Per questi giorni di festa, le mie solite segnalazioni fatte al solito galòp.
1) Per la serie “Donne che piacciono a me“, giovani e grintose, coi piedi ben piantati a terra, prive di ogni Sindrome da Madretèrna, ma sprizzanti semplice allegria e intelligente ironia: “Ufficio Complicazioni Affari Semplici: compriamo le bici“ di SdG, mamma dei Patopi (2 gemelli di 4 anni) e di Patop-X (Mathias, 3 mesi). E sempre per stessa serie, consiglio caldamente la lettura stavolta di un libro divertentissimo: Bimbo a bordo, opera prima della tesoramiaBarbara Sgarzi-Blimunda.
6) Vi piacerebbe saper fare i disegnini sulla schiumetta del caffè? Provate qui.
7) Qual è il vostro Nome Nerd? Il mio Griselda, the Mac OS X Savant. E il primo che sghignazza, lo riduco placidamente in pixel (anche se ne ha tutte le ragioni) ;-D
Originariamente le bandiere (dal lat. med. “banda”, insegna) erano meri simboli religiosi; la più antica fu lo stendardo dei Faraoni egiziani, considerati divinità. Furono i re Assiri del IX sec. a.C. a utilizzarle per primi come insegne di guerra.
La cavalleria Romana usava i “signa”, insegne coi simboli delle legioni, e i “vexilla”, simili ai gonfaloni, mentre la fanteria faceva uso di lunghe aste sulla cui cima era fissata la figura dell’aquila.
Bandiera ufficiale degli imperatori romani era il “labaro”, stendardo di seta tinto con porpora e ornato d’oro, appeso con una sbarretta trasversale all’asta. Da quello derivano tutti gli stendardi religiosi utilizzati nelle processioni cristiane, oltre a quelli delle varie associazioni d’armi, civili e militari.
In Europa l’utilizzo delle bandiere vere e proprie fu introdotto dall’Islam che a sua volta l’aveva appreso dall’India. La bandiera di Maometto era nera, quella dei califfi Ommayadi bianca, mentre gli Abbassidi tornarono al nero: i califfi Fatimidi scelsero infine il verde, che divenne in seguito il colore ufficiale di tutto l’Islam insieme al simbolo della mezzaluna voluto nel 1250 dai turchi Osmanli. E questi tre colori (nero, bianco e verde) ricorrono tuttora nelle bandiere degli Stati Arabi.
Nell’Europa medioevale le bandiere si diffusero numerose sia come insegne militari, sia come stemmi di casati nobiliari. I Papi donarono spesso bandiere benedette raffiguranti santi ai Principi regnanti; così i diversi Re innalzavano, nell’entrare in guerra, gli stendardi coi rispettivi santi patroni. Da lì nacque anche l’uso di prestare giuramenti di fedeltà davanti alle bandiere e di coprire con esse i corpi dei soldati caduti in battaglia.
La Rivoluzione Francese assunse come bandiera il tricolore blu bianco e rosso, dal quale deriva il nostro primo tricolore (allora aveva strisce orizzontali, col verde al posto del blu) il 14 maggio 1795 in una dimostrazione di studenti e poi dai patrioti della Repubblica Cispadana e Cisalpina che combatterono con Napoleone nel 1796: l’anno dopo il nostro tricolore ebbe l’approvazione ufficiale del Bonaparte.
Nel 1814, con la caduta del regno italico e il ritorno dell’Austria il tricolore fu abolito, ma resuscitò nel Moti Carbonari, come vessillo della Giovane Italiae poi da tutti gli stati italiani che avevano o che ambivano un governo costituzionale.
Infine, con i colori disposti verticalmente e lo stemma dei Savoia al centro divenne nel 1861 ufficialmente simbolo nazionale del Regno; lo stemma venne abolito nel 1947 sostituendolo, in tipi speciali, con la Stella d’Italia a cinque punte coronata di quercia e alloro sullo sfondo di una ruota dentata simboleggiante il Lavoro, primo principio della nostra Costituzione.
E se volete saperne di più, ricordo che a Reggio Emilia, in Piazza Prampolini si trova il bellissimo Museo del Tricolore
Chamfort: – Hai lasciato sole le uova nel nido! – I figli sono anche tuoi, vacci un po’ tu a covare, maschilista!
ZiaPaperina: – No, il nido sull’insegna della boutique di D&G non lo costruisco! – Ma ce l’hanno tutte le mie amiche, vuoi farmi sfigurare?
Rick: “io qui a rassettare e tu sempre in giro a spassartela. Questo nido non è un albergo !”
Roger: – Sono stata in Questura… – Che ti hanno detto? – Che il prossimo anno per tornare qui ci vorrà il permesso di soggiorno, altrimenti ci respingono alla frontiera
Batchiara: – Basta, muoviti! sei una cicciona! quando ti ho sposato sembravi un colibri’! – Sei tu che non mi porti mai da nessuna parte!
Batchiara: – Non hai ancora fatto il nido? sei stata tutto il giorno a scaldare il ramo? – Cosa vuoi da me? sei un fallito… da solo non fai nemmeno primavera!!
Mimosafiorita: Lui: Senza birra, che festa è? Stasera alla partita non ci vado!!! Lei: Non urlare, mica sono sorda, meglio così,metti in moto le ali e vai a procurar cibo!!!
Roger: – Che dici…ce li daranno a noi gli ammortizzatori sociali? – Temo di no…vedrai che in autunno ci toccherà tornare a casa. – E le zanzare? – Se le tengano pure!
Sabina: – Andiamo a cinguettare sotto casa di Mitì? – Sì, dai!…alcuni pappagalli di mia conoscenza mi hanno detto che è una tipa paziente :-)!!!
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