avrei intitolato Scusate il ritardo…colpa del tipografo

  5. veramente bello e interessante il Suo Blog: me ne ha parlato Cristella e sono passata subito a trovarla.
    Complimentoni.
    Io sono Giovanna, di San Mauro Pascoli, e collaboro al blog della Signora Grazia Bravetti di Rimini: il nostro tema è più che altro attinente alla campagna Romagnola e alle sue tradizioni ed è nato da poco,senza pretese.
    Ora che la conosco, ogni tanto passo a farle una visita…..buona giornata.
    G.

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